Giuseppe Maestri

Il ricordo di una persona di straordinaria ricchezza interiore e artista finissimo

Franco Gàbici - Studioso di Storia locale

Fa tristezza pensare che sul lucido torchio di Giuseppe Maestri qualche ragnetto impertinente sta ora tessendo con pazienza la sua tela, come se fosse un leggero sipario che chiude una vita e una parentesi artistica. Giuseppe Maestri, infatti, ci ha lasciato da pochi mesi e la città ha perso una persona di una straordinaria ricchezza interiore e un artista finissimo. Nato a Sant'Alberto nel 1929 in una casa a ridosso dell'argine del fiume - dove suo padre Eugenio si guadagnava il pane come guardiano dell'idrovora - Giuseppe lascia poco più che ventenne il paese per trasferirsi a Vicenza e nella città del Palladio lavora in un'impresa di decoratori e di stuccatori. Ritornato in Romagna dopo cinque anni, si stabilisce a Ravenna dove apre una bottega artigiana di cornici e di antiquariato in via Baccarini all'interno della quale, nel 1965, darà vita insieme alla moglie Angela Tienghi, alla 'Bottega', che ben presto diventerà un punto di riferimento e un vero cenacolo di artisti e intellettuali.
E in questa 'bottega' Maestri ha maturato lentamente un suo percorso artistico che si dipana attraverso i colori e la fantasia. Le incisioni di Maestri hanno la suggestione del sogno, un sogno immerso nel blu sul quale si staglia sempre l'immagine di una città con tutto il suo fascino e la sua millenaria storia. Maestri riversa nella sua arte il suo spirito di bambino, che non significa ingenuità, ma rivalsa nei confronti di una realtà che non gli piace e che desidera renderla migliore attraverso la bellezza dei colori. Se la Morante scriveva che il mondo sarà salvato dai ragazzini, Giuseppe le risponde affermando che il mondo sarà salvato dalla gaiezza dei colori. 'I miei colori - era solito dire Maestri - sono una forma di protesta nei confronti di questo mondo troppo grigio e imbrigliato'.
Il critico Raffaele De Grada ha sintetizzato molto efficacemente l'artista, il suo travaglio e la sua onestà di artista: 'Maestri - scrive Grada - non ha mai amato l'improvvisazione e prima di esporre le sue incisioni ha impiegato anni e anni di preparazione raccogliendo ogni giorno dal reale anche ciò che non era visibile agli altri, riaffondando nelle memorie di infanzia e adolescenza, con una esperienza degli scavi di antiche cose preziose, con una cultura del passato che è andata via via allargandosi diventando materia vivente'.
L'arte di Maestri è un'arte sognata, spazio e tempo vengono mescolati per riunirsi in un particolarissimo cronotopo dove non stupisce vedere i pesci guizzare nel cielo o una città galleggiare sull'acqua.
Ma non si può ricordare Maestri senza fare un cenno alla sua passione per il teatro e la recitazione, alle quali si era dedicato in gioventù. Molti ricorderanno ancora il suo modo di leggere e interpretare gli autori dialettali, ma soprattutto i suoi compaesani illustri quali Olindo Guerrini e Francesco Talanti. Maestri, vera 'voce' di Guerrini, dava vita e calore a Pulinera e a Tugnazz facendoli rivivere nel presente. Maestri è stato anche un grande artista della recitazione. Sapeva passare dal tono ridanciano e irriverente al tragico e al drammatico come stavano a dimostrare le sue letture appassionate del Pentateuco del giurisprudente di Guerrini o i versi danteschi di Talanti.

Personaggi - pag. 8 [2010 - N.37]

[indietro]