Donare per arricchirsi

Gabriele Gardini

Si parla molto oggi del destino dei musei nel tempo della comunicazione, della globalizzazione, dei processi gestionali, ma occorre non dimenticare che le collezioni museali si sono costitute inizialmente con le soppressione degli ordini religiosi, e poi nel tempo con acquisizioni come i lasciti ereditari e soprattutto le donazioni di privati cittadini. Il percorso che le ha condotte nelle collezioni museali spesso è stato mediato dal passaggio attraverso una o più raccolte private: proprio il collezionismo privato è stato la principale risorsa per la costituzione del patrimonio dei nostri musei e attraverso cittadini generosi e munifici hanno consolidato l'identità del territorio e della memoria. L'importanza delle donazioni per la nascita, lo sviluppo, la vita delle istituzioni museali è perciò fondamentale. Quali sono le motivazioni che spingono i cittadini a donare per il patrimonio museale e culturale? In un paese come l'Italia, nel quale le risorse economiche per sostenere il patrimonio artistico e culturale sono insufficienti, ciò è di fondamentale importanza. Quali sono, soprattutto, le motivazioni che potrebbero aumentare le donazioni artistiche? In una condizione contrassegnata da limitate risorse pubbliche per la cultura, il potenziale che può scaturire da una continua e fattiva attenzione al tema delle donazioni, da sviluppare con nuove modalità e normative è quindi indispensabile sia per l'acquisizione di nuove opere e documenti che per valorizzazione di quanto già presente nei musei.

Nel nostro territorio sono molti i musei che sono stati destinatari di significative donazioni e lasciti da parte di privati, da collezioni d'arte contemporanea a nuclei di opere e a singoli cimeli che testimoniano il forte legame della comunità con l'istituzione museale locale. E così ad esempio la città di Faenza si arrichisce di quaranta capolavori di arte italiana del XX secolo, esposti in maniera permanente nelle sale della Pinacoteca Comunale, ma anche del pregevole e raro dipinto su carta dell'inizio dell'Ottocento di Felice Giani donato a Palazzo Milzetti. Alcuni di questi lasciti sono descritti all'interno dello Speciale, ma in realtà sono tante altre le donazioni ricevute in questi ultimi anni dai nostri musei, tra cui - per citarne una - la collezione di 266 stampe di Giulio Ruffini al Mar di Ravenna.

Nonostrante i tempi di crisi, i nostri musei si dimostrano particolarmente dinamici, come si deduce dagli articoli su mostre e iniziative riportate su questo numero; ricordiamo la nuova sezione permanente appena inaugurata al MIC di Faenza dedicata all'Estremo Oriente, che si aggiunge alla sezione permanente dedicata alle ceramiche a soggetto sacro aperta solo pochi mesi fa, un nuovo percorso che si colloca a integrazione dello spazio espositivo dedicato alle ceramiche popolari italiane e alle targhe devozionali di ambito emiliano-romagnolo.

Quest'anno un altro dei musei aderenti al Sistema, il Piccolo Museo delle Bambole e altri Balocchi di Ravenna, è stato insignito dell'ambito riconoscimento di museo di Qualità, andandosi ad aggiungere agli altri 10 musei accreditati dalla Regione lo scorso anno. Si tratta in questo caso del primo museo privato di qualità che ha dimostrato di avere una chiara visione della propria vocazione 'pubblica'.

Si invita a non mancare l'importante appuntamento con il nostro convegno "Scuola e Museo" che si terrà il 6 dicembre al teatro Alighieri sul tema Musei: narrare, allestire, comunicare e che presenterà una selezione di interventi che meglio esprimono l'idea di allestimento come luogo interattivo, di coinvolgimento emotivo, sensoriale e di sperimentazione e comunicazione multimediale, defininendo una nuova idea di museo: da semplice collezione di oggetti a premessa di eventi e luogo di origine di molteplici narrazioni.


Editoriale - pag. 3 [2011 - N.42]

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