Dall'Italia all'Europa

La stagione autunnale ha il respiro della contemporaneità al MIC di Faenza, con una dose di europeismo nell'inverno 2008.

Jadranka Bentini - Direttrice Museo Internazionale delle Ceramiche

Dal 29 settembre il Museo Internazionale delle Ceramiche espone una personale di Giosetta Fioroni, ben nota al pubblico, artista che dalla pittura ha traslocato dal 1983 alla ceramica, portandosi da Roma a Faenza per realizzare le sue opere nella storica Bottega Gatti. "Viaggio a Faenza" è appunto il titolo della mostra che comprende opere in ceramica cui si affiancano dipinti, a testimoniare l'ampiezza degli interessi dell'artista.

Figlia d'arte (il padre era un noto scultore), con questa sua ultima produzione Giosetta evidenzia il raggiungimento di risultati espressivi sempre più compiuti e raffinati, imperniati su quell'universo poetico e fantastico che è il fondamento del suo essere artista.

Anima sperimentatrice - di lei si ricorda a titolo di esempio la ormai famosa Spia ottica, del 1968, preannuncio dei Teatrini - su suggestione di Guido Cernetti, dedica da quindici anni la sua attività alla ceramica, la materia che più duttilmente risponde alla sua sensibilità ricchissima di riflessi letterari e poetici. "La ceramica è un trionfo di espressioni e offre un senso di totale compiacimento": sono parole della Fioroni che attestano la sua personale vocazione alla ceramica come mezzo formidabile di espressione artistica.

Se la presenza della Fioroni evidenzia l'attenzione del MIC verso l'arte contemporanea nella sua accezione di libera indagine su canovaccio materico, ben presto sarà Ambrogio Pozzi, il grande maestro del design italiano, a fornire dal novembre prossimo una straordinaria campionatura delle sue invenzioni. Intenzione del Museo, attraverso un programma triennale di appuntamenti, è infatti quello di sviluppare un progetto teso ad incentivare le relazioni con i più autorevoli rappresentanti del mondo del design italiano che nel loro percorso creativo abbiano utilizzato la ceramica.
A rappresentare questa progettualità tutta particolare che dalla memoria della forma e dall'esperienze delle tecniche si fa sempre più concettualità disciplinata nella direzione di dare spazio alle funzioni e potere al nesso economia-praticità, è chiamato dapprima Ambrogio Pozzi, il cui nome non ha bisogno di presentazioni, seguito da Ugo la Pietra e da Pino Castagna rispettivamente protagonisti delle future edizioni del 2008 e del 2009.

Pozzi, figlio d'arte anch'esso, ha un lungo e determinante rapporto con Faenza, amata da giovane (era l'epoca d'oro della città manfreda) quando lavoravano Zauli e Biancini, ma si affermarono anche Valentini, Diato, Leoni e Tramonti. Il MIC esporrà una sua selezione di opere monotematiche sul tema del volto degli ultimi dieci anni, un percorso che è un omaggio alla sua lucidità sperimentale e al suo gusto essenziale, ma anche una proposta, una traccia metodologica per il design di oggi.

Utenza privilegiata sarà la scuola, ISIA in testa, e dunque i giovani, gli educatori, e direttamente i ceramisti che del maestro potranno ascoltare in conferenze specifiche i modi e gli sviluppi della sua preziosa avventura di ideatore di oggetti entro cui la ceramica non ha mai perso la sua anima.

In chiusura del 2008 infine la mostra conclusiva del progetto transfrontaliero adriatico di cui il Museo è partner leader: saranno le ceramiche di area adriatica a comparire accanto ai campioni eccellenti e significativi delle raccolte dei Musei Nazionali di Belgrado, Zagabria e Grottaglie, compartecipi del progetto.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 24 [2007 - N.30]

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