Una pacifica convivenza

Le problematiche conservative e di fruizione delle realtà ibride biblioteca-museo-archivio come la Classense di Ravenna

Claudia Giuliani - Dirigente Istituzione Classense di Ravenna

L'entità ibrida delle biblioteche-museo, o delle biblioteche-archivio o di entrambe queste realtà unite in varie, composite combinazioni, stranamente non è stata sufficientemente affrontata negli ultimi anni dalla peraltro assai ricca, letteratura professionale.

Ora è la gestione della fruizione la fase che si impone all'attenzione delle complesse realtà che, sotto il nome di biblioteche storiche, o di conservazione, hanno sino ad oggi privilegiato la tutela, conservando libri e documenti, manoscritti e stampe, oggetti d'arte e di antiquaria, accanto poi, spesso, a complessi archivistici vetusti e di primaria importanza storica. Assai più frequentemente di quanto si creda, forse, e soprattutto negli istituti di conservazione di pertinenza municipale, di storica rilevanza locale, si verifica la "pacifica convivenza" fra beni librari - preponderanti - e beni museali. Ad esempio, nella Biblioteca Classense, che alla caduta dell'antico regime sotto i colpi dell'invasione napoleonica fu dichiarata depôt littéraire, divenendo il luogo dell'accumulo di quel patrimonio che diverrà poi "beni culturale", sopravvivono, accanto agli imponenti fondi librari, nuclei di collezioni museali di assai varia composizione: dalla medaglistica alla numismatica, dalle collezioni pittoriche agli strumenti scientifici, ai cimeli appartenuti a personalità letterarie o storiche.

Accanto a realtà museali già costituite e storicizzate, come il museo dantesco o le collezioni risorgimentali, altri nuclei museali, senza nome o identità, sono stati fino ad oggi sottoposti alla tutela dei bibliotecari. Non diversamente gli archivi. Lo strutturato e noto Archivio Storico del Comune di Ravenna si affianca a collezioni archivistiche di personalità in qualche modo legate alla cultura ravennate. Non diversamente dalle metodologie in uso per i fondi librari già nella fase della tutela, si sono affrontate le problematiche inerenti conoscenza, quantificazione, inquadramento storico degli oggetti o dei documenti e, dove presenti, delle collezioni. A seguire, catalogazioni, restauri, condizionamenti conservativi hanno però richiesto competenze specialistiche di consueto non possedute dal personale addetto alle biblioteche.

Va rilevato che il primario obiettivo della conservazione, una volta raggiunto, conduce al naturale esito di attività gestionali finalizzate alla fruizione. Oggi affrontiamo nuovi problemi, peraltro, sia detto per inciso, non avendo ancora superato i vecchi. Come garantire una fruizione dei beni museali in una biblioteca? Non nella direzione di sporadici casi di esposizioni temporanee o effimeri eventi, ma in programmate prassi quotidiane. Alcuni esempi, nel caso Classense, oltre alla a lungo vagheggiata esposizione delle collezioni risorgimentali, oggi nell'omonimo Museo, sono stati l'esposizione permanente degli strumenti scientifici di Camillo Morigia e il lungo lavoro di studio e recupero della quadreria che ne consente oggi la pressoché totale fruibilità nelle sale della Biblioteca. Anche i mappamondi coronelliani, così come i mappomondi inglesi settecenteschi di George Adams, sono oggi visibili negli spazi del corridoio grande e dell'Aula Magna.

Sul versante della convivenza con gli archivi pubblici o di personalità, essa si è sviluppata felicemente sulla scia, si direbbe, di una sostanziale condivisione di problematiche conservative e gestionali, sì da realizzare una fruizione comune: i fondi storici, antichi e speciali della biblioteca sono consultabili contestualmente a quelli archivistici con grande vantaggio della ricerca, che può liberamente attraversare le stesse tematiche su complessi documentari diversi, ma emanazione delle stesse realtà storiche, politiche o culturali. Si intravedono quindi sviluppi positivi nella direzione del mantenimento di contiguità che spesso consentono inedite ricostruzioni.


Speciale Convergenza Musei Biblioteche e Archivi - pag. 16 [2010 - N.39]

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