La collezione Bianchedi Bettoli / Vallunga

Nomi e opere di rilievo per la maggior donazione dei 200 anni della Pinacoteca

Claudio Casadio - Direttore Pinacoteca Comunale di Faenza

Abbiamo già un dato che ci permette di dimostrare quanto la recente donazione Bianchedi Bettoli / Vallunga sia importante per la Pinacoteca di Faenza. In circa quattro mesi, ovvero da metà maggio a metà settembre 2011, i visitatori sono stati più del doppio del corrispondente periodo dello scorso anno. Nel 2010 infatti i visitatori nelle giornate di apertura in questi mesi erano stati circa 600 mentee quest'anno sono stati più di 1.500! Un buon dato, calcolando che è stato registrato nel periodo estivo, che è quello di minore frequentazione della Pinacoteca.

Ma poiché l'importanza di una donazione, come di ogni altro patrimonio culturale, non si misura solo dal numero dei suoi visitatori, è giusto aggiungere che il lascito testamentario di capolavori e opere d'arte italiana del XX secolo disposto da Augusto Vallunga è probabilmente la maggiore donazione che l'istituto museale faentino abbia avuto nei suoi duecento anni di storia, dove pure vi sono state importanti donazioni anche recenti come quelle Zauli Naldi e Golfieri.

La caratteristica principale della donazione non è tanto nella importanza dei nomi ma nella qualità delle singole opere. La raccolta, pur essendosi formata su quanto è stato possibile reperire nel mercato, è infatti il frutto di una attenta selezione basata su opere significative e importanti di ogni singolo autore. Il De Chirico e il Savinio, ma anche un'opera di Renato Paresce, sono testimonianza degli italiani attivi negli anni '20 a Parigi. Degli anni '30 vi è una natura morta di Severini e una marina di Carlo Carrà, mentre del dopoguerra vi sono opere come una periferia di Sironi. Veri capolavori si datano negli anni '50, come una natura morta di Morandi e opere di Gentilini, Campigli e Turcato. Morlotti, Maccari, De Pisis e altri pittori completano l'elenco degli artisti di questa collezione ora divenuta patrimonio della città di Faenza.

Una collezione che sicuramente onora per primo il suo artefice, il notaio Augusto Vallunga, appassionato d'arte che con le ricerche di una vita ha raccolto tali opere. L'aver voluto che questo patrimonio diventasse pubblico è stato il completamento dell'amore per l'arte che ha alimentato la sua vita. Una scelta meditata, sempre confermata anche prima del suo improvviso decesso, e strenuamente voluta pure dalla moglie Grazia Bianchedi Bettoli, che inoltre ha aiutato l'amministrazione pubblica nel completamento delle procedure di acquisizione.

In questo caso una donazione davvero importante e qualificata è stata il frutto di una situazione particolarmente favorevole. Non è sempre concesso, infatti, di avere piena disponibilità da parte di eredi e familiari a seguire le volontà di un proprio congiunto, tanto più se queste volontà portano a una forte riduzione del patrimonio e a una conseguente modifica degli assetti ereditari. Inoltre non sempre l'amministrazione riesce a dare esiti adeguati in tempi relativamente brevi. Per realizzare le volontà testamentarie di Augusto Vallunga, invece, non solo la moglie e i familiari sono sempre stati concordi ed favorevoli, ma anche il Comune di Faenza ha saputo completare in pochi mesi le procedure di acquisizione e l'allestimento di una esposizione permanente delle opere donate.

Un'attività, quella del Comune di Faenza, che se può sembrare obbligata considerato il valore della donazione, non è sempre scontata. Del resto era stato lo stesso donatore che si era premunito, come è giusto fare in questi casi, mettendo precisi obblighi e scadenze per la realizzazione di quanto indicato nelle condizioni di donazione. Anche a donazione acquisita e con una esposizione pubblica, molto apprezzata come testimoniato dai dati iniziali riportati, non è infatti secondario ricordare sempre che ci sono degli obblighi precisi da rispettare e dei vincoli morali da onorare.

Tra questi è fondamentale anche un continuo impegno nella studio e nella promozione delle opere donate e perciò, anche dopo l'inaugurazione della mostra, continua una intensa attività legata alla donazione, che dovrebbe portare alla realizzazione in tempi brevi di un qualificato catalogo scientifico e all'organizzazione di importanti iniziative e appuntamenti che permettano non solo di ricordare questa donazione che ha reso più ricco il patrimonio artistico faentino, ma anche di apprezzare maggiormente opere d'arte uniche difficilmente presenti nelle piccole città.


Speciale Donazioni Museali - pag. 13 [2011 - N.42]

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