Un anello di congiunzione tra passato e presente

La nuova sede del Museo di San Pancrazio dà visibilità alle molteplici testimonianze locali

Luciano Minghetti - Associazione culturale La Grama

Il 21 marzo 2009 si è inaugurato il nuovo edificio che ospita il Museo della vita contadina in Romagna. Più ampi spazi hanno consentito la progettazione di nuovi allestimenti, con l'utilizzo di molti degli oggetti, già catalogati e fotografati, che da anni giacevano, sterili memorie, in magazzino per mancanza di spazio. Strutturato a due piani, per una superficie totale di circa 500 metri quadri, l'edificio è collocato di fronte all'area verde principale del paese, adiacente al parco della Scuola Elementare, circondato a nord e ad est da terreni agricoli coltivati a pescheti e a vite.
Al pianterreno, oltre la biglietteria, la libreria e l'ufficio del Museo, si trova la sala di proiezione da 50 posti, il laboratorio di conservazione e restauro e l'ampio laboratorio didattico. A destra si accede all'area espositiva attraverso un tendaggio di corde di canapa naturale sostenute da uno scenografico telaio di acciaio posto a soffitto.
Qui il progetto prevede una serie di "quadri" che esprimono il senso più ampio della vita contadina: un percorso che ci porta da un aratro di legno, simbolo forte, ricco di valenze non solo materiali, a una serie di falci poste a soffitto, a rappresentare le lune nel mondo contadino, fino alla bicicletta del bracciante: quale altro strumento meglio di questo per evidenziare la concretezza della vita contadina! In questo spazio, attraverso l'impiego di nuove e vecchie tecnologie elettroniche, è previsto l'inserimento non invasivo di effetti di luci, suoni ed immagini, al fine di creare un'atmosfera di rispettosa meditazione sulla storia dei nostri progenitori.
Tale area al momento è un cantiere aperto; altre scene si aggiungeranno, e sarà un lavoro lungo e complicato per il quale serviranno sempre più competenze artistiche, tecnologiche e della comunicazione. Una parte di questo spazio espositivo è destinato inoltre a ospitare mostre temporanee, fornendo l'occasione di venire a visitare il museo.
Al piano superiore, caratterizzato da un immenso soffitto a capriate di legno, è stato finalmente realizzato uno spazio per la consultazione della documentazione cartacea, audiovisiva e fotografica disponibile presso il Museo. L'idea di un centro di documentazione nasce in particolare dalla raccolta delle Fiabe di Romagna, pubblicate da Longo Editore in cinque volumi: un lavoro svolto a San Pancrazio di rilevanza internazionale, che deve il suo successo alla ricerca decennale condotta da Ermanno Silvestroni con la guida di Eraldo Baldini. Nel centro sono inoltre messi a disposizione materiali audiovisivi e fotografici derivati da una pluriennale attività di ricerca sul territorio che, attraverso fonti orali dirette, ha messo in luce aspetti importanti dell'economia di sussistenza della famiglia contadina e rurale della zona. Un'ulteriore ricerca è stata effettuata sulla cucina tradizionale: le antiche ricette della vita quotidiana e quelle dedicate alla caccia sono state pubblicate in due volumi. Grazie a questa ricerca furono individuati alcuni percorsi museali tematici tra cui canapa e tessitura, baco da seta, grano e pane, latte e formaggio ed altri, ai quali vennero abbinati i relativi laboratori didattici: un'offerta formativa rivolta alle scuole delle province di Ravenna e di Forlì-Cesena, che prosegue da anni.
Tali percorsi tematici, allestiti nella vecchia sede del museo, sono riproposti nella nuova sede. Accanto a questi troveranno posto nuovi percorsi realizzati con oggetti di legno, di ferro e di stoffa che saranno sottoposti a un trattamento antitarmico, un consolidamento strutturale e, ove indispensabile, un efficace restauro. In quest'area l'idea è anche quella di disporre alcuni oggetti secondo vecchi canoni espositivi, in modo da raccontare l'evoluzione dei vari allestimenti museali utilizzati in passato.
Con la nuova struttura si è rinvigorita la volontà di continuare a fare ricerca e progettare nuove iniziative culturali e didattiche. Così, questo piccolo museo territoriale rimane un anello fondamentale di congiunzione fra passato e presente e non solo un cimitero degli oggetti dimenticati e delle speranze perdute.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 19 [2009 - N.34]

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