Bentornati a Casa Baracca!

Il Museo Francesco Baracca ha riaperto i battenti dopo importanti lavori di riallestimento delle raccolte e di adeguamento antisismico

Daniele Serafini - Direttore Museo F. Baracca di Lugo

Il Museo Baracca rappresenta il punto di partenza di un itinerario cittadino che comprende il Monumento all'Eroe, progettato e ultimato nel 1936 dallo scultore faentino Domenico Rambelli, giudicato una delle massime espressioni della scultura italiana del Novecento, e la Cappella sepolcrale, decorata dall'artista lughese Roberto Sella, collocata nel cimitero cittadino, al cui interno si può ammirare il maestoso sarcofago fuso col bronzo dei cannoni austriaci del Carso.
Il Museo, aperto nel 1926 in una Sala del Castello estense, con decorazioni a fresco di Lucio Benini intonate allo stile del Rinascimento e teche in legno realizzate dall'ebanista Antonio Turri, viene trasferito nel 1993 nella Casa natale dell'eroe, edificata tra fine '800 e inizi '900 in stile prevalentemente liberty. Riallestita nel 2015 con un intervento dell'artista riminese Claudio Ballestracci, che ama lavorare coi materiali poveri, vede la convivenza di tre stili: gli arredi di Turri, gli espositori in legno con mobili di alto design della fine degli anni '20, e le recenti strutture in ferro e lamiera zincata progettate da Ballestracci.

Di pregio le decorazioni della seconda metà dell'800 portate alla luce durante i lavori, che ne accentuano il carattere di dimora signorile.
Il piano terra è quasi interamente dedicato alla tecnica: l'aereo di Baracca è la grande attrazione del museo e uno dei momenti più alti della tecnologia dell'epoca. L'allestimento della sala intende evocare l'idea del volo con lo SPAD VII matricola S 2489 (ricordate la canzone di Francesco De Gregori?), costruito dalla ditta Blériot nel 1917, che ha prestato servizio nella 91ª Squadriglia fra la fine del 1917 e l'inizio del 1918. Al centro dell'atrio si alternano una vettura Ferrari, in prestito da Maranello, a ricordare il legame tra due grandi protagonisti del '900, uniti dal simbolo del Cavallino Rampante, e i resti del motore dell'aereo pilotato da Baracca quando fu abbattuto sulle pendici del Montello, messo a disposizione dall'Aeronautica Militare. Nel cortile un FIAT G91Y, costruito negli anni Settanta, indirizza il visitatore su una seconda fase dell'avventura nei cieli, mentre nel bookshop il motore di un aereo tedesco con sei cilindri in linea, in perfetto stato di conservazione, incute quasi timore, ricordando i rapidissimi progressi della tecnica nel corso del conflitto. Dalle pareti due frasi significative tratte dall'epistolario dell'Asso del 1912 sembrano staccarsi per librarsi in aria: una richiama la meraviglia del volo, l'altra profetizza l'avvenire radioso dell'aviazione. E, di fianco, un'originale libreria a forma di triplano, in ferro e lamiera zincata, disegnata da Ballestracci, ospita alcuni testi del Centro di Documentazione che ha sede presso la Biblioteca Comunale Trisi.
Il primo piano ha un'allure più evocativa: oltre a una ricostruzione del mito, all'esposizione del medagliere dell'eroe e alla camera da letto, dove una discendente di Baracca racconta in video la disposizione delle sale del palazzo negli anni '30, non potevano mancare le parole di Gabriele d'Annunzio pronunciate sul feretro di Baracca, qui affidate a una campana sonora che le propone ogni trenta minuti con la voce dell'attore Franco Costantini.
L'ultimo piano - di certo la maggiore novità del nuovo allestimento - è un autentico paesaggio variegato, dominato da una gamma cromatica che inclina al grigio dei materiali scelti, dove si intuisce la mano sapiente di Ballestracci, sia nelle teche da lui progettate, sia nell'intelligente allestimento della Sala delle cartoline di propaganda della Grande Guerra (la "Collezione Baldini"), un modo per gettare uno sguardo da quei cieli a volte troppo idealizzati alle vicende terrene del conflitto, di cui ricorre il centenario. Ma paesaggio è anche quello che ci propone il simulatore di volo, grazie alle foto aeree di guerra italiane e austro-ungariche, risultato del progetto europeo ALISTO (Ali sulla storia), che consente di vedere dall'alto sia il paesaggio degli anni 1915-18, sia quello di oggi, percependone i valori storici e le trasformazioni.
E se in una piccola saletta si può ammirare la riproduzione di una trincea con l'equipaggiamento in dotazione alla fanteria e all'artiglieria austriaca (elmetti, fucili, mitragliatrici, accessori, armi e proiettili), la stanza accanto è pensata a geometria variabile, per permettere l'allestimento di mostre temporanee. Tre schermi dislocati tra l'ingresso e l'ultimo piano completano il percorso espositivo, raccontando, per immagini, la vita di Baracca, la Grande Guerra e il Monumento all'Eroe di Domenico Rambelli.
In sintesi, storia, tecnica e mito possono dirsi le parole chiave che consentono di 'leggere' il rinnovato museo.


Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 20 [2015 - N.53]

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