Antico tempo presente

La doppia progettualità dell'IBC per una rete educativa sul patrimonio archeologico tangibile e intangibile

Fiamma Lenzi e Simona Parisini - Istituto Beni Culturali

Antico tempo presente: un ossimoro che forse meglio di ogni altro racchiude l'essenza di quel sottile, talora invisibile, ma tenacissimo filo che attraversa la nostra contemporaneità.

Il presente non potrebbe, infatti, dirsi tale se non volgessimo costantemente lo sguardo oltre le nostre spalle e non sapessimo scrutare il passato con gli occhi curiosi della modernità, rischiarando della sua luce il percorso che ciascuno di noi deve compiere per comprendere e interpretare l'oggi. Al passato, alla sua eredità culturale, alle tracce e materiali e intangibili disseminate dai nostri predecessori lungo la "strada del tempo", l'IBC ha dedicato negli anni molto lavoro e molta progettualità per riscoprirne le orme, le voci, i significati, e insieme valorizzare l'azione delle istituzioni che ne presidiano la conservazione e il godimento, cercando di restituire un'immagine complessiva, non frammentaria, dell'antichità della regione e della sua fisionomia sociale e culturale.

Di questo impegno crediamo siano testimonianza effettiva le iniziative e i progetti brevemente passati in rassegna nelle righe a seguire. Incentivare la conoscenza delle nostre importanti realtà museali e dare ai cittadini l'opportunità di apprezzarne le collezioni e le attività, permettendo così a ciascuno di entrare in contatto con il ricco patrimonio archeologico regionale, costituiscono certamente uno degli obiettivi maggiormente perseguiti dall'Istituto durante il suo concreto operare. Dalla scorsa annualità, in coincidenza con importanti appuntamenti relativi all'archeologia emiliano-romagnola, si è deciso di impostare programmi di "sistema" in grado di coinvolgere intorno ad alcuni tematismi le realtà operanti nel settore. Si è cominciato con "La Settimana della Preistoria", in occasione della XLV Riunione dell'Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria tenutasi a Modena.

Quest'anno è la volta di "Sotto il segno di Roma", un programma di iniziative autunnali, incentrate sulla civiltà romana, che prende spunto dalla ricorrenza dei 2200 anni dalla fondazione di Bononia e dalle collegate manifestazioni di "Archeopolis", e dilata le sollecitazioni scaturite da questo evento proiettandole in una dimensione regionale (http://www.ibc.regione.emilia-romagna.it/wcm/ibc/menu/dx/07parliamo/storico/musei/par/SOTTOILSEGNODIROMA/par04_scelta/opuscolo_archeopolis_def.pdf).

Da Piacenza a Rimini, grazie all'imprescindibile apporto di una sessantina di musei e anche alla cooperazione delle Soprintendenze e di altri organismi pubblici, si propongono al pubblico oltre cento iniziative, più di cinquanta visite guidate su argomenti che vanno dalla tavola ai costumi funerari, dalla quotidianità delle comunità locali alla gestione delle aree cittadine e rurali, dalla casa all'epigrafia. E poi laboratori e momenti ludici per i bambini e le loro famiglie, dove la creatività e il gioco costituiscono il mezzo per entrare "nel vivo della storia". Una ventina di conferenze spaziano dall'urbanistica alla monetazione, dalle singole realtà archeologiche alle nuove scoperte. Non vanno dimenticate le presentazioni di volumi e di pubblicazioni didattiche illustranti questo momento cruciale della storia regionale e le inaugurazioni di nuovi allestimenti museali.

In particolare il territorio ravennate vede la partecipazione del Museo del Castello di Bagnara, con la collezione romana e una conferenza sulla centuriazione, e quella del Comune di Russi con il suo museo e una visita alla grande villa urbano-rustica. Il Museo del Paesaggio di Riolo Terme presenta a sua volta la raccolta di materiali d'epoca romana, mentre un'interessante serie di incontri e di attività didattiche promossi dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Ravenna entra nel vivo dell'epoca teodericiana attraverso i grandi monumenti cittadini e i reperti del Museo Nazionale.

