La lezione di Luigi Varoli

L'umanità del maestro cotignolese che ebbe come allievi generazioni di artisti romagnoli e che fu Giusto fra le Nazioni

Orlando Piraccini- Raffaella Zama - IBC- Storica dell'arte

Un ritratto di Luigi Varoli è quanto si propone al pubblico con l'esposizione promossa dal Comune di Cotignola nell'ambito del programma celebrativo per il 50° anniversario della scomparsa del celebre artista. Non solo il Varoli pittore e creativo poliedrico d'indubbio valore e protagonista della vicenda figurativa romagnola del '900, ma anche il Varoli maestro d'arte e di vita per tanti giovani nella sua scuola di Cotignola e, infine, il Varoli dell'impegno civile e umanitario, protettore degli Ebrei e per questo insignito del titolo di "Giusto fra le Nazioni".
Varoli nasce a Cotignola nel 1889: presto viene avviato al lavoro presso una fornace di stoviglie e, nello stesso tempo, frequenta la locale Scuola comunale di disegno, poi quella tenuta a Lugo dal noto scultore e pittore cotignolese Domenico Visani. Si iscrive l'Accademia di Belle Arti di Ravenna, dove il direttore Vittorio Guaccimanni ben presto apprezzerà le sue doti. Nel 1915 parte per la guerra in trincea; nel 1920 acquisisce l'abilitazione all'insegnamento presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna e nel 1922 è licenziato a pieni voti ai Corsi Superiori di pittura a Roma. A partire dai primi anni Venti inizia la sua attività di insegnante presso la Scuola Arti e Mestieri di Cotignola e avvia altre scuole con la lavorazione della ceramica, costruendo forni nelle città di Roma, Ravenna, Modigliana, Massa Lombarda, Bagnacavallo e Fusignano.
Artista poliedrico al quale non vi è materia o tecnica che sia sconosciuta - scolpisce il legno e la pietra, batte il ferro, plasma l'argilla e la cartapesta - viene descritto da Balilla Pratella come solitario animatore della bassa Romagna. Profondamente radicato alla sua terra d'origine, dedica la sua vita all'insegnamento: una vita per trasmettere il bello dell'arte o l'abilità di un mestiere, ma anche il piacere della musica (nel 1931 si diploma in contrabbasso presso la Regia Accademia Filarmonica di Bologna) in una scuola organizzata come una bottega all'antica, senza confini con la sua casa. Muore a Cotignola nel 1958, lasciando eredi dei propri insegnamenti gli allievi più dotati della sua scuola.
La mostra a lui dedicata si articola in tre momenti, cominciando dalla sezione intitolata Varoli pittore. Scoperte e ritrovamenti allestita al pianterreno di Palazzo Sforza come una sorta di prolungamento del soprastante Museo Varoli ed incentrata su una rivisitazione della sua pittura attraverso una nutrita selezione di opere inedite o poco note provenienti dal collezionismo pubblico e privato di ambito romagnolo.
Il percorso espositivo continua poi con Varoli maestro d'arte all'interno della Casa Museo Luigi Varoli, dove si documenta l'attività della Scuola d'arte e Mestieri di Cotignola: attraverso opere di vario tipo, documenti e fotografie viene ricostruito il fervido cenacolo cotignolese, che grazie alla presenza ed all'opera di Varoli è stato un punto di riferimento altamente qualificato per l'ambiente artistico romagnolo negli anni centrali del secolo scorso.
Allestita presso la Chiesa del Suffragio, la sezione Varoli Giusto fra le Nazioni illustra la personalità dell'artista, uomo di grande statura morale, impegnato sul fronte civile e sociale nell'ambito della comunità cotignolese.
La mostra è accompagnata da un volume della collana editoriale "Immagini e Documenti" dell'IBC comprendente saggi di Federica Francesconi, Orlando Piraccini, Aldo Savini, Raffaella Zama, schede ed illustrazioni delle opere esposte. La pubblicazione comprende, inoltre, un primo regesto del "catalogo generale" delle opere di Luigi Varoli tuttora in fase di compilazione.
Alla mostra cotignolese è strettamente collegato l'allestimento nella Sala del Carmine di Massa Lombarda (gennaio 2009) della mostra Grandi Maestri: Avveduti, Folli, Varoli, Visani. Origini ed attualità delle scuole d'arte e mestieri nel territorio ravennate, che presenta altri protagonisti della vicenda figurativa romagnola del '900.


Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 17 [2008 - N.33]

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