L'onirica navigazione

Una mostra su i diversi volti del sogno nelle incisioni del Gabinetto delle stampe di Bagnacavallo

Diego Galizzi - Conservatore Museo delle Cappuccine di Bagnacavallo

La dimensione del sogno, ovvero l'imperscrutabile viaggio della mente umana nei meandri dell'inconscio, è al centro della mostra L'onirica navigazione, aperta fino al 10 aprile a Bagnacavallo. La mostra, organizzata dal Museo Civico delle Cappuccine e curata da chi scrive, oltre ad essere l'ultimo tra gli appuntamenti culturali che hanno caratterizzato il calendario della I Biennale di incisione "Giuseppe Maestri", svoltasi tra Bagnacavallo e Ravenna, vuole essere un dichiarato omaggio allo scomparso incisore ravennate, maestro inimitabile e visionario che ha saputo dare forma e colore alla leggendaria memoria di Ravenna nella sua epoca aurea, quella bizantina; l'onirica navigazione era infatti il titolo dell'ultima mostra personale di Maestri, che si svolse proprio a Bagnacavallo nel 2008.
Ad accompagnare i visitatori per le strade dell'onirico sono circa sessanta opere grafiche, selezionate dall'importante collezione di incisioni del Gabinetto delle Stampe di Bagnacavallo. Si tratta dei lavori di alcuni grandi maestri del Novecento e dell'incisione contemporanea: André Beuchat, Francesco Casorati, Angela Colombo, Pietro Diana, Armando Donna, Mario Guadagnino, Nunzio Gulino, Mirando Haz, Lanfranco Lanari, Pierre H. Lindner, Swietlan Kraczyna, Elettra Metallinò, Claudio Olivotto, Albino Palma, Adolfo Wildt, Remo Wolf.
Come diceva Moravia, nella sfera sociale l'arte assume la stessa funzione che il sogno riveste nella sfera individuale: esprimere il represso. L'arte, dunque, è una sorta di grande sogno collettivo, creato nell'isolamento dello studio di un artista. Per rappresentarlo sono stati selezionati alcuni autori che più di altri hanno voluto e saputo percorrere gli immaginifici sentieri dell'onirico, alla ricerca di una rappresentazione del mondo e della vita che, seppur fondata sulla fantasia, è in fondo fatta della stessa materia della realtà.
A partire dai fondamentali studi di Freud sull'interpretazione dei sogni, anche gli artisti poterono avventurarsi ad esplorare l'inconscio, e lo fecero grazie ad un nuovo e straordinario elemento di indagine: il sogno. I meccanismi che caratterizzano il sogno - vale a dire la rottura della concatenazione logica degli eventi e degli usuali rapporti tra le cose - sono in fin dei conti gli stessi che governano la proposta artistica del Surrealismo. André Breton, autore del relativo Manifesto, sosteneva che il Surrealismo è un modo per esprimere il funzionamento del pensiero in assenza di controllo dettato dalla ragione e al di fuori di ogni preoccupazione di ordine estetico e morale. Salta dunque qualsiasi freno inibitore sociale, e questo avvicinerà molto la visione di questi artisti al pensiero infantile. Si tratta di un modo di intendere l'arte che sarebbe sbagliato rinchiudere tra i confini del movimento surrealista in senso stretto, ma si allunga straordinariamente fino a coinvolgere molti artisti successivi, fino ai giorni nostri. In un certo senso il Surrealismo ha aperto nuovi sentieri e nuovi orizzonti a una vasta schiera di futuri "navigatori" dell'immaginario.
È attraverso l'opera di alcuni di questi navigatori che il Museo delle Cappuccine vuole rappresentare la sfera dell'onirico e i suoi sfaccettati volti nell'arte. Si parte dalle silenziose visioni del grande bulinista Armando Donna, forse il più surrealista in senso stretto tra gli artisti in mostra, ci si abbandona nelle trasognate immagini di Pierre Lindner e Claudio Olivotto, si entra nelle atmosfere favolistiche di Angela Colombo, ci si imbatte nelle memorie e negli incubi di Elettra Metallinò e Mirando Haz, fino a giungere a sognare ad occhi aperti, con quello che è l'archetipo del sogno per eccellenza dell'uomo, il volo di Icaro, proposto da Swietlan Kraczyna.
Per informazioni: www.museocivicobagnacavallo.it

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 20 [2016 - N.55]

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