Tecnologie 3D e Beni culturali

Il Laboratorio multimediale forma le nuove generazioni a un approccio radicalmente diverso al patrimonio culturale

Marco Orlandi, Antonino Vazzana, Simone Zambrano - Dipartimento di Beni culturali

L'uso delle tecnologie 3D e di ricostruzione virtuale è stato introdotto nel Dipartimento di Beni culturali nell'ambito delle attività di ricerca di antropologia fisica con la realizzazione di copie digitali di reperti osteologici. I metodi sperimentati in questi primi lavori sono stati poi sviluppati e impiegati nell'ambito ben più vasto del patrimonio culturale, e in particolare in progetti di ricerca riguardanti edifici storici, monumenti, oggetti artistici.
L'approccio interdisciplinare delle ricerche svolte e l'attenzione per un'ampia disseminazione pubblica dei risultati sono i caratteri distintivi e innovativi dei progetti realizzati. L'impiego di tecnologie multimediali ha consentito infatti di ottenere risultati importanti nello studio e analisi degli oggetti esaminati, nell'attività didattica collegata e nella diffusione dei risultati conseguiti, con ricadute rilevanti per la valorizzazione del patrimonio culturale.
Le ricostruzioni virtuali permettono di ottenere rappresentazioni tridimensionali di spazi e architetture esistenti o scomparse, o fortemente modificate nel corso dei secoli; in questo modo è facilitato il processo di verifica di ipotesi ricostruttive tradizionalmente formulate solo sulla base di testimonianze scritte o iconografiche. Di uno stesso oggetto si possono infatti realizzare ricostruzioni virtuali diverse, corrispondenti a ipotesi interpretative differenti della stessa documentazione pervenuta e valutarne comparativamente il risultato. I modelli elaborati e i metodi sperimentati sono poi usati come materiali per la didattica per illustrare gli esiti e i processi impiegati. I modelli virtuali tridimensionali sono infine oggetti di particolare fascino per un pubblico vasto grazie alle mirabolanti navigazioni immersive che gli strumenti tecnologici visuali d'uso corrente consentono di esperire.
In questa prospettiva il Laboratorio fotografico e multimediale del Dipartimento ha realizzato numerosi progetti, anche grazie al sostegno di enti e fondazioni locali. Eccone un breve elenco: la ricostruzione della Sfinge medievale (1296) del cardinale Pasquale Romano nell'ambito della mostra Echoes of Egypt (Peabody Museum, Yale University); una nuova sezione del sito istituzionale della Pinacoteca del MAR di Ravenna, visualizzabile in maniera differente a seconda dei dispositivi utilizzati (pc, smartphone, tablet); i progetti di ricostruzione virtuale di monumenti perduti ArianInPiazza e La storia che cela la storia, sulle fasi architettoniche e decorative della chiesa di S. Giovanni Evangelista; la visita virtuale nelle sale del Museo delle Mummie di Roccapelago; il video sulla Tomba degli amanti di Modena, e la ricostruzione dello studiolo urbinate di Federico da Montefeltro. Tra i progetti in cantiere la ricomposizione virtuale di contesti architettonici e storico-artistici scomparsi, come i perduti affreschi trecenteschi della chiesa di Santa Maria in Porto Fuori di Ravenna.
Il Laboratorio dispone di avanzate strumentazioni di acquisizione, elaborazione e analisi di contenuti digitali ed è in grado di coniugare le esigenze e le necessità delle diverse "anime" che lo compongono: quella relativa alla riproduzione fotografica dei beni culturali, quella rivolta allo studio del patrimonio fotografico, e quella di elaborazione di contenuti digitali per la comprensione e la valorizzazione del patrimonio - tangibile e intangibile - dei beni culturali. La strumentazione disponibile (workstation, server dedicati, renderfarm, 3D laser scanner, 3D scanner a luce strutturata, tavolette grafiche, strumentazione e software per la realizzazione di tour virtuali, fotocamere professionali, attrezzatura completa per la ripresa fotografica in studio, software per la modellazione 3D e per la visualizzazione architettonica) pone il Laboratorio all'avanguardia nello scenario nazionale, fornendo la possibilità di associare una produzione di dati ad alto profilo tecnologico con le esigenze didattiche e comunicative della ricerca in campo umanistico.
Le attività di ricerca svolte dal Laboratorio in questi ambiti concorrono significativamente a una nuova definizione del contesto scientifico e didattico del Dipartimento di Beni culturali. Le competenze sviluppate all'interno del Laboratorio rappresentano una concreta possibilità di formare le nuove generazioni a un approccio radicalmente diverso al patrimonio culturale in cui la capacità e l'efficacia dei nuovi media di comunicare, di attrarre fondi e di porsi al servizio di un pubblico vasto possono diventare concreta opportunità di inserimento nel mondo del lavoro e, in generale, di sviluppo culturale ed economico.

La pagina del Dipartimento di Beni Culturali dell'Università di Bologna - pag. 5 [2015 - N.52]

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