Un museo per ieri, un museo per domani

L'integrazione tra servizi bibliotecari e museali proposta nel nuovo polo culturale di Massa Lombarda.

Fiamma Lenzi - IBC Emilia- Romagna

Quattro anni orsono, proprio dalle pagine di questa rivista, veniva annunciato l'avvio del progetto per la realizzazione di un Centro culturale a Massa Lombarda ove, con un'innovativa e "coraggiosa" concezione, si intendeva dare vita per la prima volta in Emilia Romagna ad un singolare connubio in grado di proporre l'integrazione fra funzioni e servizi bibliotecari e museali.

Da poco più di un mese, al termine di un complesso iter progettuale condotto in porto dall'Amministrazione comunale in stretta collaborazione con l'Istituto Beni Culturali e la Provincia di Ravenna, ha finalmente visto la luce il nuovo polo culturale, in cui coesistono insieme, in perfetta contaminazione spaziale ed organizzativa, realtà patrimoniali diverse, alle quali corrispondono altrettante opportunità e offerte culturali a disposizione di lettori e visitatori.

Restituendo, da un lato, unità di tempo e di luogo ad un esemplare spaccato del collezionismo tardo-ottocentesco e conferendo, dall'altro, piena visibilità e significato al cammino storico-artistico compiuto dalla città negli ultimi cinque secoli, vi hanno trovato posto lungo il corridoio anulare che circonda la Sala di Lettura - vero cuore pulsante del sistema - e nei locali contigui il Museo e la Pinacoteca, intitolati unitamente alla biblioteca al massese Carlo Venturini, curiosa figura di collezionista e di filantropo illuminato.

Il primo dei nuclei museali trae origine dalle raccolte archeologiche, artistiche, naturalistiche, librarie riunite dal Venturini sotto la spinta della temperie collezionistica del secondo Ottocento, pervasa dalle atmosfere contradittorie ma affascinanti dell'Eclettismo. L'evocazione di terre sconosciute, il richiamo di pittoreschi scenari lontani nello spazio e nel tempo, le suggestioni di un passato che confonde l'esotico con l'antico e li travisa entrambi sono alcune delle chiavi principali per interpretare e "rileggere" in prospettiva museografica questo seducente insieme di oggetti. L'affacciarsi prepotente del positivismo - che il Venturini, medico e uomo di scienza certo non ignorava - contrappunta, all'altro estremo, una seconda e più razionale fisionomia del museo, manifestandosi soprattutto in alcuni segmenti di collezione come quelli dedicati alle scienze naturali.

La Quadreria comunale, sorta nell'avanzato '800 e arricchitasi con il '900, illustra invece alcune espressioni della cultura artistica locale e valorizza figure di pittori assai rinomati come Gian Battista Bassi, Luigi Folli, Angelo Torchi, Uberto e Giselfo Folli, Orfeo Orfei.
L'aggiungersi di opere pittoriche in seguito allo smembramento del patrimonio artistico di enti religiosi si inserisce a pieno titolo in questa linea, documentando da un lato la storia di importanti istituzioni massesi come la Confraternita di Santa Maria Assunta e le chiese di S. Paolo e del Rosario, dall'altro esempi della produzione artistica di personalità quali il Garofalo, il Bastianino, Carlo Massari, il cui operato si intreccia sovente con quello di personaggi storici di primo piano dell'area ferrarese-ravennate.

Se la riunificazione delle strutture massesi in un unico polo puntava ad una loro maggiore interazione, come garanzia di migliore fruibilità da parte dell'utenza e di ottimizzazione qualitativa dei servizi, lo sviluppo del percorso museografico ha tenuto in debito conto la diversa indole che caratterizza Museo e Pinacoteca nelle loro dissimili circostanze formative e nelle loro diverse titolarità - ricordiamo che alcune insigni testimonianze intrinsecamente legate alle vicende di Massa Lombarda fanno ora parte dei beni dell'AUSL Ravenna - ma ne ha anche ricercato la ricomposizione in una cornice culturale unitaria, animato dall'obiettivo tenacemente perseguito di fare di questi spazi un "luogo della memoria cittadina" e riannodare così quel filo della storia che l'incongrua opera dell'uomo ha, come anche qui è accaduto, in qualche modo spezzato.

