Un sistema in evoluzione

Dieci anni di iniziative, idee e progetti per valorizzare i musei del territorio, puntando sempre più alla qualità dei servizi.

Eloisa Gennaro - Responsabile Ufficio Beni Culturali Provincia di Ravenna

Il decennale del Sistema rappresenta l'occasione ottimale per un bilancio complessivo di ciò che è stato fatto. La pubblica amministrazione deve abituarsi a compiere analisi approfondite rispetto ai propri servizi, valutando il grado di raggiungimento degli obiettivi prefissati, cercando di individuare le eventuali criticità, ponendo le basi per un ulteriore sviluppo delle proprie potenzialità.

L'idea primitiva di una rete di musei del territorio si concretizza nel 1992, quando sulla scia della legislazione nazionale e regionale, la Provincia di Ravenna dà vita al Progetto Beni Culturali. La Legge 142/1990 attribuisce infatti per la prima volta alle Province specifici compiti di valorizzazione dei beni culturali, mentre la L.R. n. 20 del 1990 le incentiva in modo esplicito a promuovere la conoscenza e la valorizzazione dei musei locali ma soprattutto a favorire il coordinamento e il potenziamento delle attività e dei servizi di tali musei, in particolare attraverso la stipula di convenzioni con gli enti proprietari; senza dimenticare che la Regione destina maggiori trasferimenti proprio a progetti di sistema.

Il Progetto Beni Culturali vede la realizzazione di un'approfondita indagine conoscitiva sul territorio finalizzata a censire tutto il patrimonio culturale e a individuare musei poco conosciuti da valorizzare, e inoltre ad ipotizzare un sistema territoriale integrato per la progettazione e la gestione dei servizi. Tale studio di fattibilità rappresenta dunque la premessa alla costituzione del Sistema Museale, con l'obiettivo primario di valorizzare le realtà più piccole e svantaggiate.

Il territorio presenta infatti un'offerta museale ricca e capillarmente diffusa, con oltre 50 musei che si caratterizzano per l'eterogeneità delle raccolte, strettamente legate alla storia e alla cultura locale, e per le piccole e medie dimensioni. Si tratta evidentemente di un patrimonio che richiede un ampio sforzo di programmazione e di coordinamento per via della spiccata frammentazione organizzativa, della localizzazione estremamente diffusa e della differenziazione delle raccolte, che può portare a una dispersione dell'utenza e a una difficile gestione dell'offerta in relazione alla domanda.

Il Sistema nasce ufficialmente nel novembre del 1997 con l'intento di valorizzare meglio questo articolato patrimonio, che da un sistema territoriale integrato non può che trarre vantaggi.
La dimensione provinciale consente infatti, da una parte, di programmare su larga scala e coordinare il percorso per il raggiungimento degli standard di qualità; dall'altra, di realizzare le economie necessarie per raggiungere questi obiettivi, superando i limiti strutturali e finanziari delle singole istituzioni.

In considerazione dell'ambito territoriale assai esteso, il Sistema Museale si pone obiettivi di coordinamento, promozione e supporto agli enti aderenti, più che di erogazione diretta di servizi; conseguentemente viene gestito in economia direttamente dal Settore Cultura della Provincia, secondo una formula snella e poco onerosa rispetto ad altre forme giuridiche teoricamente utilizzabili, più adatte a realtà amministrative dedicate alla gestione dei servizi.
Il Sistema si caratterizza dunque per essere una rete cosiddetta 'leggera': la Provincia è il soggetto centrale, il cui ruolo propulsore è finalizzato a pianificare le iniziative in modo organico, favorendo le collaborazioni e le opportune sinergie, ferma restando l'autonomia delle singole realtà.
Elemento significativo è dato dal fatto che le attività di sistema sono elaborate e discusse collettivamente dal Comitato Scientifico, composto dai responsabili di tutti i musei, che possono confrontarsi e collaborare su tematiche di natura sia gestionale che scientifica. Il Comitato rappresenta anche la sede di coordinamento per le attività dei gruppi di lavoro di volta in volta attivati su temi e obiettivi specifici, in modo da mettere in condivisione le conoscenze e le buone pratiche.

Negli anni si sono moltiplicate le iniziative in tal senso e si è sviluppato il metodo dello scambio di conoscenze, risorse, idee; gradualmente il Sistema ha favorito una maggiore disponibilità al dialogo tra i singoli musei, in un percorso di crescita progressiva.
In ultima analisi, è stata rafforzata in questo modo la riqualificazione complessiva dell'intero processo di produzione museale - a beneficio soprattutto delle realtà più piccole che non potrebbero assolvere adeguatamente a tutte le funzioni (valorizzazione delle raccolte, comunicazione e marketing, didattica, editoria, conservazione, catalogazione). Tutto questo ha richiesto ovviamente tempi lunghi e frequenti pause di riflessione, dovute in un certo senso alla natura stessa del Sistema, che come si è detto è sprovvisto di compiti gestionali ed è quindi in grado di orientare i comportamenti, più che di determinarli.

