La vertigine della lista

Sono centinaia di migliaia i dati consultabili nel Catalogo digitale del patrimonio culturale dell'Emilia-Romagna

Fiamma Lenzi - Istituto per i Beni Culturali

Qualche numero per cominciare: più di 900 fra musei e raccolte, teatri storici, luoghi dedicati all'arte contemporanea, siti culturali di vario genere, da indagare in una pluralità di direzioni e nei reciproci legami insieme alle opere d'arte e d'artigianato, ai manufatti, alle testimonianze materiali contenuti. Circa 100.000 schede descrittive che illustrano peculiarità e caratteristiche del patrimonio, realizzate secondo gli standard catalografici nazionali. Un ricchissimo corredo iconografico con oltre 60.000 immagini raffiguranti singoli beni, ma anche contesti museali ed evidenze architettoniche di pregio. Migliaia di nominativi e cronologie di artisti e autori che popolano l'eloquente lista degli artefici del nostro universo artistico, storico, culturale. Una cospicua serie di riferimenti e citazioni bibliografiche, materiali e documenti sugli interventi conservativi attuati, con fotografie delle opere prima, durante e dopo il restauro e descrizioni delle metodologie adottate di caso in caso.
Poco più di un'istantanea questa, utile però a fotografare e a consegnare con immediatezza l'immagine del Catalogo del patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna, che da un anno a questa parte ogni cittadino, studioso, operatore del settore o semplice curioso può scoprire e visitare a piacimento grazie ad un facile accesso attraverso il web, a partire dal portale dell'IBC, oppure formulando un quesito sui principali motori di ricerca abitualmente utilizzati da tutti gli internauti.
In termini strettamente tecnici, possiamo definire il Catalogo come un sistema informativo, in continuo divenire, realizzato grazie al software web based Samira ®. Unendo e integrando fra loro le risorse informative costituite dall'IBC su supporto tradizionale o native digitali in quasi quattro decenni di attività di valorizzazione, catalogazione, conservazione e sviluppo dei musei e delle raccolte culturali, si restituiscono e rendono esplorabili le innumerevoli connessioni inscritte nell'eredità culturale emiliano-romagnola, in costante rapporto con il territorio che l'ha espressa. La logica sistemica sottesa all'architettura e alla presentazione dei dati aderisce alle esigenze di autonomia e personalizzazione della ricerca considerate oggi il requisito indispensabile di ogni risorsa digitale o di insiemi correlati di risorse di nuova generazione.
Nelle intenzioni dell'IBC sin dalle prime fasi progettuali, il Catalogo voleva anche essere e si propone quindi come uno strumento a sostegno delle politiche e delle iniziative di promozione e gestione attuate da Regione, Province, Comuni, musei, organismi pubblici e privati nel campo della salvaguardia, della conoscenza e della fruizione del patrimonio. Si tratta inoltre di un'occasione per dare visibilità alle fruttuose forme di collaborazione stabilitesi fra questi attori. È doveroso infatti qui ricordare l'apporto di numerosi interlocutori dell'IBC - in primo luogo i musei - alla maturazione del percorso operativo che da "precoci" sperimentazioni catalografiche informatizzate ha portato alla creazione del Catalogo e sta evolvendo verso forme di catalogazione partecipata.
Ne passiamo brevemente in rassegna le componenti principali, che fanno di questo prodotto uno degli esempi più avanzati e compiuti, fra quelli promossi dalle regioni italiane nel contesto delle politiche pubbliche rivolte al patrimonio culturale. La stringente relazione fra contenente, sia esso una sede consueta qual'è un museo oppure una qualsivoglia forma aggregativa del patrimonio, e contenuto, inteso quest'ultimo come singolo elemento culturale, materiale o immateriale, o come nucleo storicizzato di beni, rappresenta il principio ordinatore della struttura organizzativa delle conoscenze.
