La ceramica che cambia

Al MIC dal 27 giugno al 1° febbraio 2015 è in mostra la scultura ceramica italiana del secondo dopoguerra: da Fontana a Leoncillo, da Melotti a Ontani

Claudia Casali - Direttrice MIC di Faenza

La mostra su Arturo Martini, inaugurata nell'autunno 2013 nelle sedi del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza e di Palazzo Fava a Bologna, ha fornito importanti spunti di riflessione sull'evoluzione storico-artistica del linguaggio ceramico nel dopoguerra. Martini, pur essendo il più importante scultore figurativo del Novecento italiano ed europeo, fu un grande innovatore che seppe guardare oltre la propria poetica legata agli antichi e ai grandi padri della scultura italiana, introducendo nel proprio percorso soluzioni precorritrici di codici espressivi poi adottati nel secondo dopoguerra. Soprattutto negli ultimi anni della sua intensa creazione, l'artista trevigiano fornì spunti poi adottati dai suoi allievi e dalle generazioni successive, soluzioni legate all'informale, al neocubismo, alla dimensione astratta della scultura, elementi affrontati anche teoricamente da Martini nel suo ultimo famoso pamphlet, edito nel 1945, dal titolo "Scultura lingua morta".
È da queste premesse che è stata concepita la mostra dal titolo "La scultura ceramica italiana del secondo dopoguerra", che ha inaugurato presso il MIC di Faenza il 27 giugno. L'esposizione è organizzata grazie al fondamentale contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, e con la collaborazione di un Comitato scientifico di studiosi d'eccezione: Maria Vittoria Marini Clarelli, Luigi Ficacci, Cecilia Chilosi, Flaminio Gualdoni, Nico Stringa e Claudia Casali.
L'obiettivo di questa mostra è ripercorrere le principali tappe della nostra storia scultorea ceramica attraverso protagonisti che ne hanno indubbiamente cambiato le prospettive, grazie a contenuti innovativi e straordinariamente contemporanei.
Per la prima volta vengono esposti assieme i grandi protagonisti del cambiamento della scultura ceramica e per la prima volta viene documentato, con un prestigioso catalogo, un percorso di innovazione estetica e di novità linguistica. La ceramica contemporanea oggi è linguaggio privilegiato nel sistema dell'arte contemporanea e oggi più che mai diviene riferimento per tanta parte della produzione artistica giovanile.
Questa mostra è l'occasione per evidenziare un dialogo tra generazioni, con uno sguardo sovranazionale, che pone al centro una materia, la ceramica, declinata nelle tante poetiche che hanno interessato il nostro XX secolo, includendo anche gli artisti stranieri che hanno notevolmente influito sulla produzione ceramica artistica nazionale (Jorn, Diato, Fontana, Matta).
Partendo da Melotti, Leoncillo, Fontana, Valentini, per giungere ai più "contemporanei" Ontani, Paladino, Bertozzi&Casoni (per citare i nomi più noti), neocubismo, informale, pop art, minimalismo, arte concettuale, figurazione sono i temi analizzati per fornire uno sguardo ad oggi inedito di un percorso di grande eccellenza artistica, nella quale l'Italia ha avuto un ruolo chiave indiscusso.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 17 [2014 - N.50]

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