Esplorando i confini dell'arte

I percorsi didattici del MAR di Ravenna alla scoperta dell'arte dei "folli"

Filippo Farneti - Responsabile Servizi educativi MAR di Ravenna

Tutti i bambini sono degli artisti, il difficile è rimanere artisti quando si cresce (Picasso).
È vero che i bambini sono artisti? O sarà che gli artisti sono tutti un po' bambini? Sicuramente artisti e bambini hanno molte cose in comune nel modo di comportarsi nei confronti della realtà e probabilmente è proprio per questo che Picasso affermava con convinzione che i bambini sono tutti artisti. Bambini e artisti hanno in comune la curiosità verso il mondo che li circonda e la curiosità è la scintilla che accende la fiamma dell'arte perchè innesca il desiderio di ricerca che a sua volta porta alla scoperta di cose nuove, alla sperimentazione e alla trasformazione della realtà. Il bambino sperimenta per dare un significato alle cose che scopre, l'artista per modificare il significato delle cose che conosce, per trovare nuove direzioni e diversi punti di vista. Nell'attività creativa dei bambini convergono esigenze ed esperienze molto diverse: curiosità, scoperta, sentimenti intensi che diventano forme, suoni, movimento; è l'arte il mezzo privilegiato per esprimere liberamente se stessi e le proprie emozioni. Durante la crescita dell'individuo il contatto con i linguaggi artistici continua a influenzare la creatività e l'interazione con il mondo esterno agevolando l'espressione di sé e la comunicazione con gli altri.
Come guidare il bambino verso la materializzazione delle proprie intuizioni? I percorsi didattici proposti dal MAR si fondano su una metodologia che concepisce l'educazione all'arte come uno stimolo allo sviluppo della sensibilità, alla comprensione della propria identità, della realtà che ci circonda e all'apertura verso l'universo delle idee e delle possibilità. L'arte, infatti, "serve a moltiplicare i punti di vista", come diceva Picasso, a "creare cortocircuiti cognitivi", secondo Duchamp, aiutandoci a "riconoscere nella banalità tratti di grandiosità", come pensava Andy Warhol. Molti artisti, nel corso del Novecento, hanno scoperto nell'arte infantile e nell'immaginario di autori folli e autodidatti una nuova linfa a cui attingere per superare limiti e confini posti loro dalle nozioni tecniche e teoriche dell'arte ufficiale. È stato Jean Dubuffet il primo a riconoscere dignità e valore artistico alle opere degli alienati e degli autodidatti, collezionandole e teorizzando nei suoi scritti una nuova corrente artistica: l'Art Brut. La mostra BORDERLINE, artisti tra normalità e follia ha presentato al pubblico i più importanti protagonisti dell'Art Brut, messi a confronto con artisti ufficiali che all'arte outsider hanno guardato per trovare nuove idee e stimoli creativi.
In occasione dell'esposizione è stato interessante coinvolgere i bambini e i ragazzi nei percorsi e nei laboratori didattici proposti per tutte le fasce di età, a partire dalla scuola dell'infanzia. Per i bambini è stata un'occasione per scoprirsi simili agli artisti e per inventare mondi fantastici dove fantasia e realtà si sono prese per mano, attraverso la realizzazione di speciali cartoline visionarie, maschere per rivelare la propria identità segreta e speciali diorami con cui dare una forma tridimensionale alle creazioni della propria immaginazione. Per i più piccoli è stato realizzato per l'occasione un grande libro illustrato per raccontare i dipinti degli artisti più noti trasformando la mostra in un'itinerante favola speciale.
È stato come un viaggio ai confini dell'arte, confini che abbiamo attraversato insieme con curiosità e meraviglia. Come ulteriore ausilio alla partecipazione dei bambini è stato pubblicato un quaderno didattico con ampi spazi dove mettersi alla prova disegnando e colorando alla maniera di artisti ufficiali e 'artisti brut'.

Esperienze di didattica museale - pag. 22 [2013 - N.47]

[indietro]