Nella prima compagine, ampia rappresentanza hanno i musei: un vasto repertorio, imprescindibile riferimento per conoscerne distribuzione, singolarità patrimoniali, attività e servizi al pubblico, in cui trovano posto musei di tradizione e nuove fondazioni, grandi collezioni d'arte e dimore storiche, ecomusei e castelli, musei all'aperto e musei d'impresa. Vi si affianca il prezioso manipolo delle sedi storiche dello spettacolo: una novantina di teatri edificati prima del 1925 - rilevati con cura dall'IBC in lunghi anni di lavoro - che per lo più conservano sostanzialmente intatta l'originaria funzione e lo splendido apparato tecnico e artistico.
È poi la volta dell'arte contemporanea, che per la connaturata vitalità e per il persistente attraversare e interfacciarsi con la realtà odierna non è ancora giunta a registrare un maturo processo di sedimentazione conservativa. Di qui la scelta di mettere a disposizione, senza riserve, un accesso integrato a tutte le informazioni sull'arte contemporanea fruibili nell'area regionale, con risorse e servizi raggiungibili sul web, localmente e in rete: musei, gallerie, collezioni, fondazioni, parchi artistici, siti urbani, sedi espositive, mostre, premi, saloni fieristici, accademie e archivi di giovani artisti.
Asseconda la stessa visione dell'arte contemporanea come bene culturale, unita alla necessità di circoscrivere e conferire consistenza all'insospettabile patrimonio presente sul territorio, l'insieme dei "Luoghi del percento per l'arte" che dà conto della ricognizione sulle opere realizzate in edifici pubblici in applicazione della legge 717/1949 e successive modificazioni. Non manca una mappa delle numerose sedi sparse in cui si concentrano, in virtù della loro vicenda storica o del radicamento territoriale, insiemi - anche non strutturati - di beni culturali. Sono oggetto di attenzione raccolte d'arte di proprietà di Comuni e Province, patrimoni degli enti di beneficenza e assistenza pervenuti alle Aziende sanitarie locali, complessi chiesastici e cimiteriali, centri-visita e di documentazione, edifici termali e altri luoghi ancora.
La ricchezza e la molteplicità di sfaccettature del patrimonio culturale regionale emergono compiutamente dalla consultazione delle categorie del Catalogo. Quasi 70.000 beni storico-artistici, fra cui opere pittoriche, sculture, mobilia e suppellettili, medaglie e placchette, ceramiche e targhe devozionali, arredi liturgici, tessuti. Diverse migliaia di reperti archeologici fra iscrizioni, materiali lapidei, instrumentum domesticum, manufatti metallici e fittili, mosaici, ornamenti, monete. Una nutrita documentazione di beni demoetnoantropologici che, con oltre 16.000 unità, include attrezzi agricoli, utensili delle attività artigianali e manufatturiere, suppellettili della civiltà rurale, testimonianze delle tradizioni economico-produttive locali. E ancora, opere d'arte contemporanea "lette" analiticamente attraverso la specifica scheda OAC, beni tecnico-scientifici comprendenti strumentazione di varia tipologia (bilance, apparecchiature, attrezzature ecc.), ampi segmenti di patrimonio naturalistico (mineralogia, petrologia, paleontologia, botanica, zoologia, planetologia) descritti attraverso le sottospecie del tracciato BN, messo a punto dall'ICCD in concertazione con varie istituzioni, fra cui l'IBC.
Il Catalogo è disponibile parzialmente anche in english version e rappresenta nel suo insieme una nuova opportunità di conoscenza e di studio offerta a chi desideri avere una visione complessiva della memoria storica e culturale della regione. O, per meglio dire, una guida essenziale con cui avvicinarsi alle realtà disseminate nell'area regionale, una modalità di approfondimento del mosaico di relazioni che intrecciano e collegano fra loro l'infinita varietà del manifestarsi del patrimonio culturale, espandendosi nello spazio e nel tempo sino alla più stringente attualità: multiformi espressioni d'arte e oggetti della nostra perduta - ma non dimenticata - quotidianità, memorie documentali e trasmissione orale, spazi della conservazione e dell'esposizione e luoghi della contemporaneità. Un mezzo, insomma, per facilitare il dialogo fra le istituzioni culturali e il pubblico, per porre nel giusto risalto la vitalità e la civiltà culturale dell'Emilia-Romagna.

La pagina dell'IBC della Regione Emilia-Romagna - pag. 4 [2010 - N.38]

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