La Collezione Monticelli

Approvato dalla Regione Emilia Romagna il progetto di conservazione, catalogazione, restauro e promozione della collezione di burattini, marionette, scenografie e manoscritti del XIX secolo, di proprietà della Famiglia Monticelli

Roberta Colombo - Teatro del Drago

Il 31 ottobre 2001 alle ore 18, presso la Chiesa di San Domenico (via Cavour) a Ravenna, si è inaugurata ufficialmente l'esposizione dei materiali antichi della Collezione Monticelli. Si contano una cinquantina di marionette, un centinaio di burattini, circa duecento scenografie, oltre cento copioni manoscritti e numerosi materiali cartacei di tournée (locandine, lettere, bandi, permessi), nonché materiale sparso (teste di legno, mani di burattini, costumi per burattini e marionette). La collezione ha la particolarità di essere composta da "pezzi vivi", non assemblati dalle mani di un valente collezionista, ma creati e mantenuti per essere protagonisti degli spettacoli che la Famiglia Monticelli ha prodotto a partire dalla prima metà del XIX secolo fino ad oggi. La mostra rientra in un più vasto progetto regionale che prevede, in tappe successive (la conclusione dei lavori è prevista per dicembre 2003), una serie di interventi di carattere interdisciplinare basati sia su tecniche tradizionali che sulle nuove tecnologie: ordinamento, inventariazione e precatalogazione; restauro scientifico e conservazione; digitalizzazione; creazione di un CD ROM e di un sito Internet; stampa grafica di vari strumenti informativi; circuitazione dell'esposizione nella Provincia di Ravenna, sul territorio nazionale ed europeo. Tale progetto è stato finanziato in base alla Legge Regionale 13/1999 Norme in materia di spettacolo (art. 4, comma 2), come patrimonio storico culturale di spettacolo, ed è stato realizzato dalla compagnia di teatro di figura Teatro del Drago (diretta erede della Famiglia Monticelli), in collaborazione con l'Assessorato ai Beni e alle Attività Culturali della Provincia di Ravenna e all'Assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna. In questi mesi si è avviata anche una collaborazione con l'Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia Romagna, soprattutto per quanto riguarda la sezione di ordinamento, conservazione e restauro, mentre per il tour europeo, il riferimento è il programma comunitario Cultura 2000, che prevede un intervento diretto sul mondo dello spettacolo nell'anno 2003. Negli ultimi venti anni, il Teatro del Drago, ha cercato di promuovere e di conservare al meglio le centinaia di materiali che la Famiglia Monticelli si è tramandata di generazione in generazione. A partire dal 1979 è iniziato così un percorso espositivo mirato alla promozione nel settore internazionale e alla volontà di valorizzare la collezione in ambito locale. L'unica strada possibile e percorribile è stata quella di "costanti" ed itineranti mostre; fra quelle realizzate a Ravenna da menzionare nel 1986 Ravenna e la sua tradizione, in cui, a Palazzo Corradini, furono esposte le Collezioni storiche Mazzavillani e Monticelli; seguirono l'esposizione del 1987 presso la Casa Matha, quella del 1995 presso l'Albergo Cappello e quella del 1999 presso Santa Maria delle Croci. In questo contesto importante fu l'esperienza del 1996 con l'apertura provvisoria (un anno) del Museo della Collezione Monticelli presso il Teatro Mariani. Se a queste tappe storiche si unisce l'interesse delle istituzioni forse questo è il momento (almeno questo è il desiderio, nonché il motore propulsivo che ha dato il via al progetto regionale) di pensare ad una sede museale definitiva che possa ospitare la Collezione che, fatta eccezione per i momenti espositivi, giace "al buio" nelle casse e nei bauli. A questo proposito è in atto un accordo con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna, volto alla ricerca di un luogo idoneo che possa ospitare la Collezione Monticelli e, pur nella consapevolezza delle difficoltà che si incontreranno sul percorso, ci si auspica che i tempi siano quelli propizi e maggiormente indicati per tale obiettivo. Tutto il lavoro svolto fino ad oggi perderebbe di importanza e sarebbe in qualche modo vano e inconsistente, se non ci fosse la speranza "concreta" di creare un vero e proprio museo.

Collezioni private - pag. 16 [2001 - N.12]

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