Umberto Foschi

Grande studioso della Romagna ha speso tutta la vita in una appassionata ricerca basata sul documento e sulla tradizione orale, producendo una grande quantità di opere oggi divenute dei classici della letteratura romagnola

Franco Gabici - Capo Reparto Attività Scientifiche e Museali del Comune di Ravenna

Nel dicembre scorso, dopo breve malattia, è morto il professor Umberto Foschi, grande studioso della Romagna, della quale ha saputo cogliere non soltanto gli aspetti storici e folcloristici, ma soprattutto l'essenza e la vera anima di una terra alla quale si sentiva profondamente legato da un amore quasi filiale. La Romagna, ben presto, si identificò con Foschi e Foschi si identificò con la Romagna: binomio inscindibile e unico, che ha lasciato una grandissima eredità di studi e di ricerche. Nato a Castiglione di Cervia l'11 dicembre 1916, dopo aver conseguito la laurea in Lettere all'Università di Bologna, il prof. Foschi iniziò la sua carriera nel mondo della scuola come docente di lettere insegnando per molti anni all'Istituto Ginanni. Ma fra una lezione e l'altra andava lievitando la vera passione della su vita, lo studio a tutto tondo delle tradizioni e degli ambienti romagnoli. Foschi ha speso tutta la sua vita in una appassionata ricerca che si basava sul documento e sulla tradizione orale e ha sempre cercato di andare alla radice delle nostre tradizioni con l'intenzione non tanto di ritornare anacronisticamente al passato, quanto piuttosto di recuperare i forti valori di una tradizione che hanno sempre caratterizzato la gente romagnola. Foschi fu uno studioso attento, ma soprattutto fu un punto di riferimento per gli studiosi o i cultori. Era l'incarnazione vivente dello "schedario Muratori", perché nella sua memoria aveva immagazzinato tutto il sapere della Romagna. E difficilmente si usciva da un colloquio col professore senza avere avuto un suggerimento o senza avere acquisito una notizia o una curiosità. Impossibile elencare tutto quello che ha prodotto, ma prima o poi è necessario che qualcuno provveda a compilare una bibliografia dei suoi scritti. A Cervia - luogo delle sue "radici" - ha dedicato studi di grande spessore che recentemente sono stati raccolti in un cofanetto (Tipografia Artestampa), una vera "cattedrale" di studi, ma soprattutto un omaggio devoto alla sua terra d'origine. Fondamentali anche i saggi sulle "ville" patrizie e sulle "frazioni" del Comune di Ravenna. Alcuni suoi volumi sono diventati dei veri classici della letteratura romagnola, come le due pubblicazioni dei proverbi e modi di dire romagnoli (Longo Editore) e i lavori, insieme a Gaetano Ravaldini, su Ravenna e ravennati del secolo scorso (Libreria Antiquaria Tonini). Il suo impegno di uomo di cultura lo portò alla presidenza della "Dante Alighieri", di "Italia Nostra" e a figurare nei quadri di numerosi associazioni e accademie. Non va dimenticato, inoltre, il suo impegno nel recupero di antichi monumenti del nostro patrimonio, come il restauro della morigiana "Casa delle Aie", considerato oggi un vero gioiello. Molto intensa anche la sua attività di giornalista pubblicista, con le collaborazioni al "Carlino" e ai periodici locali. Era lo stesso Foschi, infine, a preparare periodicamente "La Pié", la rivista romagnola fondata da Aldo Spallicci che continuava a uscire grazie al suo lavoro.

Personaggi - pag. 8 [2001 - N.10]

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