Ma c'è ancora molto altro, a partire dal cibo. Ecco, allora, la visita che si chiude con un banchetto romano oppure l'apertura di un'anfora olearia o le degustazioni di vini doc. Si può continuare con uno spettacolo teatrale e poi assistere ad un convegno in cui si parla di volontariato archeologico. Rivisitare il passato può anche voler dire essere in prima persona sulla scena della storia e costatare con i propri occhi com'erano, cosa facevano, come si comportavano i nostri predecessori: lo si può fare assistendo all'ultima battaglia fra i Galli Boi e le truppe romane o penetrando in un accampamento militare trapiantato nella modernità di una piazza urbana.

Neppure il momento della formazione e dell'aggiornamento è trascurato. Due cantieri-scuola di restauro, ideati e coordinati direttamente dall'IBC, avvicinano studenti e specializzandi in archeologia alle tematiche e alle metodologie della conservazione del patrimonio, mentre progetti didattici dedicati alle radici archeologiche dell'Unità e all'idea dello stato tra federalismo e unità, offrono, in forma di corso di aggiornamento per gli insegnanti, l'opportunità di riflettere sul cammino che ci ha portati all'Italia di oggi.

Valorizzare il patrimonio archeologico dell'area costiera dell'Alto Adriatico, dal litorale emiliano a quello sloveno, un'area storicamente caratterizzata da un'intensa comunicazione commerciale e culturale, costituisce invece la finalità principale del progetto di cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia (2007-2013) PArSJAd, che impegna l'IBC e altri otto partner, con capofila la Regione Veneto. Sei enti italiani, fra cui i Comuni di Russi, di Bagnara di Romagna e di Voghiera, e tre sloveni concorrono all'ideazione e all'impostazione dell'idea di Parco Archeologico dell'Alto Adriatico inteso come vasto e composito areale accomunato da significativi elementi fisio-geografici, al cui interno coesistono diverse evidenze di interesse archeologico, culturale e paesaggistico e assume rilievo la compenetrazione di valori storici e ambientali. Lo studio di fattibilità del Parco non può prescindere da un'approfondita conoscenza del territorio stesso e da un complesso di azioni integrate e coerenti riguardanti la formazione di idonee figure professionali, l'elaborazione di metodologie didattiche e lo studio di un'efficace comunicazione tradizionale e innovativa.

In regione il progetto coinvolge appieno il Ravennate e il Ferrarese: qui stiamo predisponendo la dettagliata catalogazione dei principali insediamenti storici, con particolare attenzione al tema dell'abitare in villa nella romanità. Tale attività fornisce simultaneamente occasione di ulteriore arricchimento del portale del Patrimonio Culturale dell'Emilia Romagna (http://bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it/samira/v2fe/index.do), ove è già possibile navigare tra i luoghi culturali e le testimonianze materiali del patrimonio regionale, ma non erano ancora annoverati i siti archeologici. A questi ultimi si affiancheranno schede di approfondimento culturale su eventi, personaggi, strade e fonti storiche, così da sviluppare un dettagliato quadro informativo sulla dinamica di evoluzione storica di questo quadrante del distretto adriatico.

Grazie al forte rapporto di collaborazione col Dipartimento di Archeologia dell'Università di Bologna, è in via di progettazione un modello plurilingue di portal technology per facilitare l'accesso ad archivi digitali e basi di dati multimediali mediante la visualizzazione scientifica in 3D dei dati in ambiente immersivo. Pur rappresentando una sperimentazione prototipale, lo sviluppo di simili tecnologie contiene però già in sé l'idoneità a un'applicazione su scala più ampia rispetto all'area di competenza di PArSJAd. Con azioni condivise si vuole anche costruire un contesto di riferimento coerente nella pianificazione urbanistica e ambientale e nello scambio di buone pratiche e modelli operativi per la valorizzazione delle aree archeologiche. Legato a quest'ultimo aspetto è pure l'impegno nell'impostazione di progetti didattici e di formazione al fine di realizzare una comune rete educativa sul patrimonio archeologico tangibile e intangibile, attraverso l'elaborazione di linee-guida e strumenti online.

Al termine del progetto, una guida del Parco, coordinata dall'IBC, elaborerà e presenterà le conoscenze, i dati, le informazioni complessivamente acquisiti, rimanendo a disposizione di tutti come strumento permanente di conoscenza e di divulgazione di questa realtà che ha rappresentato nel mondo antico uno snodo cruciale per le relazioni economiche, sociali e culturali tra Occidente e Oriente.


La pagina dell'IBC della Regione Emilia-Romagna - pag. 4 [2011 - N.42]

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