Oh che bel castello

Memoria collettiva e cornice intrigante di storie antiche: apre il Museo del Castello di Bagnara di Romagna

Fiamma Lenzi - IBC della Regione Emilia-Romagna

Cornice di racconti epici o fiabeschi, fastosa dimora signorile, vigile baluardo di mille assedi, emblematico modello di una cultura del costruire che ha saputo sfidare i secoli, incarnazione di ideologie del potere e del governo sul territorio, metafora di riconquistate identità, testimone vivente del tempo, incastonato nel nostro presente, il castello è il segno e il simbolo per eccellenza di una storia reale, o anche solo immaginata, appartenente alla comunità intera che alla sua ombra, generazione dopo generazione, ha vissuto, lavorato, sperato.
Valorizzare questa magnifica eredità culturale che i predecessori hanno affidato ai posteri, perché a loro volta la trasmettessero al futuro, facendone lo spazio scenico in cui si ripercorre la lunga vicenda temporale che ha portato la comunità a divenire quel che è e dove se ne tratteggiano identità, cultura, tradizioni, è un proposito che il Comune di Bagnara ha fatto proprio. A questo impegno ha dedicato energie e risorse, nella convinzione non solo di restituire alla città il suo "luogo" di memoria collettiva, ma di consegnare ad un bacino ben più vasto - quello della bassa Romagna - un valore aggiunto, un'opportunità di conoscenza e di qualificazione sociale, di sviluppo culturale e turistico.
Un percorso scandito da tappe importanti - una Carta Archeologica come strumento propedeutico alla pianificazione urbanistica e territoriale, una prima sezione museale imperniata sulle testimonianze dell'antichità, la promozione degli scavi archeologici nella motta dei Prati di S. Andrea, sito della Bagnara più antica, il trasferimento del municipio e il recupero a fini museali dell'intera struttura della Rocca - che hanno trovato coronamento il 28 giugno con l'inaugurazione del Museo del Castello.
Chi lo visita potrà aprirne le porte con molte chiavi di lettura, potrà cogliere, nello snodarsi del percorso attraverso le sale, i camminamenti, i sotterranei, il mastio, il bastione, la corte, la molteplicità di suggestioni di cui la Rocca è portatrice, con il suo essere ad un tempo protagonista di primo piano dell'immaginario collettivo contemporaneo e testimonianza senza pari di intrecci culturali, sociali, storici legati all'età medievale, alle sue figure, ai suoi eventi, alle sue conquiste.
Realizzato grazie al coordinamento fra varie realtà istituzionali (Comune di Bagnara, Provincia di Ravenna, IBC, Soprintendenza Archeologica dell'Emilia-Romagna, Facoltà di Conservazione dei beni culturali dell'Università di Bologna, l'Associazione Intercomunale della Bassa Romagna), il Museo permette di intraprendere diversi percorsi nel passato, alla riscoperta di numerose angolazioni.
Si possono così rivisitare i momenti nodali della storia di Bagnara e di questa parte delle terre di Romagna, a cominciare dall'instaurarsi dei primi villaggi stabili all'incirca cinque millenni fa, quando la sedentarizzazione costituisce un tutt'uno con l'insorgenza dell'agricoltura e dell'allevamento e vede in seguito lo sviluppo di attività artigianali, su cui finirà per primeggiare la metallurgia. Poi sarà la volta del dominio romano, con il suo saper "governare" il territorio, farlo proprio, conferire al paesaggio un volto ed un'organizzazione che ancora danno orizzonte a noi moderni. Verrà infine l'età di Mezzo, che porterà con sé un nuovo ordine, un diverso assetto entro il quale matureranno le condizioni per la nascita della prima comunità di Bagnara, ai Prati di S. Andrea. E con l'Alto Medioevo i villaggi cederanno il posto alle fortezze: avrà origine il fenomeno dell'incastellamento, connotando in modo significativo la fisionomia insediativa della bassa Romagna e Bagnara stessa, che ne rappresenta uno fra gli esempi più rimarchevoli. Proprio in ragione di ciò la Rocca sarà sede anche di un centro di studio dedicato a questo tema così pregnante della storia medievale.
Ma il castello parla anche di sé, delle sue origini, delle sue forme, delle trasformazioni che le mutate condizioni storiche e l'evolvere delle tecniche militari hanno preteso da questa struttura antica, eppure capace di rigenerarsi, di piegarsi a nuove funzioni per contemporaneità continuamente rinnovate. Capace oggi di essere un museo per la sua comunità e un museo di se stesso: non dismissione di un presente che non sa che farsene e quindi ne cristallizza l'essenza, ma realtà culturale in grado di "stare nel tempo" e di raccontarsi al futuro.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 17 [2008 - N.32]

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