Il Mar dei Futuristi

Il Museo ravennate conserva opere di alcuni dei principali interpreti del futurismo romagnolo

Chiara Pausini - Collaboratrice MAR di Ravenna

La vicenda figurativa del futurismo in Emilia Romagna, sapientemente indagata dalla storiografia recente, è caratterizzata dalla presenza di episodi circoscritti che non permettono la ricostruzione di una visione compatta, ma costringono all'indagine e all'apprezzamento di ogni singolo personaggio, seppur nel riconoscimento di tendenze comuni.
Al Museo d'Arte della città sono conservate e in parte esposte quattordici opere riconducibili ad alcuni dei principali interpreti del futurismo romagnolo: Ginna, Malmerendi, Toschi, Sella, Tato, Babini. Alcuni pezzi appartengono in realtà ad una fase successiva a quella futurista, ma costituiscono una testimonianza preziosa dell'originale percorso artistico attraversato dai suoi più illustri rappresentanti.
Arnaldo Ginanni Corradini, meglio noto con lo pseudonimo di Ginna, nacque a Ravenna il 7 maggio 1890 e, accanto al fratello Bruno, divenne uno dei più singolari teorici ed esponenti del movimento. Il Mar conserva otto opere dell'artista, donate dalla famiglia alla Pinacoteca in seguito alla mostra a lui dedicata, nel 1985. Così recita un documento del 1986, relativo alla donazione: "... la famiglia Ginanni Corradini ha accolto l'invito a donare alcune opere del pittore e grafico futurista che, arricchendo la nostra collezione, testimoniano di una delle più singolari presenze artistiche espresse dalla nostra città". Quattro oli e tre disegni che documentano l'originale percorso artistico dell'artista tra gli anni '20 e '60, caratterizzato dal graduale sconfinamento nei territori dell'astrattismo.
Nel 2006, in occasione della mostra Più opere al mar; le nuove acquisizioni del Museo, veniva esposto al pubblico un olio firmato da Giannetto Malmerendi, Ritratto di Fidanzata del 1917, donato al museo dal figlio dell'artista Francesco. L'adesione del pittore faentino al futurismo fu immediata, seppur di brevissima durata, e avvenne in occasione di una delle famose conferenze tumulto di Marinetti, al Teatro del Corso di Bologna, il 19 gennaio 1914. Nel 1919 il rifiuto a partecipare alla Grande Esposizione Nazionale Futurista di Palazzo Cova a Milano sancì l'inizio di una nuova fase, caratterizzata dal ritorno ad un'arte più semplice e comunicativa, preannunciata dall'olio del 1917.
Orazio Toschi, lughese di nascita, si trasferì a Faenza nel 1897. Frequentò la casa di Francesco Balilla Pratella, che cercò di introdurlo nei vertici del circuito futurista, trascinandolo verso scelte di avanguardia. I numerosi pastelli, oli e carboncini realizzati tra il 1916 e il 1919 esprimono l'interesse per il nuovo linguaggio. Il suo lirismo pittorico ottenne l'approvazione di Marinetti che lo invitò alla mostra di Milano del 1919, alla quale partecipò con cinque opere. Dall'anno successivo iniziò il lento distacco dell'artista dal futurismo e l'orientamento verso nuove forme di linguaggio, più primitive e arcaiche. La collezione moderna del Mar conserva due opere di Toschi, indicative del ritorno ad una figurazione compiuta: Gelsomino Notturno è opera del 1927; Pastorelle, senza data, è la rappresentazione mistica di due figure femminili. Anche l'olio di Roberto Sella, L'aratura, conservato nei depositi del museo, si colloca in una fase successiva alla breve stagione futurista attraversata dal pittore. Tuttavia il suo nome, accanto agli altri citati, costituisce testimonianza importante della presenza futurista sul nostro territorio.
Guglielmo Sansoni, ribattezzato Tato, nacque a Bologna il 19 dicembre 1896. Guerriero Gallo, del 1923, entrò a far parte della collezione moderna del museo grazie a una donazione risalente al 2 dicembre 1972 all'Accademia di Belle Arti, ad opera di Rina Benzi. Personaggio geniale ed artista eccentrico, nel 1920 organizzò il suo finto funerale, procurandosi un arresto. Suo è il progetto di una casa d'arte futurista e le mostre organizzate all'interno dei vagoni di un treno. Nel febbraio 1931 partecipò alla Prima Mostra di Aeropittura - Omaggio futurista ai trasvolatori, allestita a Roma. Di una generazione successiva rispetto agli altri è Serafino Babini, nato nel 1933 a Lugo, dove tutt'ora lavora. Fu fondatore del Gruppo Futurista Lughese, sorto nel 1971. L'opera Dialettica dei contrari - Inseguimento, del 2002, fu donata dall'artista al museo il 13 luglio 2005.

Speciale Futurismo in Romagna - pag. 11 [2009 - N.34]

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