In ogni caso l'evoluzione è stata lenta, ma costante. A partire dal 2004 hanno aderito al Sistema ben 37 musei, 17 in più rispetto alla prima convenzione: questo rappresenta un dato significativo, al quale va aggiunto un altro indicatore assolutamente positivo, costituito dall'andamento favorevole - nel lungo periodo - delle statistiche sull'afflusso di visitatori ai musei del Sistema.

Le prospettive future del Sistema Museale sono legate soprattutto ad un'attuazione compiuta degli standard di qualità: a tale finalità occorre destinare le risorse provinciali e regionali distribuite nell'ambito dei Piani museali annualmente approvati dalla Provincia, al fine di sostenere le realtà museali del territorio e segnatamente quelle più piccole.

Occorre inoltre favorire la diffusione di nuovi strumenti per la valorizzazione del nostro patrimonio, in stretto raccordo con il contesto di riferimento.

Uno dei vantaggi più interessanti che offre la rete è quello di riuscire a realizzare collegamenti stabili non solo tra i singoli musei ma anche tra i musei e le altre organizzazioni (culturali, sociali, economiche); in tale ottica, la Provincia ha già cominciato a sviluppare collaborazioni, che i musei piccoli difficilmente riuscirebbero ad attuare autonomamente.
A tale proposito ricordiamo il progetto "Network Turistico Culturale" avviato nel 2004 d'intesa con il Ministero e l'IBC; la realizzazione dell'Atlante dei beni archeologici in collaborazione con la Facoltà di Conservazione; la creazione di itinerari letterari in collaborazione con il Settore Turismo e la Camera di Commercio; l'Open Day in collaborazione con le Biblioteche e gli Archivi della Romagna.

Si tratta di iniziative finalizzate a far conoscere capillarmente il patrimonio culturale non solo presso la cittadinanza e il pubblico scolastico (che rappresentano l'utenza privilegiata dei nostri musei "locali") ma anche nei confronti dei turisti che animano di norma la sola riviera e la città di Ravenna, contribuendo all'incremento dei flussi di visitatori al di fuori delle rotte più tradizionali, attraverso percorsi inusitati che attraversano tutto il territorio provinciale. Sinergie come queste consentono di elevare ulteriormente la qualità dei progetti di valorizzazione e, insieme, di reperire nuove fonti di finanziamento (contributi, fondazioni ecc.) legate ad una politica complessiva di promozione territoriale.

Ma la sfida più suggestiva è costituita dalla implementazione dei servizi on line destinati sia agli operatori dei musei, sia ai cittadini e ai potenziali visitatori, grazie alla realizzazione di un vero e proprio portale dei musei all'interno della rete civica provinciale. Il nuovo portale, in via di realizzazione, potrà mettere in rete i documenti, le idee, i servizi, a beneficio di tutto il territorio.

Più in generale, il Sistema Museale deve tendere verso un modello di "rete coesa" in grado cioè di definire un quadro di iniziative organico e sempre più integrato con i soggetti presenti sul territorio. In effetti tale prospettiva è stata in passato frenata, come si è detto, dalla dimensione stessa del Sistema Provinciale, che mette in rete un numero elevatissimo (27) di enti proprietari diversi, molti dei quali di piccole dimensioni; ciononostante, sono state realizzate con sempre maggior continuità iniziative definite in sede di Comitato scientifico che hanno visto i diversi attori collaborare in modo proficuo.

D'altra parte la mission, la vocazione di una rete tra musei di ambito provinciale, non è quella di gestire ma di affiancarsi e di dare forza a tutte le realtà di interesse culturale. Diversamente da una rete locale di musei, un sistema provinciale ha una forza superiore e una visione più ampia e oggettiva, legata all'ambito più vasto che consente di svolgere meglio il ruolo di coordinamento e di cerniera tra il livello regionale di programmazione e il livello gestionale, riconducibile alle singole realtà museali; inevitabilmente, può scontare tale dimensione sotto il profilo delle iniziative concrete da realizzare data la difficoltà di assumere in tempi rapidi decisioni condivise da tutti i musei.
In ogni caso il Sistema può e deve sviluppare ulteriormente il proprio ruolo in quanto è in grado di mettere in rete risorse, competenze, servizi evoluti. Occorre perfezionare i servizi erogati, ma anche le tecniche di misurazione della loro qualità.

Abbiamo elaborato, in questa ottica, la Carta dei servizi per i musei; intendiamo ora definire anche una vera e propria Carta dei servizi del Sistema Museale in cui indichiamo a nostra volta gli standard delle prestazioni che i nostri utenti si attendono. Un altro piccolo, ma significativo passo in avanti che dobbiamo fare tutti per acquisire una mentalità sempre più rivolta all'utente e alla qualità dei servizi.

Speciale decennale del Sistema Museale Provinciale di Ravenna - pag. 9 [2007 - N.30]

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