La pluralità fa la ricchezza, l'unione fa la forza

l'Asssociazionismo museale in Italia: una risorsa per crescere

Pier Domenico Laghi - Dirigente Settore Cultura della Provincia di Ravenna

Il Sistema Museale della Provincia di Ravenna nel 2008, con deliberazione del Consiglio provinciale, ha aderito a ICOM Italia, la sezione italiana dell'International Council of Museums, per dare attuazione ai compiti di valorizzazione dei musei appartenenti al Sistema stesso e per avvalersi di competenze, iniziative e informazioni di elevato livello.
L'adesione all'ICOM non ha inteso privilegiare un'associazione rispetto alle altre; piuttosto, tenuto conto della molteplicità delle realtà dei musei aderenti alla rete, è stata scelta l'adesione all'Associazione che promuove e sostiene l'istituzione, lo sviluppo e la gestione professionale dei musei di tutte le categorie. La scelta di aderire ad un'associazione museale, tuttavia, non si esaurisce nei pur importanti obiettivi strumentali di acquisire e mettere a disposizione del sistema e di ogni museo aderente i servizi che l'ICOM propone; l'adesione ha un valore strategico di lunga prospettiva, finalizzata ad aumentare le opportunità di sviluppo coordinato dei singoli musei e del Sistema, all'interno di reti che si sviluppano in ambito nazionale e internazionale.
La storia dell'associazionismo museale italiano parte dalla metà del secolo scorso. Daniele Jalla, Presidente di ICOM Italia, nel corso di un'intervista rilasciata ad Antropologia Museale (n. 9/2004), ne traccia una rapida sintesi nella parole che seguono: "L'epoca d'oro dell'associazionismo museale, in Italia, sono stati gli anni del dopoguerra. Allora ebbe un ruolo centrale l'Associazione Nazionale dei Direttori e Funzionari dei Musei di Enti Locali, che promosse la legge 1080 del 1980 per il riconoscimento dei musei non statali. Le relazioni tra le persone, in quel periodo, erano molto più strette e intensa la collaborazione tra Enti locali e Stato. In tutta la fase della ricostruzione non c'è stata opposizione, quanto piuttosto una collaborazione molto solida, almeno al livello degli alti funzionari del Ministero e dei direttori dei musei. L'ICOM nasce più o meno in quegli anni, ma è solo una componente dell'associazionismo museale italiano. In seguito, si è avuto un processo di progressiva partenogenesi che ha dato vita all'ANMLI; dall'ANMLI è nata l'Associazione Nazionale Musei Scientifici. Altri fenomeni sono molto più recenti, come la nascita dell'AMEI, di AM-SIMBDEA, di AMACI, dell'Associazione dei musei universitari. ICOM Italia è - e si considera - una delle associazioni, non "l'Associazione" dei musei italiani. Questo vuol dire che non intende affatto svolgere un ruolo egemonico, quanto piuttosto di contribuire a far sì che si realizzi un'intesa fra le diverse Associazioni. L'esistenza di una pluralità di associazioni, alla fin fine, non penso che sia un male, anzi! Esistono delle specificità, legate a diverse tipologie di musei, che sarebbe un peccato trascurare, perché le loro problematiche sono relativamente diverse."
La pluralità delle associazioni museali è comunque già una sintesi, per molti aspetti organica, della pluralità della situazione museale italiana, diversificata per dimensione, tipologia, modello gestionale, professionalità degli operatori, tipologia di reti museali, normativa regionale. La dimensione provinciale, peraltro, rispecchia fedelmente questa pluralità. La pluralità, qualora non sia orientata alla frammentazione e all'isolamento, è una ricchezza, racchiude in sé un potenziale di contaminazione e cambiamento.
Ma in questa prospettiva quali possono essere le strategie e le prospettive di azione? Come possono declinarsi e convergere gli interessi settoriali e gli aspetti tecnico-scientifici particolari? Quali sono i temi e gli elementi metodologici che possono contribuire a rendere più efficace l'azione delle diverse e plurali associazioni museali? Le risposte non possono che essere articolate a più livelli e secondo linee di azione diversificate ma coordinante.
