I lumini di Romagna

Laboratori manipolativi e storytelling della memoria storica e civile del territorio con le luci di fine inverno

Roberta Colombo, Sabina Ghinassi - La Casa delle Marionette e RavennArte

La tradizione di accendere la sera del 9 febbraio dei lumini e di porli sui davanzali delle finestre per tutta la notte è nata il 9 febbraio 1849 per festeggiare la nascita della Repubblica Romana a seguito dei moti insurrezionali del 1848. La Repubblica Romana ebbe vita breve (5 mesi) ma fu un'esperienza significativa nella storia dell'unificazione italiana perché divenne il banco di prova di nuove idee democratiche, ispirate principalmente al mazzinianesimo, che sarebbero diventate realtà in Europa solo un secolo dopo: il suffragio universale maschile (quello femminile, pur non vietato dalla Costituzione, non fu attuato per consuetudine), l'abolizione della pena di morte e la libertà di culto.
Quella dei Lumini è una tradizione profondamente radicata in Romagna e si riannoda con forza a tutta la storia del Risorgimento italiano: innestati sulle "feste del fuoco" di fine inverno, presenti in Europa da diversi secoli, i Lumini si diffusero con forza nel territorio, diventando nel corso degli anni un'abitudine che segnava l'adesione profonda ed etica alla visione democratica e repubblicana del Risorgimento. L'accensione delle piccole lanterne (spesso rosse, bianche e verdi) era accompagnata da cene patriottiche che rievocavano l'abitudine di condividere il pasto tra patrioti di diverse estrazioni sociali uniti dagli ideali comuni: l'aristocratico sedeva vicino al contadino, l'avvocato accanto al pastore, lo studente al professore. Dalla prima metà del Novecento il pranzo patriottico fu accompagnato da grandi feste che si svolgevano nei cameroni (o cameraccie) del Partito Repubblicano dei paesi della campagna ravennate e forlivese. La più importante, sino alla fine degli anni '60 del secolo scorso, era quella del Circolo Repubblicano Giuseppe Mazzini di S. Stefano, una frazione a sud di Ravenna, che raccoglieva abitanti da tutta la provincia ravennate, cervese e forlivese. Era diventata una festa famosa, per la quale l'intero paese era decorato con bellissime luminarie artigianali in ferro battuto. Arrivavano amici dalla città e dalla campagna, arrivavano parenti da lontano, chi in bicicletta, chi in side-car, chi in motocicletta e, portandosi l'abito da festa nella borsa, si cambiavano nei casolari e poi correvano al camerone a ballare sino a notte fonda. Si facevano cene nelle case. Era diventato un evento: il più importante e seguito del territorio.
Di questa tradizione resta il ricordo fortissimo in tutti quelli che hanno condiviso tale momento sino a qualche decennio fa. Per recuperare e raccontare alle generazioni più giovani questa memoria e la radice etica e culturale di questa festa laica, l'Associazione Culturale RavennArte, il Teatro del Drago e il Museo La casa delle Marionette con il sostegno della Fondazione Museo del Risorgimento e di Casa Matha di Ravenna, hanno organizzato, dal mese di gennaio sino al 9 febbraio 2016, nelle Scuole primarie Mordani, Ricci Muratori, Garibaldi di Ravenna e Senza Zaino di Classe I Lumini di Romagna e le feste delle Luci di Fine inverno, una serie di laboratori e narrazioni durante le quali nove classi hanno incontrato la storia dei Lumini di Romagna attraverso un approccio narrativo tra mito, storia e leggenda e costruito le lanterne da esporre la notte del 9 febbraio, con candele e barattoli di vetro riciclato. Nell'ambito del progetto, il 9 febbraio anche lo spazio del Museo La Casa delle Marionette si è aperto a tutti coloro che hanno scelto di ascoltare e condividere questa bellissima storia, creando insieme i Lumini da porre sui davanzali per illuminare la notte laica che ricorda la lotta per la libertà e l'alba della Costituzione.
La narrazione, condotta da Roberta Colombo su script di Sabina Ghinassi, è il primo passo nella costruzione di un progetto di più ampio respiro che prevede una pubblicazione che raccoglie documentazioni fotografiche, testimonianze e la creazione di uno spettacolo teatrale per bambini e preadolescenti. La ricerca condivisa è stata condotta attraverso una metodologia transgenerazionale e multidisciplinare e si muove da un'indagine partita dalle feste del fuoco di origine celtica, latina e cristiana e arrivata alla Festa dei Lumini, alle sue radici civiche e culturali, saldamente innestate nell'immaginario collettivo del tempo, costruendo una sorta di "fabula" che unisce la dimensione etica e morale a quella fiabesca. Un approccio che ha coinvolto e affascinato i bambini e le bambine e ha permesso un primo, affascinante incontro con i valori della Costituzione italiana nelle scuole primarie del territorio.

Esperienze di didattica museale - pag. 22 [2016 - N.55]

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