L'Alma Mater a Persepolis

Gli archeologi dell'Università bolognese indagano la storia di uno dei siti di maggiore rilevanza mondiale

Pierfrancesco Callieri - Professore di Archeologia e Storia dell'arte iraniana

Uno dei più importanti momenti legati alla spedizione in Asia di Alessandro Magno è la conquista del Fars, la culla della dinastia degli Achemenidi, la regione che i Greci chiamavano Persia e che a lungo ha dato il nome a tutta la parte occidentale dell'altopiano iranico. Una missione archeologica del Centro Iraniano per le Ricerche Archeologiche e della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali e Dipartimento di Storie e Metodi per la Conservazione dei Beni Culturali dell'Università di Bologna, con la collaborazione dell'IsIAO e con il sostegno della Direzione Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale del Ministero degli Affari Esteri, è attiva dal 2006 in un progetto mirante a ricostruire i processi intervenuti nella regione del Fars con la conquista macedone.
Il primo sito indagato è stato quello di Pasargadae, luogo legato alla memoria di Ciro il Grande, qui sepolto. La fortezza posta sul Tall-e Takht, scavata con metodologia non propriamente stratigrafica da una missione britannica negli anni 1960, risulta occupata ininterrottamente dall'epoca achemenide a quella arsacide. Lo scavo di una trincea di m 12 x 5 in una delle poche aree non scavate dalla missione britannica ha avuto come scopo la verifica della stratigrafia e la definizione puntuale di una sequenza del materiale ceramico. La serie di datazioni al C14 eseguite per la prima delle due campagne ha già dimostrato le sue potenzialità, e si attendono i risultati delle analisi sui campioni della campagna 2007, appena arrivati dall'Iran: sulla base delle datazioni, sarà possibile ancorare ad una cronologia assoluta la sequenza stratigrafica. Lo studio del materiale ceramico costituisce l'aspetto di maggiore importanza di questo lavoro, visto che la mancanza di una vera e propria stratigrafia penalizza lo studio britannico, che definisce in modo impreciso l'attribuzione cronologica della ceramica.
Nella stessa prospettiva culturale di un'indagine archeologica sulla transizione tra Achemenidi, Macedoni e dinastie locali si colloca il nuovo programma di attività From Palace to Town (Dal palazzo alla città), oggetto dell'importante accordo quinquennale di collaborazione tra l'Università di Bologna, l'IsIAO ed il Centro Iraniano per le Ricerche Archeologiche, appena firmato. Al centro del programma c'è niente di meno che la grande Persepolis, uno dei siti archeologici di maggiore rilevanza mondiale, luogo dove l'ideologia politica dell'impero persiano prende forma visibile negli imponenti edifici e nelle scene figurate che li decoravano.
Persepolis è legata all'Italia dalle attività di studio e restauro condotte dal 1964 al 1979 dall'IsMEO, che avevano permesso di integrare e correggere i risultati dei precedenti scavi. I restauratori iraniani che a partire del 1979 hanno continuato da soli la loro attività, formati alla grande scuola italiana, avvertono in modo impellente la necessità di un aggiornamento metodologico. Ecco quindi che il progetto che parte dalla sede ravennate dell'Alma Mater intende farsi promotore di questa attività, cui saranno chiamate le competenze disponibili in diverse istituzioni pubbliche e private in Italia.
Ma Dal palazzo alla città intende anche risolvere quello che ancora resta un quesito irrisolto dell'archeologia iranica, ovvero lo studio della città vera e propria, adiacente alla Terrazza imperiale. Sulla base di ricognizioni di superficie condotte negli anni 1970 da una missione statunitense e poi di prospezioni geofisiche eseguite recentemente da una missione irano-francese, verranno eseguite alcune trincee di scavo nelle aree in cui si ritiene possa essere localizzata la città, che, oltre alle fonti greche, anche le tavolette elamiche rinvenuto a Persepoli descrivono come un centro fiorente. Da questi scavi emergerà la possibilità di definire meglio la vita quotidiana di una città persiana e insieme di studiare sulla base dell'archeologia le dinamiche del passaggio di Alessandro.

La pagina della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell'Università di Bologna - pag. 7 [2008 - N.32]

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