Dai Poli ai Sistemi museali regionali

La Conferenza nazionale 2015 riflette sulle criticità della riforma del MiBACT

Adele Maresca Compagna - Vicepresidente ICOM Italia

In occasione dell'Assemblea nazionale dei soci, ICOM Italia ha ritenuto utile un momento di confronto su due temi di grande attualità, sui quali si concentra l'attenzione del mondo museale: l'attuazione della riforma dei musei statali e la creazione del Sistema Museale Nazionale; le relazioni tra i soggetti responsabili, a diversa scala territoriale, dei musei, delle biblioteche e degli archivi e le prospettive di soluzione dei problemi derivanti dal nuovo assetto istituzionale definito dalla legge Delrio.
Dopo l'approvazione del D.M. nel dicembre 2014, la "riforma" dei musei statali ha iniziato il suo lento cammino con la nomina del direttore generale Ugo Soragni, l'insediamento dei Direttori dei diciassette Poli museali regionali e l'avvio della selezione dei venti direttori dei musei dotati di "autonomia speciale".
ICOM, che crede nella portata innovativa della riforma e che intende dare un contributo attivo alla sua realizzazione, è consapevole dei nodi da sciogliere e delle zone lasciate finora oscure dalla normativa, soprattutto riguardo il processo di costruzione di un "sistema museale" a guida statale, da compensare con una forte sinergia tra i diversi livelli istituzionali e l'acquisizione di un consenso più ampio nella comunità professionale.
Si è trattato dei problemi aperti nella Tavola rotonda finale con i rappresentanti delle principali istituzioni coinvolte: il MiBACT, attraverso Lorenzo Casini, consigliere giuridico del Ministro e artefice della riforma e Giuliano Volpe, presidente del Consiglio Superiore dei beni culturali e paesaggistici; i Comuni con Vincenzo Santoro, responsabile del Dipartimento Cultura e Turismo dell'ANCI; le Province con Paolo Valenti per l'UPI. È purtroppo mancata la voce delle Regioni e la scarsa presenza di queste istituzioni nel dibattito nazionale preoccupa, così come sembra singolare che il MiBACT finora abbia stretto accordi con l'ANCI, ma non con le Regioni, sebbene esse siano un interlocutore decisivo, date le loro attuali competenze in materia di musei e biblioteche e la scelta della scala regionale per attuare il Sistema Museale Nazionale.
La presentazione di due casi virtuosi di accordo Stato-Regioni, che corrispondono a una visione integrata e condivisa di valorizzazione del patrimonio culturale, quelli della Puglia e dell'Emilia-Romagna (presentati da Francesco Palumbo e Alessandro Zucchini e dai direttori dei Poli statali Fabrizio Vona e Mario Scalini) ha aperto una prospettiva di maggiore fiducia nella capacità di concertazione fra le due istituzioni, soprattutto a livello tecnico e operativo, e della propensione al dialogo con i nuovi Poli (e con ICOM) si sono fatti portavoce anche i dirigenti dei Settori cultura e musei di Toscana e Umbria, intervenuti nel dibattito.
La collaborazione Stato-Enti territoriali è stata ribadita come essenziale per far fronte all'emergenza più preoccupante di questi mesi: l'abbandono a se stessi dei musei, delle biblioteche, degli istituti, delle reti provinciali a seguito della riforma Delrio (L. 56/2014). La trasformazione delle Province in enti di secondo livello e la revisione delle loro funzioni, non hanno previsto il loro passaggio (e finanziamento) ad altri enti. Gli strumenti previsti dalla legge Delrio (prima trasferimento di funzioni, poi di personale) sono stati disattesi dalla legge di stabilità, che ha già messo in mobilità il 50% dei dipendenti. Più di cento musei, per non parlar del resto, sono a rischio chiusura e nonostante gli appelli, non è emersa una soluzione chiara e omogenea a livello nazionale: ogni Regione è andata per conto proprio e, mentre si vanno costituendo Città metropolitane e "aree vaste", non emerge un ridisegno complessivo del quadro istituzionale. È quanto emerso dal colloquio-intervista di Claudio Leombroni a Paolo Valenti, vicepresidente della Provincia di Ravenna a cui si è aggiunto l'allarme di Marianella Pucci, promotrice della campagna "A chi compete la cultura?".
Il MiBACT si sta occupando della questione per garantire la tutela del patrimonio conservato in questi istituti, ma la soluzione ci sembra non possa venire se non da una ridefinizione dell'intero sistema della cultura, che coinvolga Ministero, Regioni ed Enti locali.
La Conferenza poneva alcune domande: in che modo un processo a guida statale si realizzerà attraverso il concorso indispensabile di Regioni ed Enti locali? Quale modello di governo condiviso dei sistemi regionali è allo studio? Come si struttureranno, a livello cittadino e territoriale, i sistemi museali o i sistemi integrati MAB?
Non ci sembra che a conclusione del dibattito siano state fornite risposte definitive in merito alla costruzione del Sistema Museale Nazionale: molto cammino è ancora da compiere, molte questioni non sono state messe a fuoco dalle istituzioni e dai loro dirigenti politici, le procedure sono tutte da definire, le difficoltà oggettive (sovra tutte la mancanza di un ricambio generazionale e di risorse a tutti i livelli), costituiscono un freno all'innovazione. Tuttavia lo scambio di informazioni e di opinioni, grazie anche alla rappresentatività e autorevolezza degli intervenuti, è stata comunque utile e ICOM si è accreditato, con AIB e ANAI, come interlocutore attento e collaborativo delle istituzioni culturali nazionali e locali.
Su alcune linee sembra ci sia già un'identità di vedute: l'importanza di far partire sperimentazioni concrete di politiche di valorizzazione integrate (l'attuale quadro normativo lo consente, anzi lo prevede, e non c'è bisogno di nuove leggi); la necessità di individuare per i musei una via italiana, nel solco della tradizione, ma con un occhio ai migliori standard internazionali; la centralità della formazione, con percorsi comuni per i professionisti dello Stato e degli Enti locali; l'ineludibilità del problema occupazionale, nel rispetto delle competenze professionali e della trasparenza dei criteri di selezione.

La pagina di ICOM Italia - pag. 6 [2015 - N.53]

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