Il primo livello è quello delle comunità professionali degli operatori museali. Nel corso degli anni abbiamo assistito a una crescita qualitativa e quantitativa della rete dei direttori e dei conservatori, che costituisce di fatto una comunità scientifica di professionisti, in grado di interagire con autorevolezza in diversi ambiti. Nel 2005 è stata proposta la Carta nazionale delle professioni museali; la Regione Emilia-Romagna ha censito nel Repertorio delle qualifiche regionali profili attinenti la promozione ed erogazione dei servizi culturali, definendo inoltre, nell'ambito degli standard museali, le figure di professioni museali. Un quadro positivo e per molti aspetti incrementale, che però non esaurisce le problematiche relative alle professionalità degli operatori museali. Purtroppo dobbiamo rilevare anche che "la professionalità dei museali non è tuttora riconosciuta ed è sempre più confusa con una congerie di altre specialità nuove, nuovissime o inventate, mentre nei fatti il lavoro del museale si va diversificando e ampliando costantemente e sempre nuove figure compaiono sulla scena dei beni culturali e dei musei" (Gianluigi Daccò, in Terza Conferenza Regionale dei musei lombardi. Atti del convegno, Milano 29 novembre 2004). D'altra parte la riduzione delle risorse a disposizione degli enti locali non agevola, neanche nella pratica, il percorso di definizione di organici specificatamente orientati a profili tecnici e professionali specialistici come quelli museali.
In questo quadro il ruolo delle associazioni museali diventa fondamentale per approfondire, confrontare e coordinare su vasta scala il contributo degli operatori e attivare tavoli di confronto e approfondimento a livello nazionale e regionale. Solo una comunità scientifica che sta in rete può dar sostanza e contenuti ai profili professionali, agire sui percorsi di alta formazione, elaborare strategie di profilo alto, che diano corpo "culturale e scientifico", oltre agli aspetti più propriamente contrattuali e sindacali.
Un secondo livello attiene alla prospettiva di superamento della frammentazione del sistema museale italiano. L'associazionismo museale può dare un contributo importante per contenere tale situazione, portare a sintesi almeno nazionale problematiche comuni a piccole realtà, sostenere la spinta a stare in rete e fare "massa critica". Molti musei nascono spontaneamente dal basso e tendono a diventare monadi disperse sul territorio. È compito quindi dell'associazionismo, specie nei territori nei quali non sono attive reti o sistemi museali territoriali, aiutare gli associati a superare la spinta al localismo, a volte esasperato, per raggiungere almeno livelli minimi di contatto, scambio di esperienze, confronto operativo nell'ambito del medesimo territorio provinciale e regionale.
Un terzo livello riguarda il confronto, l'elaborazione e la messa in rete delle eccellenze, la condivisione dei modelli innovativi e vincenti rispetto delle diverse funzioni museali. Partecipare e condividere un'esperienza associativa di livello nazionale permette di non riproporre esperienze superate, di rivisitare esperienze innovative e renderle più funzionali alle esigenze della singola realtà e del singolo territorio. Identità, modelli, strumenti sono un patrimonio su cui riflettere, da elaborare e condividere: partecipare ad una comunità più ampia facilita questo lavoro.
ICOM Italia, insieme ad ANMS, SIMBDEA, ANMLI, AMACI e AMEI ha promosso la costituzione di una Conferenza permanente delle associazioni museali italiane per la concertazione tra tutti gli organismi che operano nell'ambito e a favore della museologia in Italia. È questa la prospettiva strategica dell'associazionismo museale: non prospettare un'associazione unica ma, assumendo a valore la pluralità, un'associazionismo che si coordina, confronta e definisce un unico obiettivo di considerare i musei come elemento cardine sia nella tutela e nella valorizzazione del nostro patrimonio culturale sia nella comunicazione sociale e come strumento di conservazione e, ove necessario, ripristino, del capitale sociale.

Speciale Associazioni Museali Italiane - pag. 9 [2008 - N.33]

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