Una meteora del Novecento

Un'inedita collaborazione tra il MAR, il MIC e la Pinacoteca di Faenza ha dato vita a uno straordinario evento espositivo dedicato a Domenico Baccarini.

Claudio Casadio - Direttore della Pinacoteca Comunale di Faenza

Le ricerche artistiche europee tra Otto e Novecento - Liberty, Simbolismo ed Espressionismo in primo luogo - non sono rimaste estranee alla realtà artistica romagnola ed anzi hanno lasciate varie tracce anche a Ravenna e Faenza. Ci furono, ad esempio, i cartelloni pubblicitari dell'Esposizione regionale a Ravenna del 1904 dove Mario Dudovich e Achille Calzi portarono aria nuova e ci fu soprattutto l'esperienza faentina dove, proprio nel primo decennio del Novecento, si andò formando un gruppo di artisti che ha fortemente segnato in tanti settori, dalla grafica alla pittura e alla scultura, l'arte romagnola dei decenni successivi.

A distinguersi nel gruppo fu Domenico Baccarini, scomparso a soli 24 anni nel 1907 che, come ha scritto Claudio Spadoni in un esame delle arti visive ravennati nel secolo scorso, ha interpretato il lascito ottocentesco calandolo «in un sottofondo di ansie, irrequietezze, di appetiti culturali che erano insieme l'eredità più intrigante dell'ultimo Ottocento e il richiamo del moderno».

Proprio a ricordare quell'importante vicenda, a cento anni dalla morte dell'artista che ne fu il maggiore protagonista, sono state attivate le Celebrazioni Baccariniane, che vedono un ampio programma di iniziative promosso da un apposito Comitato, costituito da Regione Emilia-Romagna, Provincia di Ravenna, Comuni di Ravenna e Faenza, Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, Museo d'Arte della città di Ravenna, Museo Internazionale delle Ceramiche e Pinacoteca Comunale di Faenza.

Al centro delle Celebrazioni ci sono tre diversi eventi espositivi dedicati ai vari momenti e aspetti dell'opera di Domenico Baccarini.

Al Museo d'Arte della città di Ravenna, si tiene dal 25 febbraio al 3 giugno la mostra "Domenico Baccarini. Una meteora del primo Novecento", una grande antologica dedicata all'opera di Baccarini. L'esposizione, curata da Claudio Spadoni con il contributo di UniCredit Banca e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, intende documentare la precoce attività dell'artista faentino attraverso la selezione di un centinaio di capolavori tra dipinti, disegni e sculture. Oltre al grande trittico "L'umanità dinnanzi alla vita", opera incompiuta, realizzata dall'artista nel periodo romano, attenta riflessione sull'uomo, tra la vita e la morte, sono esposti i dipinti del periodo veneziano, i numerosi ritratti e gli intensi autoritratti, le vedute di Faenza e i tanti scorci famigliari. Degna di attenzione è la produzione scultorea in mostra a Ravenna, una cinquantina di opere a documentare lo straordinario talento di Baccarini. Si possono ammirare i gruppi plastici con figure femminili, quali "Sensazioni dell'anima" o "Primavera", i tanti ritratti dell'amata Bitta, le piccole figure infantili, omaggio alla figlia Maria Teresa, i grandi busti dei personaggi e degli artisti con cui Baccarini fu amico e sodale, quali Beltramelli, Costetti, Golfieri, Nonni, Zanelli.

A Faenza, presso la Pinacoteca Comunale che custodisce il maggior fondo di opere dell'artista, apre invece dal 24 febbraio al 17 giugno la mostra "Domenico Baccarini. Disegni dalle Collezioni comunali". Nelle raccolte conservate dagli istituti culturali faentini è documentata l'intera produzione di Baccarini: dalle esercitazioni scolastiche presso la Scuola di Arti e Mestieri di Faenza, frequentata sotto la guida del maestro Antonio Berti, al drammatico autoritrattato fatto poco prima della morte. Grande spazio è dedicato ai disegni con temi familiari, quando le modelle dei lavori di Baccarini erano la madre, la sorella, la nonna, la sua compagna Bitta e la piccola figlia Maria Teresa. Nell'intensa produzione baccariniana importanti sono anche i disegni dedicati agli amici, agli ambienti faentini e i lavori realizzati prima a Firenze e poi a Roma. Notevoli poi anche i disegni come illustratore, sia per le copertine di periodici che per la collaborazione avviata con lo scrittore Antonio Beltramelli per illustrare le sue novelle.

Il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza dal 24 febbraio al 27 maggio ospita la mostra "Art nouveau a Faenza. Il Cenacolo Baccariniano", che presenta opere dell'artista faentino e dei suoi amici coinvolti nei ritrovi del cosiddetto "cenacolo" (riferito dapprima alla Scuola di Arti e Mestieri, poi al retrobottega della madre Maddalena), dove Domenico Baccarini, Ercole Drei, Giovanni Guerrini, Pietro Meandri, Francesco Nonni, Domenico Rambelli, Giuseppe Ugonia, Publio Zanelli (per citarne solo alcuni) s'incontravano per disegnare e intagliare, per parlare d'arte e di letteratura contemporanea. L'intento è quello di restituire l'ambiente culturale faentino del primo decennio del '900, spingendosi fino al terzo, dopo il quale i protagonisti del "cenacolo" cambiarono ideali artistici, al seguito o meno delle avanguardie. E per tratteggiare assonanze e fonti ispirative, in sintonia con l'Italia e l'Europa, l'esposizione fornisce la possibilità di confronto con opere provenienti da musei e collezioni italiane e straniere di artisti famosi, molti dei quali presenti a Faenza nella esposizione del 1908. In mostra presso il Museo Internazionale delle Ceramiche vi sono dipinti, disegni e incisioni di artisti come Klimt, Knopff, Munch, Pellizza da Volpedo, Martini, Balla, Costetti e Segantini che affiancano la ricca e bella documentazione sui lavori degli artisti del "Cenacolo baccariniano".

Completeranno il programma varie iniziative, anche di associazioni culturali di Ravenna e Faenza, la pubblicazione di due cataloghi, conferenze e la produzione di un film dedicato alla vita di questo artista che ha davvero vissuto intensamente per l'Arte.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 16 [2007 - N.28]

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