Nazzareno Pisauri

Un ricordo dell' 'storico' direttore dell'IBC, pioniere della informatizzazione e della integrazione di biblioteche, archivi e musei

Rosaria Campioni - Già Soprintendente per i beni librari e documentari della Regione Emilia_Romagna

Il 23 marzo 2016 ci ha lasciato Nazzareno Pisauri; tracciare in una sola pagina la sua vita professionale non è impresa facile.
Nato a Recanati il 15 ottobre 1940, vincitore del concorso nazionale per bibliotecari fu assegnato nel 1964 alla Soprintendenza bibliografica che aveva sede a Bologna. Il 4 novembre 1966 l'acqua dell'Arno travolse Firenze: Pisauri si impegnò nel recupero dei libri danneggiati della Biblioteca nazionale centrale e in quella circostanza conobbe il grande direttore, Emanuele Casamassima. Nel 1972 Nazzareno si laureò in Lettere, presso l'ateneo bolognese, con una tesi sulla Vita di Cola di Rienzo, cronaca trecentesca che amava ricordare camminando con l'inseparabile sigaretta nel centro di Roma.
A seguito del DPR del gennaio 1972 le Soprintendenze ai beni librari furono trasferite dallo Stato alle Regioni a statuto ordinario e il giovane funzionario statale optò per operare nel nuovo ente, presso l'Assessorato regionale alla cultura. In quel clima favorevole al decentramento incontrò validi colleghi, in particolare Magda Maglietta e Giuseppe Guglielmi, coi quali confrontarsi circa l'organizzazione culturale più rispondente ai bisogni di partecipazione democratica.
La scelta di tipo interdisciplinare, che ha contraddistinto la politica culturale della neonata Regione Emilia-Romagna, è sempre stata cara a Pisauri che collaborò con l'Istituto per i beni culturali (IBC), allora diretto da Guglielmi, a vari progetti: dalla microfilmatura dei periodici storici al seminario sulle tecniche di conservazione e restauro del materiale bibliografico e archivistico, dall'indagine sui codici malatestiani al censimento regionale delle cinquecentine.
Con la legge regionale del dicembre 1983 sulle biblioteche e archivi storici di enti locali fu istituito, nell'ambito dell'IBC, il servizio di Soprintendenza per i beni librari e documentari. Nominato nel 1984 responsabile di tale servizio, Pisauri con la sua ben nota determinazione seppe da un lato formare una squadra affiatata di collaboratori e dall'altro impostare la gestione della legge sul territorio imperniandola sui principi della cooperazione e della cultura del servizio. Come soprintendente ha interpretato le funzioni di tutela in maniera dinamica, favorendo l'acquisizione pubblica di non pochi fondi privati, tramite sia donazioni sia acquisti congiunti con gli enti interessati. Alle campagne di censimento ha accompagnato le attività di valorizzazione allo scopo di far conoscere le risorse documentarie conservate nei diversi istituti. Pisauri ha altresì promosso, con estro creativo, esposizioni su tematiche allora poco esplorate: tipografia russa, grafica editoriale, fondi fotografici, razzismo in epoca fascista, archivi dell'arte... L'organizzazione bibliotecaria, complessivamente intesa, deve molto all'intelligente lavoro di Pisauri, che tra l'altro aderì prontamente al progetto del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN) proposto alle Regioni dalla lungimirante direttrice dell'ICCU, Angela Vinay.
Nel 1992 la nomina del Professor Ezio Raimondi a Presidente dell'IBC ha rafforzato le ragioni di una cultura insieme pluralistica e unitaria. Pisauri, nominato nel 1995 direttore dell'IBC, ha cercato di migliorare i servizi culturali tramite un dialogo franco con le amministrazioni provinciali e comunali e la realizzazione di interventi sul territorio che facilitassero l'accesso integrato ai beni culturali da parte di tutti i cittadini. In questa sede è stata privilegiata l'attività regionale rispetto a quella internazionale e nazionale; non si può tacere tuttavia il suo ruolo fattivo sia nel coordinamento interregionale tecnico alla cultura sia nelle commissioni nazionali.
Amareggiato per la progressiva diminuzione delle risorse per la cultura, l'instancabile "lavoratore culturale" è andato in pensione nel 2001 e così ha dedicato più tempo alle trasmissioni per Radio città 103 (poi Fujiko) di Bologna, nelle quali inoltre poteva dare spazio ai suoi interessi musicali. L'immagine che si associa al volto di Nazzareno è quella di Marx e ritengo che, nella testimonianza rilasciata nel 2012 sul compagno e noto scrittore Stefano Tassinari, dica molto di sé citando Gramsci: "il primo che tra i grandi pensatori marxisti abbia valorizzato il lavoro culturale, individuando in esso il grimaldello per far saltare le casematte del consenso in cui il potere si arrocca, ora come allora, non solo nella società ma più ancora all'interno dei partiti politici".

Personaggi - pag. 13 [2016 - N.56]

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