Un deposito aperto a tutti

Il museo NatuRa valorizza i suoi depositi per costruire una relazione di appartenenza e di comunità

Francesca Masi - Responsabile Museo NatuRa di Sant'Alberto

"Quando riusciremo a far capire che il deposito 'è' il museo, che è parte costitutiva ed irrinunciabile al pari delle opere esposte, sarà sempre troppo tardi" (A. Paolucci).
Il museo NatuRa è l'approdo di un complesso percorso di ripensamento del tradizionale museo civico di scienze, infatti dallo storico edificio della Loggetta Lombardesca, dove si trovava, come tradizione dei musei di questo tipo, accanto alla Pinacoteca, è stato operato un trasferimento, nel corso del 2004, presso il Palazzone di Sant'Alberto, antica hostaria estense, immersa nel Parco del Delta del Po, che ha dato vita a uno spazio improntato alla relazione, all'azione e alla narrazione. Le collezioni di esemplari naturalistici sono state ricollocate, nel contesto di provenienza, in un processo di attribuzione di senso del museo rispetto al territorio e soprattutto è stata fatta una scelta forte in termini espositivi che ha privilegiato sull'impostazione tassonomica delle originali collocazioni la creazione di percorsi tematici volti a rendere la complessità dell'ecosistema di riferimento.
Questa "rivoluzione" allestitiva ha reso necessaria una riduzione dei pezzi esposti e la conseguente adozione di criteri espositivi basati sul sistema della rotazione delle collezione da un lato, così come prescritto dalle linee guida ministeriali (MiBAC, 2001, pp. 41-2) dove si afferma che "Nell'ambito dell'attività espositiva, va prevista anche la rotazione degli oggetti in deposito, al fine di estendere l'accessibilità delle collezioni" e dall'altro sulla creazione di un deposito visitabile, realizzato nel rispetto dell'originaria impostazione museale. Questa iniziativa è in grado di offrire una visione completa del patrimonio e delle attività museali precedenti all'esposizione delle collezioni, per rendere accessibile a tutti la gestione e l'organizzazione del museo, allontanandolo dall'idea di staticità che certamente non gli appartiene. È un'occasione per approfondire la conoscenza del museo sia in termini storici, la sua evoluzione, che funzionali, vale a dire le diverse possibilità di fruizione di un'istituzione che si rivolge al pubblico che non conosce specificatamente la materia e allo stesso modo agli studiosi che vogliono approfondire aspetti particolari. La possibilità di fare entrare il pubblico dei non addetti ai lavori nel "cuore pulsante" del museo, vale a dire il deposito, è una parte della volontà di costruire una relazione di appartenenza e di comunità, in modo tanto curioso e divertente quanto educativo.
Pertanto il "deposito visitabile" sito al terzo piano dell'edificio e di totale accessibilità da parte di ogni categoria di utenti, grazie alla presenza di un ascensore e di servizi igienici, è anche luogo di attività di promozione e valorizzazione specifiche oltre che di studio e ricerca. La contiguità a uno spazio riservato a incontri e presentazioni, costituisce una modalità che consente un'interessante interazione tra patrimonio e costruzione di relazioni, infatti il numeroso pubblico che partecipa alle iniziative del museo ha modo di conoscere non solo la narrazione scelta nel percorso museale, ma anche le radici e il fondamento stesso di quanto allestito, passando così da una visione per necessità di prospettiva a un'inclusione partecipativa al museo nel suo complesso.
In particolare tale sezione museale offre uno spunto di approfondimento e una panoramica molto completa dei principali gruppi di uccelli della zona. Il criterio adottato per la disposizione è tassonomico, ovvero nelle vetrine gli uccelli sono principalmente raggruppati in base alle "famiglie" di appartenenza, dando così modo al visitatore di apprezzare non solo la ricchezza di specie presente nei vari gruppi esposti, ma anche le differenze intraspecifiche che si possono individuare tra individui della stessa specie. Con un criterio diverso è allestita una piccola sezione del deposito in cui trovano posto le anomalie cromatiche riscontrate in esemplari di uccelli molto diversi tra loro, ma che si distinguono dai loro simili per albinismo, melanismo o isabellismo, ovvero anormalità nella colorazione del piumaggio. Nel deposito visitabile trova la sua collocazione anche una sezione interamente dedicata agli invertebrati e che accoglie molte cassette entomologiche dedicate alle farfalle diurne e notturne e ai coleotteri Cerambicidi delle nostre pinete. È presente anche uno spazio dedicato ad artropodi esotici, tra cui ragni e scorpioni, un'ampia sezione malacologia di conchiglie del mare Adriatico e terrestri della Romagna e qualche esemplare di rettili, sia autoctoni sia esotici.

Speciale Depositi museali - pag. 11 [2013 - N.47]

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