Le ore e i giorni delle donne

Al Museo Archeologico di Verucchio la giornata di una donna vissuta tra VIII e VII sec. a. C. in mostra fino al 6 gennaio.

Elena Rodriguez - Museo Archeologico di Verucchio

Dopo la mostra "Il potere e la morte" dedicata ai guerrieri villanoviani, che nel 2006 ha arricchito il percorso del Museo di Verucchio, quest'anno sono le donne protagoniste della seconda affascinante esposizione, che prosegue il ricco programma di valorizzazione del patrimonio archeologico verucchiese. Dalle ore della giornata dedicate alla cura di sé, o impiegate per le occupazioni domestiche, ad un tempo diverso, quello riservato alla sfera religiosa, parte essenziale della vita comunitaria: in questa dimensione, che non è solo spazio-temporale, viene osservata la donna di rango vissuta a Verucchio tra VIII e VII secolo a.C. È lei stessa ad accompagnare il visitatore attraverso luoghi e momenti della propria giornata, a raccontarli per mezzo dei suoi oggetti quotidiani, legati all'abbigliamento, alla cura della casa, utilizzati nei gesti abituali e in quelle azioni - più complesse da ricostruire - che avevano a che fare con i culti.

I reperti provengono per la maggior parte da prestigiosi corredi funerari femminili rinvenuti a Verucchio negli scavi passati e più recenti (condotti dal 2005 nella necropoli Lippi): sono presentati infatti in appendice alla mostra anche reperti selezionati da tombe femminili scavate nel 2006. Lo sguardo si allarga però anche oltre, al di fuori del contesto romagnolo: sono esposti alcuni materiali dall'Etruria, dall'area bolognese, dalla Basilicata e dall'Ungheria, che contribuiscono ad integrare ed arricchire il quadro del mondo femminile nelle sue complesse sfaccettature, mostrando evidenti corrispondenze, sia a livello di abitudini nel costume, sia di pratiche quotidiane e rituali che accomunavano regioni geograficamente distanti.

Il percorso della mostra (ideato dalla direttrice del Museo, Patrizia von Eles e dai suoi collaboratori) si sviluppa in tre tappe, correlate e complementari, partendo dalle "Ore della bellezza": accessori dell'abbigliamento e da toeletta, gioielli (tra cui preziose fibule in ambra rinvenute nel 2006 nella Tomba 32, o i pettini in avorio da Bologna e Marsiliana d'Albegna), rappresentano azioni certamente usuali per la donna aristocratica. La preziosità dei materiali impiegati (bronzo, ambra, oro, avorio, pasta vitrea) e la loro profusione, sono la manifestazione più evidente del prestigio sociale delle donne di rango (adulte, giovani ed anche bambine). Seguono le "Ore dei lavori", delle attività legate alla casa, controllate dalle donne: la preparazione dei cibi, e particolarmente della cerimonia aristocratica del banchetto - di grande significato simbolico - e la produzione dei tessuti, documentata nei corredi dai relativi strumenti (tra cui fusi, conocchie in materiali preziosi e non funzionali, tessere per la tessitura a tavolette da Verucchio e da Alianello, dal Museo di Policoro). Gran parte del potenziale economico della comunità era dunque affidata alle donne.

Ma ad esse spettava un ruolo di primo piano anche nella gestione dei culti, che per gli antichi costituivano un parte fondamentale della vita sociale. Le "Ore del sacro", a conclusione del percorso, sono esemplificate da significativi reperti: le tazze con ansa a disco da Verucchio (simbolo del disco solare, del legame tra le forze del cielo e della natura), la statuetta in avorio (rappresentazione della donna come dea della fecondità) e la tavoletta scrittoria da Marsiliana d'Albegna, il tintinnabulo di Bologna ed il vaso di Sopron-Varhely (Ungheria, per la prima volta in Italia) entrambi con scene di tessitura, le raffigurazioni del trono di Verucchio, che vedono le donne protagoniste: questi elementi manifestano da un lato lo stretto legame tra attività domestiche ed economiche e la sfera religiosa, dall'altro il ruolo primario delle donne, partecipi dirette non solo della vita sociale e forse anche "sacerdotesse".

Un'identità sociale ed un ruolo dunque tutt'altro che marginali qualificavano la sfera femminile di comunità antiche, anche distinte, della prima età del ferro, ben lontani dai luoghi comuni che ne hanno condizionato l'immaginario più consueto.

Per informazioni sugli orari della mostra: tel. 0541 670222.

La pagina del Sistema Museale della Provincia di Rimini - pag. 6 [2007 - N.30]

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