Santi Muratori

Un anniversario importante per l'intellettuale che fu uno storico direttore della Biblioteca Classense

Claudia Giuliani - Direttrice Biblioteca Classense di Ravenna

Cento anni fa Santi Muratori, capace e brillante intellettuale ravennate, assumeva l'incarico di direzione della Biblioteca Classense di Ravenna e alla Classense la sua figura rimase indissolubilmente legata, in un binomio che reciprocamente arricchì l'uomo e l'istituzione.
Sono numerose le biografie che di Muratori narrano il percorso di studi e di lavoro, peraltro quasi prevalentemente tracciate a ritroso, a partire cioè dalla morte, avvenuta in concomitanza, forse non casuale, con il grave bombardamento che colpì la città di Ravenna il 30 dicembre 1943. Una morte che apparve in tragica sintonia con la sofferenza della città amatissima, con le distruzioni di importanti monumenti, in ultima istanza con il vertiginoso precipitare degli eventi bellici.
Santi era nato a Ravenna nel 1874 e al liceo di Ravenna, collocato allora nella Classense, aveva studiato, per poi laurearsi all'Università di Bologna. Dapprima professore di lettere nei licei di varie città, coltiva studi "ravennati" emergendo dapprima quale pubblicista erudito. Giovanile il suo più ponderoso saggio, di stampo biografico-critico, I tempi, la vita e l'opera letteraria di Jacopo Landoni (1772-1855), uscito nel 1907. Sono anni questi in cui si rafforza, grazie agli studi seri, alla grande competenza e conoscenza delle varie manifestazioni della storia locale, dall'epigrafia alla numismatica, alla storia dell'arte, il suo prestigio di studioso: arrivò a produrre circa 300 titoli nell'arco della vita.
Si manifesta fin dai primi anni della sua attività di intellettuale versatile in campo umanistico, una frequentazione consapevole con le fonti, una conoscenza degli archivi, dei manoscritti ravennati e classensi in particolare. Viene affermandosi la "stoffa" di cultore di quelli che oggi chiameremmo "beni culturali", che si andava affiancando a Corrado Ricci, con il quale intrattenne una lunga e importante amicizia, tanto da essere da Ricci salutato con presago ottimismo, quando entrò alla Classense, come bibliotecario onorario.
Accanto ad un interesse vivissimo per le istituzioni culturali, i monumenti e la città tutta, in una ricerca amorosa di salvaguardia, si mantiene vivo negli anni, in "Santino", il culto per Dante. È infatti a Muratori che dobbiamo la promozione delle Lecturae Dantis a Ravenna, la riattualizzazione dell'antico refettorio camaldolese in Sala Dantesca, nel 1921, l'istituzione dell'Opera di Dante, le celebrazioni per il VI Centenario della morte, nel 1921. Tutta la politica culturale "dantesca" a Ravenna, fortemente voluta da Corrado Ricci, è stata sostanzialmente tracciata da Santi Muratori. Entrambi hanno condiviso un progetto che ancora oggi delinea la dimensione "dantesca" di Ravenna.
La Biblioteca Classense, che diresse per trenta anni, divenne con Muratori, felicemente, il fulcro della vita culturale cittadina, grazie ad una "operosità" bibliotecaria che si espresse nella modernizzazione degli spazi, nella cura degli acquisti resa possibile da un'alta competenza bibliografica, nella analitica indagine sui temi ravennati e romagnoli che spaziò dalla più alta erudizione e consapevolezza storiografica alle "curiosità" e si concretizzò nel formidabile Catalogo Muratori, ancora oggi insostituibile punto di partenza per ogni ricerca di ambito locale.
Certamente non vanno sottovalutati sia il grande apporto dato alla conoscenza dei Fondi Classensi da Silvio Bernicoli, prima bibliotecario poi archivista, sia dagli efficaci avvalli politici che Corrado Ricci e Luigi Rava non fecero mancare alla amata biblioteca patria durante i migliori anni "muratoriani". La forza di istituzione culturale della Classense, la fama delle sue raccolte, da Muratori descritte nel suo bel saggio contenuto in Tesori delle Biblioteche d'Italia a cura di Domenico Fava, si amplificarono contribuendo a collocare la Classense fra le principali biblioteche italiane.
Difficile valutare quale fosse la progettualità culturale del Muratori bibliotecario, e forse essa si espresse maggiormente nel legame amorosissimo, e venato di suggestioni letterarie, con la "sua" Ravenna. Certamente dietro la "vulgata" del bibliotecario avvolto nella "spolverina" e racchiuso al sicuro nell'eremo di Classe, è ancora da delineare appieno l'intellettuale curioso e insoddisfatto, raffinato e istintivamente non "organico", nonostante le apparenze, che si nascose in questo "schivo e fine" rappresentante della cultura istituzionale di provincia.

Personaggi - pag. 8 [2014 - N.50]

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