Tesori di carta

I preziosi fondi incisori delle maggiori due biblioteche della provincia

Daniela Poggiali - Giorgio Cicognani - Fondi Antichi Biblioteca Classense di Ravenna - Fondi Antichi Biblioteca Comunale di Faenza

La Biblioteca Classense di Ravenna conserva numerosi e pregevoli fogli incisi databili dal Trecento al Novecento. Una se pur rapida rassegna deve rendere conto, tra le circa 5000 stampe possedute, di cui 3500 già catalogate, almeno degli esemplari più illustri tra i quali si annovera il fondo delle xilografie, databili tra la fine del Trecento e la fine del Quattrocento, che furono rinvenute nel 1886, all'interno di codici di argomento giuridico dell'abbazia classense. Le quarantacinque xilografie, di soggetto per lo più religioso, erano state incollate dal copista per farcire i suoi scritti sia in relazione al contenuto del testo sia per appagare il proprio gusto estetico. Distaccate dai codici di appartenenza, ebbero da subito grande fortuna critica per la loro rarità e antichità. Per colmare una lacuna sul fronte della storia locale, la Classense acquista da alcuni anni le opere di Marco Dente, incisore ravennate del Cinquecento che fu uno dei più famosi traduttori di Raffaello: a tutt'oggi sono presenti quarantuno incisioni, soprattutto di soggetto storico o mitologico.
Di particolare interesse è anche un volume fattizio, noto come Iconografia Camaldolese, in cui i monaci di Classe, nel Settecento, raccolsero immagini relative a santi e luoghi camaldolesi: una sorta di "storia narrata per immagini" che ripercorre le glorie dell'ordine con incisioni databili tra il XVI e il XVIII secolo. Tra i fondi costituiti in epoca moderna si deve menzionare la notevolissima raccolta dei giochi a stampa che documenta la varietà tecnica e lo sviluppo iconografico dei giochi di percorso e di dadi ed è testimonianza di quella imagerie populaire che ebbe straordinaria diffusione e fortuna. La raccolta comprende anche incisioni antiche, tra le quali, ad esempio, i giochi di dadi seicenteschi di Giuseppe Maria Mitelli. Tra i materiali più interessanti si conserva anche il fondo Biani di carte da gioco, che conta soprattutto esemplari cromolitografati ottocenteschi e primo novecenteschi. Si devono ricordare, inoltre, le importanti raccolte degli artisti contemporanei Giulio Ruffini, Remo Muratore e Tono Zancanaro, il cui corpus incisorio è stato acquisito di recente, donato dall'Archivio Tono Zancanaro, con la collaborazione dell'IBC dell'Emilia Romagna.
L'istituzione del Gabinetto delle stampe e disegni presso la Biblioteca Comunale di Faenza è di recente creazione e risale al 1974. Da ricerche d'archivio, si riscontra che anche prima della distruzione bellica non era mai stata considerata l'ipotesi di una raccolta unitaria che ne sollecitasse l'istituzione forse per la forte tradizione in Faenza della scuola di disegno "T. Minardi" vecchia anch'essa di due secoli, dove, oltre ad abilissimi artigiani, si sono formati grandi incisori e artisti.
La presenza di fogli di stampe faentine nel fondo della Biblioteca è assai importante per ricostruire quel cenacolo di artisti formatosi alla scuola del Marri, come Achille Calzi senior, Francesco Maccolini, Luigi Errani, Francesco Petroncini, Pasquale Bellenghi, Gaetano Utili, Angelo Marabini e Federico Argnani. Arrichisce il fondo locale un originale album ottocentesco appartenuto alla stamperia e calcografia di Angelo Marabini, incisore in Faenza. L'album veniva usato come campionario vendita all'interno della "stamperia" e serviva per mostrare le diverse immagini sacre corredate dei relativi prezzi, assai utile per lo studio sull'iconografia mariana e di alcuni santi. Un'altra importante donazione che ha impreziosito il fondo è stata la collezione di Roberto Sabbatani avvenuta nel 2001. Una raccolta composta di 143 stampe antiche e moderne di grande pregio e rarità. Sono presenti nomi celebri, tanto per citarne qualcuno: Durer, Duvet, Mantegna, Callot, Della Bella, Piranesi fino ad arrivare ai nostri tempi con Picasso, Castellani e Morandi.
Merita una nota particolare la selezione di stampe su seta: una raccolta assai preziosa, se si pensa anche alla delicatezza del materiale, composta da oltre 60 pezzi, il più antico della seconda meà del Seicento, i più numerosi dell'Ottocento.
L'IBC, impegnato da anni nella catalogazione delle stampe conservate negli istituti culturali emiliano romagnoli, ha collaborato alla schedatura dei materiali e si è fatta promotrice di un ricco catalogo che illustra quest'ultima donazione. Al completo il fondo di stampe conta circa cinquemila pezzi.

Speciale grafica - pag. 15 [2010 - N.37]

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