WikiCite 2016

Dall'evento di Berlino dello scorso maggio, nuovi modelli per i dati bibliografici

Chiara Storti

Non solo bibliotecari e wikipediani ma anche wikidatiani (esperti di Wikidata), wikisourciani (esperti di Wikisource), informatici sviluppatori, specialisti in ontologie, editori: un gruppo nutrito ed eterogeneo ha partecipato all'evento WikiCite 2016 che si è tenuto a Berlino il 25 e 26 maggio scorso.
Promossa dalla Wikimedia Foundation, la fondazione senza scopo di lucro che sostiene lo sviluppo e la diffusione di contenuti liberi in tutte le lingue tramite i progetti wiki, la due giorni berlinese era incentrata sulla definizione di modelli di dati bibliografici e tecnologie utili a migliorare "la copertura, la qualità, l'adesione agli standard e la capacità di essere letti dalle macchine dei metadati relativi alle citazioni e alle fonti bibliografiche in Wikipedia, Wikidata e negli altri progetti Wikimedia".
Che le biblioteche siano tra i maggiori produttori mondiali di metadati bibliografici è noto ma ciò che, a volte, sembra passare in secondo piano è che le biblioteche possiedono anche i dati cui i metadati si riferiscono: le due attività, di creazione e gestione dei metadati da una parte (tramite ad esempio la catalogazione e la compilazione di bibliografie) e di fornitura di documenti dall'altra (su qualsiasi supporto, in qualsivoglia formato e a qualunque tipologia di utente), non sono sempre pensate in termini di consequenziale funzionalità.
Per citare Karen Coyle, per altro presente a WikiCite, le biblioteche devono abbandonare l'approccio "mondo chiuso", tipico dell'offline, a favore dell'approccio "mondo aperto" del Web.
L'universo wiki caratterizzato da un modello di contribuzione e produzione dei dati "bottom up" (dal basso) sembra molto più in linea con questa nuova prospettiva: allo scopo di rendere facilmente e liberamente accessibile la summa della conoscenza umana ad un pubblico il più vasto possibile, si sviluppano e mettono a punto tools che rendano tale accesso il più semplice e immediato possibile; l'aderenza agli standard così come la definizione di un'ontologia dei dati e le eventuali mappature con ontologie preesistenti sono considerati ai fini dell'interoperabilità dei sistemi e della ricercabilità e riusabilità dei dati, senza però quelle "rigidità" che, nella maggior parte dei casi, caratterizzano il pensiero e la prassi biblioteconomica moderni.
La piattaforma Wikibase sulla quale è costruito Wikidata (un enorme contenitore di dati semistrutturati provenienti dai progetti wiki ma non solo e che, probabilmente nel giro di pochissimi anni, supererà in grandezza DBpedia), pur essendo molto più flessibile e facilmente implementabile rispetto ad altri software per la creazione e gestione di dati, presenta comunque dei limiti strutturali con cui è necessario confrontarsi.
Si potrebbe dire quindi che, con il progetto WikiCite, si tenti di coniugare e valorizzare la lunga esperienza degli istituti e delle aziende culturali nella modellazione dei dati bibliografici (per citare il più noto anche ad un pubblico di non specialisti, FRBR-Functional Requirements for Bibliographic Records e tutti i modelli derivati) con l'approccio pragmatico del wiki.
Wiki che implementa continuamente strumenti e tools in grado di mettere immediatamente a disposizione i documenti (ad es. Wikisource, una biblioteca digitale multilingue che raccoglie testi e libri in pubblico dominio o con licenze libere) e che supportino la produzione di metadati sia in maniera "manuale" (ad es. Template citazionali dei progetti Wiki) sia in maniera "automatica" (ad es. StrepHit, un tool per l'estrazione automatica di dati semistrutturati e la loro traduzione in "statements" di Wikidata da pagine Web testuali anche altamente strutturate).

La pagina della Rete Bibliotecaria di Romagna e San Marino - pag. 7 [2016 - N.56]

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