La "Storia dell'Astronomia" del giovane Leopardi

Il Planetario di Ravenna celebra i 200 anni del poema in prosa dedicato alla scienza del cielo

Franco Gàbici - già Direttore del Planetario di Ravenna

Il Planetario non poteva far passare sotto silenzio una ricorrenza che mescola mirabilmente cielo e poesia. Quest'anno, infatti, ricorrono i duecento anni della Storia dell'Astronomia (1813) scritta in sei mesi da un giovanissimo Giacomo Leopardi che in quel periodo, va ricordato, non è che se ne stesse con le mani in mano a contemplare il cielo e la luna, ma era totalmente immerso nello "studio matto e disperato" del greco, del latino e dell'ebraico.
Il padre Monaldo ricorda che suo figlio Giacomo, all'epoca quindicenne, scriveva i suoi appunti astronomici seduto a "un tavolino presso la finestra, con le spalle rivolte a levante" componendo una lunga e articolata storia dell'astronomia che si arrestava al 1811, un anno caratterizzato dall'apparizione nel cielo di Recanati di una cometa assai luminosa. Il titolo completo di questa opera giovanile del poeta è infatti Storia della Astronomia dalla sua origine sino all'anno 1811. L'opera, però, restò per molto tempo nel cassetto perché non convinse mai sino in fondo il suo giovane autore tant'è che sarebbe stata pubblicata postuma solamente nel 1880.
La Storia dell'Astronomia colpisce innanzitutto per la dovizia di citazioni e di note, un lavoro favorito sicuramente dall'avere a disposizione la fornitissima biblioteca del padre (circa 16 mila volumi), ma in questo paziente lavoro di raccolta e di elaborazione dei dati il giovane Leopardi ha messo sicuramente del suo, mostrando una straordinaria capacità di sintesi e soprattutto dimostrando di aver compreso l'importanza di certi passaggi.
Questo grande poema in prosa dedicato all'astronomia, una disciplina che Giacomo definisce all'inizio della sua trattazione "la più sublime, la più nobile tra le Fisiche scienze", è stato spesso criticato o quasi del tutto ignorato dalla critica perché considerato uno sterile esercizio di erudizione. Solo l'astronomo Pio Emanuelli prese in considerazione questa opera giovanile e definì Leopardi "storico dell'astronomia". Non mancano però le eccezioni e infatti il leopardista Rolando Damiani scrive che l'astronomia "delimitò lo spazio, tra la terra e il cielo, delle sue (di Leopardi, n.d.r.) prime idee sulla natura e sulla scienza, sulle cose fisiche e metafisiche" e parlando dello stretto rapporto che Leopardi ebbe sempre col cielo Damiani scrive ancora che "prima di interrogare i cieli" il giovane Leopardi "li ha esaminati con una attenzione quasi filologica, poiché il cielo era il solo libro della natura che sfogliasse quotidianamente, nell'esistenza astratta e desertica cui si votava".
Di queste pagine leopardiane colpisce anche la straordinaria modernità e il metodo con cui Leopardi affronta certi temi quali la pluralità dei mondi, la vita extraterrestre e quell'immensità dell'universo che sarebbe diventata uno dei temi della sua poetica. Molto interessanti anche le riflessioni sull'astrologia, che Leopardi definisce "parto infelice dell'umana ambizione e follia".
Il giovane Leopardi, inoltre, dimostra di aver compreso l'importanza di certe "svolte" del pensiero astronomico e lo dimostrano le considerazioni che dedica a Newton, il cui pensiero segna il definitivo passaggio dall'astronomia antica all'astronomia moderna, a Galilei e soprattutto al Seicento, il secolo delle grandi rivoluzioni scientifiche.
La Storia dell'Astronomia si ferma all'anno 1811 ma alcuni anni fa Margherita Hack ha voluto darle un seguito pubblicando Storia dell'astronomia. Dalle origini al Duemila e oltre, un segno di continuità e soprattutto un debito di riconoscenza verso il geniale studio di Leopardi. E il Planetario, che già nel 2005 dedicò a Leopardi uno studio, nel prossimo autunno darà spazio a questo evento per onorare la giovanile fatica del poeta che scrisse la storia dell'astronomia mosso dal "sì giusto rimprovero" di Plinio che "lamentossi un tempo della negligenza degli antichi nello scrivere la storia de' progressi dello spirito umano nella scienza degli astri".
La Storia dell'Astronomia di Leopardi è sicuramente un lavoro di erudizione scientifica ma resta pur sempre un'opera letteraria. Immergendoci nelle sue pagine tocchiamo con mano gli aspetti poetici dell'astronomia e dopo due secoli questo lavoro mostra ancora tutta la sua validità e continua a veicolare lo straordinario messaggio che la scienza non è una questione arida e fredda ma presenta anche un'anima poetica.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 19 [2013 - N.47]

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