L'unità dalle ragioni lunghe centocinquanta anni

Gabriele Gardini

Sono trascorsi 150 anni dall'unificazione dell'Italia: un secolo e mezzo durante il quale il Paese è cambiato profondamente, ha modificato i propri modelli di riferimento, ha avuto momenti di sviluppo e affrontato momenti di crisi. Le difficoltà, infatti, rappresentano spesso per la società un'occasione di riflessione. Così l'anniversario dell'unità nazionale può essere un'opportunità per una riflessione collettiva che porti a riflettere sul passato e sul suo presente per guardare consapevolmente al futuro. Giorni di eventi che nel corso del 2011 permetteranno di costruire un quadro dell'identità nazionale condiviso e fonte di orgoglio per tutti gli italiani, nel ricordo del contributo che Ravenna ha dato per questa grande causa fin dal primo Risorgimento, partecipando in modo decisivo ai moti da cui sarebbe nato il processo unitario nazionale. Basti pensare alla Trafila, che consentì a Garibaldi di porsi in salvo nel 1849 e di consolidare un rapporto speciale con i luoghi dove Anita era spirata, segnando per sempre l'immaginario collettivo. Le vicende del periodo risorgimentale del 1848-49 e quelle del 1859-60 in Romagna precedettero con i plebisciti l'unificazione nazionale, coinvolgendo vasti strati popolari e vivono ancora oggi nel ricordo di momenti divenuti simbolici e che ci hanno trasmesso il senso della partecipazione politica e della speranza. L'Unità d'Italia fu perseguita e conseguita - ha detto il Presidente Napolitano nel suo intervento al Teatro Alighieri - attraverso la confluenza di diverse visioni, una combinazione prodigiosa, che risultò vincente perché più forte delle tensioni anche aspre che l'attraversarono: "Ieri volemmo farla una e indivisibile, come recita la nostra Costituzione, oggi vogliamo far rivivere nella memoria e nella coscienza del paese le ragioni di quell'unità come fonte di coesione sociale. Così, anche nel celebrare il 150°, guardiamo avanti, traendo dalle nostre radici fresca linfa per la società e lo Stato".

Nello Speciale ci occupiamo del periodo risorgimentale proprio per offrire uno spaccato della ricca articolazione sul territorio di musei, luoghi e memorie che costituiscono un vero e proprio museo diffuso. Il nostro obiettivo è sempre la ricerca dell'identità: oltre che dar conto dei reperti raccolti nei musei e delle memorie presenti sul territorio, è quello di lavorare sulla memoria e sul senso di appartenenza, in modo da suscitare il desiderio di visitare il museo diffuso con rinnovato spirito di conoscenza. Tantissime iniziative sono in programma nel 2011 in tutta la provincia, dai musei più grandi ai più piccoli, ma anche in biblioteche e altri istituti culturali. Occorre segnalare la Giornata FAI di Primavera 2011 dedicata all'Unità d'Italia durante la quale volontari della delegazione ravennate guidano i visitatori sulle tracce del museo diffuso tricolore; l'apertura del Museo del Risorgimento di Ravenna; a Faenza l'inaugurazione di una nuova sezione permanente del Museo del Risorgimento dedicata a bandiere e uniformi, seguita da un Ciclo di incontri con approfondimenti a tema patriottico-risorgimentale che il Museo ospiterà fino ad aprile; la Notte Tricolore che vede al MIC di Faenza due visite notturne interattive tra storia e musica e al MUSA di Cervia l'apertura straordinaria.

Finiamo segnalando la mostra dal titolo emblematico L'Italia s'è desta 1945-1953. Arte italiana nel secondo dopoguerra, che ha preso il via il 13 febbraio scorso e che fino al 26 giugno sarà visitabile presso le sale del Mar di Ravenna.


Editoriale - pag. 3 [2011 - N.40]

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