Ottocento bambole in dono

Il Museo ravennate si arricchisce della preziosa collezione "Valentina Accame" segnando un ulteriore importante traguardo

Graziella Gardini Pasini - Piccolo Museo di Bambole e altri Balocchi di Ravenna

Il Piccolo Museo di Bambole e altri Balocchi ha aperto le sue sale al pubblico il 7 dicembre del 2006, incontrando da subito la curiosità e l'interesse, oltre che della cittadinanza, delle scuole e soprattutto dei sempre più numerosi turisti che aggiungono ai loro itinerari anche questa, per certi versi inusuale, meta.
In questi anni il materiale esposto è notevolmente aumentato sia in termini numerici che di valore collezionistico. Sono stati inseriti alcuni pezzi particolarmente difficili da reperire ma importanti per l'allestimento di un corretto e preciso percorso museale che partendo dal 1850 giunge al 1950, ripercorrendo la storia del giocattolo più famoso con pezzi delle marche più note, ma anche con pezzi unici o semplicemtente curiosi. Inoltre il Museo ha ricevuto da privati svariati esemplari di giocattoli, bambole e bambolotti che man mano sono stati inseriti nel percorso museale secondo un preciso metodo che rispetta il periodo di fabbricazione, i materiali utilizzati, i marchi di fabbrica.
Per le sue caratteristiche, tre anni fa il Museo ha ricevuto dalla Regione Emilia-Romagna il riconoscimento di "Museo di Qualità". Nel 2013 è stato pubblicato anche un nuovo catalogo, inserito nella collana "Monografie" curata ed edita dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna.
Per questa struttura, il 2014 ha segnato un nuovo traguardo, qualcosa di veramente straordinario. Alla sua titolare Graziella Gardini Pasini, alcuni mesi fa, è stata offerta una donazione di oltre 800 bambole da parte di una famiglia genovese. Si tratta di un'intera collezione frutto di un'accurata ricerca realizzata dalla signora Valentina Accame. Ai primi contatti sono seguiti scambi di telefonate, la visita al Museo di un membro della famiglia e l'invio delle fotografie di tutta la collezione.
Una proposta così allettante e di grande soddisfazione, che ripaga degli sforzi tenacemente profusi dal Museo - di proprietà privata e uno dei pochi in Italia dedicati alle bambole - nel promuovere la cultura del giocattolo, ha richiesto il massimo impegno.
Dopo un periodo di accordi per fare coincidere le date di disponibilità, sono state fissate le giornate per organizzare il trasporto di tutto il materiale da Genova a Ravenna. Quattro facchini specializzati di una nota ditta di trasporti che non a caso ha il nome "Cristoforo Colombo"  hanno perfettamente fasciato, inscatolato e caricato le bambole sotto gli occhi emozionati dei donatori e di chi riceveva questa preziosa collezione raccolta in tanti anni con amore, passione e competenza.
Ora queste belle pupe dagli occhi lucenti, dalle ciglia folte, dai capelli biondi e bruni, dagli abiti a trine e a pizzi e nastri di seta escono dalla carta e dall'ovatta in cui sono avvolte per ricevere una nuova collocazione.
Le bambole di panno, le famose "Lenci" di Torino che hanno fatto sognare varie generazioni di bambine di tutto il mondo, sono state le prime a essere collocate nelle teche del Museo e sono già esposte per il piacere dei visitatori. Fra di esse vale la pena segnalare una bambola "Modello 109" del 1926 e una rara bambola con la bocca dipinta atteggiata - diversamente dalle tipiche bambole Lenci con espressione imbronciata o tutt'alpiù sorpresa - in un sorriso. Particolarmente graziosa è inoltre una bambola della serie "Mascotte" con il viso stupito visto che sulla testa le è "caduto" un gattino.
Nella collezione non mancano bauletti contenenti corredini per bambole di varie epoche, completi da lettini e culle. Fra gli abiti, anche una divisa da Balilla completa di fez, che potrà far mostra di sè accanto a una bambola già presente al Museo vestita da Piccola Italiana. Una piccola scatola non più grande di una mano di bambino, foderata di seta grigia contiene un servizio da toeletta per la bambola: pettini, spazzole e specchio realizzati in avorio e perfettamente conservati.
Mentre alcuni oggetti sono in miniatura altri sono a grandezza naturale. Alcuni bebè di terracotta dalle espressioni sorridenti e dalle guance rubiconde hanno le dimensioni di un bimbo vero; con le loro braccia tese, i dentini bianchi che fanno capolino tra le labbra rosse semiaperte suscitano ricordi lontani di giochi e desideri.
Piccola, ma particolarmente curiosa per il dettaglio della realizzazione, una scatola a forma di edificio la cui apertura del tetto e di una parete rivela un'insegnante con la sua classe di sei alunni seduti ai banchi davanti ai loro libri. Completano l'ambiente la cattedra, il pallottoliere, la lavagna.
Un pannello informerà presto i visitatori che tutte le bambole contrassegnate da un cuoricino di panno rosso appartengono alla collezione "Valentina Accame" gentilmente donata a suo ricordo. A completare questo lascito sono state donate due casse di libri che andranno a incrementare il posseduto già esistente della biblioteca del Museo, che vanta circa quattrocento volumi riguardanti la letteratura classica per l'infanzia e l'adolescenza, stampati in varie epoche e lingue. Si tratta di testi specifici sulla storia delle bambole e del giocattolo che offriranno un motivo in più agli "addetti ai lavori" per visitare il Museo.
Proprio sul lato scientifico il Museo si sta adoperando per studiare, riconoscere, datare i pezzi, soprattutto i più rari, prima di esporli al pubblico.
In realtà il Museo, che è ancora denominato "piccolo", non può più essere considerato tale. Purtroppo per la totale impossibilità di ampliare gli spazi espositivi dell'attuale sede, divenuti insufficienti con l'arricchirsi continuo delle collezioni, non tutte le bambole che da Genova sono giunte a Ravenna potranno essere esposte. Per ora avverrà una sorta di rotazione, ma è assolutamente auspicabile una sede più ampia che possa permettere una completa visione di tutto il materiale.
Ravenna, famosa per i suoi mosaici, per le basiliche bizantine e teodericiane, per la sua cinta muraria, per l'acqua del mare che giunge insospettatamente fino in città, possiede tanti altri piccoli grandi tesori che chiedono solo di essere scoperti e adeguatamente valorizzati a tutto beneficio della comunità e della cultura ravennate.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 18 [2014 - N.50]

[indietro]