Oltre ad assicurare maggiore respiro ad una variegata campionatura di reperti archeologici, vetri, ceramiche, maioliche, porcellane, i nuovi arredi realizzati per il museo e l'incremento del loro sviluppo lineare hanno conseguito un notevole ampliamento degli spazi allestiti, che ora includono anche objets de vertu, cammei, avori, pietre dure, micromosaci e un interessante monetiere di oltre cinquecento pezzi, per lo più aurei e argentei che vanno dall'età romana ad emissioni europee ed extraeuropee fra il XVIII e il XIX secolo.

Il dipanarsi del percorso museale a stretto contatto con la Sala di Lettura ottiene anche un collegamento immediato in termini visivi con la biblioteca che annovera nei propri fondi storici il patrimonio librario venturiniano e una considerevole quantità di materiale cartaceo (stampe, disegni, documenti etc.) appartenuto alle sue raccolte.

Ampio spazio è stato riservato alla poliedrica personalità del collezionista. Insieme a cimeli, fotografie, stravanganze e souvenirs di viaggio, una serie di documenti ripercorre paradigmaticamente l'impegno civile e la molteplicità di interessi scientifici e culturali che animarono la vita e l'attività di Carlo Venturini, rappresentando l'immagine più viva e diretta del suo impegno sociale e del suo contributo al progresso delle scienze e delle arti.

Attorno alla metà degli anni '90 l'IBC ha curato il riordino, l'inventariazione, la pulizia dei reperti naturalistici (mineralogia, malacologia, paleontologia) e il restauro di alcuni arredi lignei originali, unico segmento di collezione rimasto intatto nella casa del Venturini in via Bassi. Il tempo e gli accadimenti di una storia ormai più che centenaria hanno inevitabilmente modificato l'integrità del "museo patrio" realizzato da Carlo Venturini e la configurazione che egli aveva inteso dargli. Questa immagine non potrà quindi mai più rivivere, tuttavia la sua riproposizione al pubblico in un ambiente "dedicato", ottenuta ricollocando i materiali secondo i raggruppamenti e gli accostamenti da lui voluti, offre un'efficace e spettacolare visione d'insieme della raccolta nella sua originaria sistemazione. La ricostruzione costituisce un elemento di rilievo per la comprensione dei criteri espositivi adottati dal collezionista nella propria epoca, ma fornisce soprattutto una sorta di "istantanea" che fotografa l'aspetto ormai perduto di una caratteristica casa-museo borghese del tardo Ottocento, di cui rivisita quel legame ideale fra oggetti ed arredi che ne faceva un'entità davvero originale.

Per la Pinacoteca è stata adottata una disposizione che, pur conservando perfettamente distinte e leggibili le titolarità patrimoniali delle opere che la compongono, allinea sull'asse cronologico gli elementi costitutivi del percorso artistico locale, ricercando la contiguità fra opere riconducibili ad una stessa personalità artistica. Snodandosi in senso anulare, con i quadri di maggior pregio artistico (XVI-XVIII sec.) riuniti in un ambiente più protetto e appartato, il percorso fluisce senza soluzioni di continuità in quello della quadreria Venturini che, formata in massima parte da dipinti dell'Ottocento, si offre come ideale raccordo fra le opere più antiche e quelle del '900 collocate nell'area della reception. Dalla potente Resurrezione di Benvenuto Tisi alla manierata e cromaticamente intensa Caduta di S. Paolo del Bastianino, entrambe volute da Francesco d'Este per la chiesa di S. Paolo, dal bel autoritratto del Bassi al malinconico romanticismo della Saffo sulla rupe di Leucade che spinge lo sguardo sognante oltre l'ultimo orizzonte, dall'espressione penetrante del "macchiaiolo" Angelo Torchi, alla sua deliziosa figura di Signora seduta in un interno, dalla splendida marina di Ernest George accompagnata dal bozzetto preparatorio alle incantate vedutine di Massa tratteggiate da Guelfo Folli: innumerevoli suggestioni scaturiscono dal diuturno colloquiare di libri, oggetti, memorie, dipinti e tracciano per il lettore/visitatore, in un continuo gioco di rimandi e rispecchiamenti, contemporanee ed infinite rotte di viaggio.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 15 [2007 - N.29]

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