Mondo contadino

Il Museo di Valliano di Montescudo è un esempio di conservazione di beni etnografici grazie alla valorizzazione delle competenze "locali"

Anna Salvatori - Comune di Montescudo

Il Museo Etnografico di Valliano di Montescudo, all'interno del quale sono esposti e catalogati oltre seicento reperti legati alla cultura contadina, situato in una delle più suggestive vallate della provincia di Rimini ed inserito nel Sistema Museale Provinciale, trae le sue origini dall'esperienza didattica di un gruppo di insegnanti della Scuola Media di Montescudo, coordinata da Gino Valeriani e iniziata intorno agli anni '70 del secolo scorso.
L'idea di fondo era quella di avvicinare la didattica alla cultura del territorio, partendo dalla conoscenza della gente, dai racconti che si tramandavano e dalle attività che da secoli si svolgevano. Lo scopo era quello di stabilire un rapporto vivace di scambio tra scuola e territorio, di indirizzare la ricerca storico-sociale verso le attività agricole e artigianali, verso l'organizzazione della casa e della famiglia, presentando poi alla comunità i risultati delle ricerche tramite mostre, feste annuali e pubblicazioni. Il Museo Etnografico di Valliano, nell'attuale allestimento ubicato presso la ex canonica del Santuario di S. Maria Succurrente, del secolo XV, inaugurato nel novembre 2003 e realizzato in collaborazione con il Museo degli Usi e Costumi della Gente di Romagna di Santarcangelo, contiene parte degli oggetti raccolti dai ragazzi e dagli insegnanti nel corso degli anni '70 e '80, e sviluppa un'esposizione basata sul tema della centralità della casa nel mondo contadino. Le varie sezioni sono state dunque pensate per illustrare varie attività che nella casa avevano il loro punto di riferimento.
Nella primavera del 2006 è stato inoltre avviato, su iniziativa e progetto dell'IBC, in particolare di Luisa Masetti e Antonella Salvi, e con la partecipazione del Comune di Montescudo, il Laboratorio Didattico "Il Calesse", con funzioni di recupero e manutenzione in loco di oggetti ed attrezzi polimaterici, per lo più di considerevoli dimensioni, appartenenti alla raccolta Etnografica del Museo. L'intervento dell'IBC, realizzato con finanziamenti della legge regionale per i musei, ha riguardato, dapprima, la catalogazione dei materiali e in seguito il loro recupero, attuato in modo originale soprattutto per i materiali più ingombranti, conservati all'aperto, molto interessanti e di grandi dimensioni: un carro agricolo, due seminatrici, un aratro, una pompa da cantina, una trinciaforaggi, un calesse, scelto come simbolo dell'attività del laboratorio. Costruiti in legno e metallo mostravano i segni di un grave degrado dovuto alle pluriennali sollecitazioni climatiche. In accordo con il Comune di Montescudo e l'Associazione dei volontari residenti in Montescudo, l'IBC ha promosso e coordinato il progetto di "Laboratorio-scuola" con il duplice intento di abbinare l'attività di restauro dei manufatti all'attività didattica svolta da restauratori qualificati incaricati dall'Istituto e tesa a formare una manodopera locale capace di gestire nel tempo, con un buon grado di autonomia, la conservazione e la manutenzione ordinaria dei manufatti del museo. Il laboratorio ha preso avvio con l'entusiasmo e l'interesse che fin dall'inizio le persone coinvolte hanno dimostrato. L'anima e la colonna portante di questo innovativo progetto sono stati e sono tuttora i volontari locali, eterogenei per età e professione, accomunati dalla passione autentica per il recupero delle tracce di una civiltà tipica dei luoghi da essi abitati, nonché dotati di una manualità fuori dall'ordinario. Il Comune ha, altresì, provveduto a realizzare il capannone da adibire a laboratorio permanente fornendolo di un'adeguata attrezzatura di base e mettendo a disposizione, assieme all'Associazione di volontari, somme per incentivare la partecipazione al laboratorio, garantendo cosi tutti i presupposti per il pieno successo di quello che può essere definito un progetto-pilota unico a livello regionale, che sperimenta una soluzione innovativa e di assoluta attualità per il recupero e la valorizzazione di questa tipologia di patrimonio culturale. Ma l'intervento conservativo non si esaurisce con la fase più visibile del recupero degli oggetti: è adesso che comincia il paziente lavoro di controllo, di fruizione ragionata e di manutenzione che permetterà alla comunità di mantenere viva la sua memoria.

La pagina del Sistema Museale della Provincia di Rimini - pag. 6 [2008 - N.32]

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