"E lucevan le stelle"

Il Planetario di Ravenna festeggia trent'anni di vita trascorsi a raccontare le avventure, le storie e le vicissitudini del Cielo 

Marco Garoni - Direttore Planetario di Ravenna

Come distinta da minori e maggi / lumi biancheggia tra' poli del mondo / Galassia sì, che fa dubbiar ben saggi; / sì costellati facean nel profondo / Marte quei raggi il venerabil segno / che fan giunture di quadranti in tondo.
(D. Alighieri, Commedia,
Paradiso XIV, 97-102)

Sembra di vederla lassù, come un fiume che si trascina dietro migliaia di stelle. Ma dov'è finita la Via Lattea? Dove sono finite le stelle?
Beh, nel 1985 si inaugurava nei Giardini pubblici di Ravenna una struttura proprio per loro, un contenitore nel quale custodirle e conservarle tutte.  Un museo per le stelle? Ancora oggi a dirlo sembra assurdo! Dopo trenta anni, quelle stelle sono ancora lì, visitate e cercate ogni anno da migliaia di persone, soprattutto bambini.
Certo non c'era, allora come oggi, la consapevolezza dell'importanza di avere ogni notte un meraviglioso firmamento sopra le teste di tutti. La Via Lattea si intuiva ancora da Ravenna e bastava allontanarsi di poco dalla città per ritrovare il Cielo. Sicuramente però non mancava, allora come oggi, l'idea che raccontando le avventure, le storie e le vicissitudini che il Cielo racchiude si poteva contribuire, in maniera fondamentale, alla formazione non solo scientifica ma culturale nell'accezione più ampia del termine. Poche discipline, come l'Astronomia, hanno questa capacità, questo pregio.
È proprio concentrandosi su questo aspetto che abbiamo costruito tutte le nostre attività, siano esse didattiche (da sempre le scuole sono un canale privilegiato con il quale interagire e sperimentare) che divulgative: il cielo per tutti! Sì, perché la curiosità di ognuno di noi è stimolata da tante diverse cose ma al fascino delle stelle in pochi resistono, tanto più se a guardarle sono i bambini, che degli astri avranno un ricordo sempre più "finto", legato a ciò che vedono in televisione, su internet, o che leggono (speriamo) sui libri, ma per i quali il "Cielo ad occhio nudo" non sarà più la quotidianità o un'esperienza diretta. Proprio per questo motivo è ancora più importante questo anniversario.
Avete mai pensato a cosa sarebbe il mausoleo di Galla Placidia di Ravenna senza la sua cupola di stelle d'oro? E se i mosaicisti del V secolo avessero avuto un cielo come il nostro sopra le loro teste, un cielo arancione con pochissime stelle che riescono ad attraversare la barriera dell'inquinamento luminoso? E se lo stesso fosse accaduto nel XIV secolo? Probabilmente non "biancheggerebbe" proprio nulla "tra' poli del mondo".
Questa, che può sembrare una denuncia, in realtà vuole essere una sorta di Manifesto, il nostro Manifesto, che continua a evolversi da trenta anni e che ci ha portati a proporre attività in cui l'Astronomia non è esclusivamente confinata alla scoperta di ciò che accade nello spazio, ma abbraccia e si mescola all'arte, alla musica, alla letteratura, alla storia ecc.
Dietro a ogni persona che viene a visitare il Planetario non necessariamente c'è un nuovo Galileo, ma forse c'è o ci sarà un nuovo Dante, un nuovo Rodari, un nuovo Van Gogh, un nuovo Mirò, un nuovo Bennato, un nuovo Puccini...
A tutti quanti hanno creduto e continuano a credere in questo progetto vanno i ringraziamenti per aver contribuito a costruire i nostri primi trent'anni di storia!


Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 19 [2015 - N.52]

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