Gaetano Ballardini

Figura di alto profilo culturale dei primi decenni del novecento a cui si deve la creazione del Museo Internazionale della Ceramica di Faenza e dell’Istituto d’Arte per la Ceramica che porta il suo nome

Marcella Vitali - Docente Istituto d'Arte di Faenza

Risulta arduo tracciare il breve profilo di una personalità straordinaria per interessi, cultura, opere e lasciti, quale fu quella di Gaetano Ballardini (Faenza, 1° ottobre 1878 - 26 maggio 1953); è certo che la sua opera ha inciso tanto profondamente nella storia culturale di Faenza da diventare un punto di riferimento da cui non si può prescindere quando si considerano le problematiche attinenti le istituzioni culturali della città. La professione in età giovanile di archivista del Comune gli diede modo di coltivare gli studi storici ed in genere quegli interessi per la cultura umanistica che con grande versatilità costituirono di volta in volta il punto di partenza o segnarono il metodo rigoroso d’approccio alla sua attività di ricerca. Nei primi tempi fu vicino all’ambiente delle fabbriche di ceramica con il ruolo di amministratore per la F.lli Minardi e quindi agli artisti che segnarono la grande stagione del liberty faentino e a Domenico Baccarini. L’organizzazione delle prime tre mostre d’arte volute dalla Società del Risveglio, nel 1904, 1905, 1906, fornì la necessaria esperienza per il ruolo di primo piano assunto nella preparazione della Mostra Internazionale d’Arte in occasione dell’Esposizione Torricelliana del 1908, evento di assoluta rilevanza, dal cui ambito scaturirono i contatti necessari con enti, comitati, artisti e manifatture, per la fondazione del Museo Internazionale delle Ceramiche. Ciò che distingue fin dai primi passi il nuovo Istituto, di cui Ballardini è direttore onorario fin dal 1912, anno della costituzione in Ente Morale, fu l’originale fisionomia perseguita dallo studioso che affiancava l’ordinamento delle collezioni ad un programma finalizzato a delineare, più che il consueto luogo di conservazione, un centro propulsore di studi, quindi, fin dai primi mesi la formazione di una biblioteca specializzata per le discipline inerenti l’arte della ceramica e, nel 1913, la fondazione della rivista «Faenza», bollettino del Museo, cui seguirà negli anni anche la creazione di una qualificata fototeca. Negli anni seguenti l’attività del Ballardini fu segnata da un iperattivismo sorprendente: le diverse tappe del museo con la costituzione di varie sezioni e originali mostre didattiche, i rapporti con gli istituti pubblici italiani e stranieri, le relazioni internazionali, i contatti con i musei, i collezionisti e gli archeologi, l’attività quotidiana di schedatura, archiviazione, classificazione, note, appunti e soprattutto gli studi storici e ceramologici. Scorrere la sua sterminata bibliografia (430 voci!) è un po’ ripercorrere i capisaldi della scienza ceramologica, dai numerosissimi articoli su «Faenza» ai diversi studi nella "Collana di studi d’arte ceramica" e di "Note di critica ceramica", al Corpus della maiolica italiana, al fondamentale La maiolica italiana dalle origini alla fine del Cinquecento e ancora, ancora interventi, articoli, collaborazioni a enciclopedie e a riviste italiane e straniere, tutti segnati da una capacità straordinaria di sintesi e da un’invidiabile chiarezza espositiva sia per la specifica conoscenza tecnica sia per la profonda cultura umanistica. Fin dal 1916 lo studioso si adoperava anche per attivare dei corsi serali di ceramica pratica, mostrando grande perspicacia nel chiamare vicino a sé come insegnati gli artisti Domenico Rambelli e Anselmo Bucci ed il tecnico Maurizio Korack. La scuola divenne statale nel 1919, poi Regia Scuola di ceramica nel 1925, divenendo Ballardini stesso direttore, solo onorario fino al 1927. Nel 1938 la Scuola sarà riconosciuta come Regio Istituto d’Arte vedendo realizzati e potenziati importanti settori a fianco dell’attività didattica, come il Laboratorio scientifico-tecnologico, l’officina per la produzione di smalti e colori, l’officina didattica per la decorazione e l’officina di restauro. Museo e Scuola quindi strettamente correlati come centro propulsore di attività e di cultura: dal 1928 sede dei corsi interuniversitari di storia e tecnica della ceramica; dal 1938 avviato il Concorso nazionale della ceramica; per parte sua il Comune di Faenza aveva istituito fin dal 1927 il premio annuale al merito ceramico in onore di Gaetano Ballardini. La guerra poi, fu devastante: i bombardamenti del 1944 distrussero quasi completamente il museo e i luoghi dove era stato posto al riparo il suo patrimonio. Retorico affermare che una personalità come quella di Ballardini non poteva arrendersi. Gli ultimi anni, morirà nel 1953, sono tutti impegnati nella grandiosa e totale opera di ricostruzione con risultati sorprendenti per il grande credito dello studioso nel riuscire a recuperare mezzi e donazioni tali da ricostituire un assetto nuovamente esaustivo. Da questa breve rassegna credo si possa trarre una sola conclusione: la sua opera di studioso e realizzatore, oltre alla naturale considerazione, merita soprattutto un grande rispetto.

Personaggi - pag. 16 [2003 - N.16]

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