Il nostro mare: una ricchezza culturale, sociale ed economica

Gabriele Gardini

Predrag Matvejevic, nella sua seconda a visita a Ravenna descrive l'incontro inaspettato con il poeta russo Josif Brodskij; a cui "interessava questa continuazione di Bisanzio fuori dalla stessa Bisanzio [...] Andammo verso il canale e il porto, raggiungendo la Pineta che era venuta su proprio sul terreno depositato dal fiume, giungendo finalmente alla riva del mare. Le alghe richiamarono a Josif il suo 'cantuccio di Baltico'. Alghe pronunciava compiaciuto il termine russo vodorosli. Gli venne in mente una poesia di Umberto Saba che aveva tentato una volta di tradurre in russo: 'In fondo all'Adriatico selvaggio'. Cosa c'è di 'selvaggio' sull'Adriatico? La domanda mi sorprese. Forse, in primo luogo, il suo entroterra. Non riesce ad adattarsi al mare, non gli si accosta, gli volta le spalle".
Richiamo al Baltico e all'Adriatico che è un mare difficile - sulle sue coste non vi è un'unica cultura ma una successione di culture compenetrate, non vi è un paesaggio, ma innumerevoli - e la cui identità è problematica, nel dissolversi in una pluralità di frammenti e di specificità. Ma con una profonda domanda di integrazione. Tale domanda richiede la realizzazione e il rafforzamento di corridoi infrastrutturali come il Corridoio Adriatico-Baltico, che collegherà Helsinki a Ravenna, attraversando tutto il Centro Europa e che potrà rafforzare la nostra posizione strategica promuovendo lo sviluppo dei traffici economici, della cultura e del turismo. In particolare occorre fare del Corridoio non solo un sistema integrato di infrastrutture di collegamento tra l'Europa del Centro-Nord e il Mediterraneo, tra il versante europeo occidentale e quello orientale, ma l'asse di una strategia per l'incontro e la valorizzazione culturale dei territori attraversati. Esso ha rilanciato, tuttavia, una nozione di Adriatico come regione transfrontaliera, come grande bacino di cultura e di mercato, che riassume il suo ruolo di comunicazione che scorre e mette in relazione le parti di un vasto sistema geopolitico. La costa adriatica è in parte un'entità geografica unica: Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Albania e Grecia condividono parti di un unico contesto con un patrimonio culturale congiunto. Si tratta di un patrimonio con formazione in parte comune, per il quale i paesi che si affacciano sull'Adriatico, nel quadro di progetti europei multilaterali, collaborano da anni al fine di rafforzare la cooperazione nella gestione sostenibile del patrimonio culturale e storico. Tuttavia, c'è ancora un grande potenziale per la cooperazione e per le azioni in rete di valorizzazione del patrimonio culturale e storico di questi paesi. Come organizzare da diverse prospettive il trasferimento di idee, conoscenze ed esperienze per la gestione del patrimonio culturale? Occorre continuare nella strada intrapresa con i progetti europei ParSJad - Parco Archeologico dell'Alto Adriatico e il progetto Openmuseum in corso di realizzazione. Lo Speciale di questo numero è una testimonianza del lavoro svolto da alcuni dei musei del Sistema in merito alla valorizzazione del rapporto tra territorio e acque, salate e dolci.
Continua con un notevole successo di pubblico e di critica l'attività di ricerca del Mar di Ravenna con l'importante mostra Miseria e splendore della carne che rimarrà aperta fino al 17 giugno 2012: il curatore della mostra Claudio Spadoni prosegue la restituzione divulgativa della critica d'arte dopo le mostre degli anni passati dedicate a Roberto Longhi, Francesco Arcangeli e Corrado Ricci. Vorrei inoltre ricordare l'inaugurazione il 10 aprile di una nuova sezione del Museo Varoli di Cotignola, intitolata Giusto tra le Nazioni, che ruota intorno alla narrazione di quella rete dell'ospitalità e della solidarietà che durante il periodo bellico e il protrarsi del fronte sul Senio, ha permesso di salvare 41 ebrei dallo sterminio.

Editoriale - pag. 3 [2012 - N.43]

[indietro]