People + Culture + Sharing = Happines

Questo il payoff di Invasioni Digitali, il cui prossimo appuntamento è in programma dal 22 aprile all'8 maggio

Chiara Alboni

Nato nel marzo 2013 per promuovere il patrimonio culturale italiano, Invasioni Digitali mira a raggiungere la sua mission principalmente attraverso il web e i social che lo animano.
Le migliaia di 'invasioni' che vengono organizzate annualmente da musei, istituzioni, associazioni e gruppi informali, portano centinaia di persone nei luoghi di cultura, invitandole a fotografare, raccontare e condividere online ciò che vedono e vivono. Un modo per diffondere e far conoscere il patrimonio culturale del nostro Paese attraverso la cultura digitale e l'utilizzo degli open data, sensibilizzando al contempo le istituzioni - sempre un po' restie ad approcci all'arte, all'archeologia, alla scienza che non siano conservatori - all'utilizzo del web e dei social media per la realizzazione di progetti nuovi, rivolti alla co-creazione di un valore culturale fortemente partecipativo e ispirazionale.
Il progetto ha perciò un duplice obiettivo: quello di lanciare un'iniziativa di promozione dal basso, dove ciascuno degli invasori diventa un testimonial e un ambasciatore del proprio territorio, e quello suggerire alle istituzioni culturali nuove forme di fruizione e divulgazione del patrimonio, capaci cioè di trasformarle in piattaforme aperte di divulgazione, scambio e produzione di valore per consentire una comunicazione attiva con il proprio pubblico e una fruizione del patrimonio priva di confini geografici e proiettata verso la condivisione e il modello dell'open access.
Il calendario 2016 di Invasioni Digitali, in programma dal 22 aprile all'8 maggio, è stato inaugurato all'inizio di aprile da un appuntamento fuori dai confini nazionali, uno spy tour nella capitale tedesca ispirato dal thriller storico-biografico Il Ponte delle Spie di Spielberg, per rivivere attraverso un gruppo di spy bogger armati di smartphone, tablet e macchine fotografiche alcune delle ricchezze artistiche e le atmosfere della Berlino Est degli anni '60. Questo progetto mantiene i valori della community che si pone appunto l'obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale attraverso nuove forme di comunicazione basate sulla condivisione di immagini, status, video dai propri social network, un approccio nuovo che permette di raggiungere sempre nuovi utenti, abbattere ogni tipo di barriera e favorire ulteriormente la creazione, diffusione e valorizzazione del patrimonio storico e artistico.
Partecipare alle Invasioni Digitali 2016 è molto semplice: un calendario sul sito www.invasionidigitali.it riporta tutte le iniziative programmate (che sono in continuo aggiornamento, per cui è consigliabile visitarlo spesso), si sceglie quella che piace di più, ci si presenta il giorno fissato con smartphone e tablet alla mano e, ovviamente, con tanta voglia di scattare foto, twittare e scrivere post, utilizzando sempre il tag #invasionidigitali.
Per i più arditi (o se si è un museo o altra istituzione) è possibile anche farsi promotori direttamente di una nuova invasione: anche in questo caso lo staff dà tutto il suo supporto, ma comunque la procedura è intuitiva. Una volta individuato un luogo d'arte, un sito archeologico, un centro storico, una biblioteca o un qualsiasi altro posto che possa avere una storia interessante da raccontare, basta seguire le indicazioni (iscrizione sul sito, scelta della data, pianificazione dell'invasione) e, una volta completata la procedura, promuovere l'invasione attraverso blog, social media, comunicati stampa e passaparola.
Il Sistema Museale della Provincia di Ravenna ha aderito con entusiasmo sin dal 2013 alla promozione di questo progetto, facendosi organizzatore e coordinatore di diverse Invasioni Digitali, come ad esempio quelle al Museo Carlo Zauli e alla Casa Museo Raffaello Bendandi, entrambi di Faenza, e al Museo della Resistenza Cà Malanca di Brisighella (gli storify delle giornate si possono leggere e guardare su https://storify.com/ReteBibRomagna).


Speciale Musei nell'era della mobilità digitale - pag. 11 [2016 - N.55]

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