L'Esposizione Universale

Faenza ricorda l'Esposizione del 1908, evento di grande risonanza, artefice del rilancio artistico cittadino

Anna Rosa Gentilini - Direttrice Biblioteca Manfrediana di Faenza

Nel 2008 ricorre il centenario della grande Esposizione di Faenza nota anche con il nome di "Esposizione Universale Torricelliana". In effetti il nome è appropriato in quanto le molteplici iniziative che vennero organizzate presero le mosse dalla commemorazione della nascita di Evangelista Torricelli, avvenuta nel 1608, anche se nel corso dell'ideazione le tematiche artistiche presero, se così si può dire, il sopravvento su quelle prettamente scientifiche.
Già nel 1903 la Società del Risveglio Cittadino - che annoverava tra i suoi membri personalità quali il conte Carlo Cavina, Vincenzo Caldesi, Tommaso Dalpozzo, Achille Calzi, Gaetano Ballardini - avanzò l'idea di commemorare il III centenario della nascita di Torricelli con una esposizione dei prodotti dell'arte e del lavoro faentini. L'incarico dell'allestimento con grandi padiglioni di legno fu affidato all'architetto Orsino Bongi di Milano che lo realizzò nell'area dell'attuale viale Baccarini, dal viale della Stazione fino a via Campidori, utilizzando altresì come contenitori espositivi la ebanisteria Casalini e il vecchio convento di San Maglorio.
L'Esposizione era composta da diversi settori. La mostra Torricelliana presentava scritti e documenti del noto scienziato faentino, affiancati da moderni strumenti di fisica e meteorologia; la mostra delle ceramiche era suddivisa nelle varie sezioni dei reperti di scavo, della ceramica faentina, della ceramica europea contemporanea ed era affiancata dalla sezione dei ferri battuti. Nell'ex convento era allestita la prima mostra romagnola biennale d'arte di pittura e scultura con due settori, uno nazionale e uno internazionale. Un padiglione era dedicato ai lavori femminili di ricamo mentre uno spazio era riservato alle novità e alla produzioni fotografiche.
Nel settore del lavoro erano esposte le macchine agrarie con attrezzature e macchine agricole all'avanguardia, prodotti enologici e dell'apicoltura. Un altro padiglione era dedicato ai vari tipi di tabacco, alla sua coltivazione e lavorazione, mentre per quanto riguarda l'artigianato spiccavano i manufatti delle ebanisterie.
L'Esposizione fu inaugurata il 15 agosto 1908 e la sua apertura fu prorogata fino all'8 novembre; il 21 settembre ebbe il privilegio della visita reale di Vittorio Emanuele III. Per la città intera fu occasione di grandi feste e manifestazioni collaterali quali il primo campionato europeo di trotto e la rappresentazione al Teatro Comunale del Lohengrin di Wagner diretto dal maestro Tullio Serafin.
La maggiore eredità di questo fermento di idee e di attività fu la nascita del Museo Internazionale delle Ceramiche per l'infaticabile opera di Gaetano Ballardini e la continuazione di una tradizione espositiva annuale che si concretizzerà nell'organizzazione delle "Settimane Faentine".
Per presentare alla città e agli studiosi l'Esposizione faentina nel più ampio orizzonte della esposizioni romagnole dell'epoca e per situarla nel contesto storico-artistico-culturale della Faenza del tempo, la Pinacoteca Comunale e la Biblioteca Comunale di Faenza hanno organizzato dal 12 dicembre 2007 al 19 marzo 2008 un ciclo di conferenze che hanno avuto come relatori Roberto Balzani, Pietro Albonetti, Alessandro Montevecchi, Sauro Casadei, Marcella Vitali, Serena Scardovi. In contemporanea è stato curato da Claudio Casadio e da chi scrive un volume dal titolo L'Esposizione di Faenza 1908, con testi di Roberto Balzani e Serena Scardovi che comprende una ricca bibliografia sulle fonti coeve e la presentazione di 27 fotografie inedite della Expo faentina provenienti dall'archivio privato di Paola Roi e dall'Archivio fotografico della Biblioteca Comunale.

Speciale Celebrazioni Torricelliane - pag. 14 [2008 - N.32]

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