Monete e medaglieri

I moderni criteri di gestione e di fruizione delle collezioni numismatiche in Italia

Andrea Gariboldi - Alma Mater Studiorum Università di Bologna Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali di Ravenna

Chi di noi non ricorda lunghe file di monete, adagiate su di un lato, in polverose teche di legno ricoperte da un vetro, lungo i corridoi dei musei?
Sono pochi, in verità, i musei dotati di raccolte numismatiche significative che hanno potuto modificare questo antiquato criterio espositivo ordinato per “genere e specie”, secondo logiche scientifiche di stampo positivista. La maggior parte dei musei, a dire il vero, non ha nemmeno lo spazio per esporre le monete, giudicate a volte meno rilevanti, e dunque meno apprezzabili, rispetto ai “monumenti” (nel senso latino di ricordo/testimonianza) più evidenti. Il museo, insomma, adotta la propria politica per attrarre il maggior numero possibile di visitatori, e la scelta non è sempre facile. Cito tre esempi di buona gestione del patrimonio numismatico italiano, dove emergono altrettanti possibili sistemi per rendere fruibili le monete: il medagliere del Museo Nazionale Romano privilegia un’esposizione ottimale e moderna del materiale, Bologna punta sulla digitalizzazione del posseduto, Milano promuove la pubblicazione dell’intera raccolta.
Nel corso degli ultimi anni nuove tecnologie informatiche e risorse multimediali hanno indubbiamente determinato cospicui mutamenti nella ricerca in ambito numismatico e, conseguentemente, anche nel modo di gestire e di visitare le collezioni numismatiche pubbliche.
Il Museo Civico Archeologico di Bologna ha proposto in modo efficace, nuovo e concreto un modello di integrazione dei servizi informatici per la catalogazione e l’archiviazione elettronica del fondo numismatico. Il Medagliere di Bologna, uno dei più importanti del nostro paese, nacque nel 1878 dalla fusione della raccolta Comunale con la Collezione Universitaria, sorta nel 1714, nello stesso anno in cui fu fondato l’Istituto delle Scienze con sede a Palazzo Poggi. I due nuclei, attraverso aggiunte successive, raggiunsero la consistente cifra di quasi 90.000 monete. La recente completa digitalizzazione del gabinetto numismatico bolognese rappresenta un buon esempio di integrazione tra le diverse tecnologie, dalla fase della catalogazione scientifica, all’acquisizione delle immagini, al trattamento dei dati ai fini dell’archiviazione e dell’eventuale edizione a stampa. È stata creata, pertanto, all’interno del Museo Archeologico, una postazione informatica accessibile ai visitatori e ai ricercatori, che coniuga le esigenze della didattica con quelle della conservazione, e che nello stesso tempo non nega allo studioso l’accesso al materiale. Il Medagliere virtuale pertanto sopperisce, almeno in parte, alla mancanza di un percorso espositivo di sezioni dedicate alle raccolte numismatiche, e supera le oggettive difficoltà legate alla sistemazione ottocentesca delle raccolte.
Questo problema affligge, infatti, anche altri medaglieri importanti, come quello milanese, che annovera oltre 300.000 monete. Il Comune di Milano però da anni cura e promuove la pubblicazione scientifica delle Civiche Raccolte Numismatiche ed anche della documentazione dei complessi dei ripostigli monetali in Italia. Centinaia di sintetiche ma esaustive schede, disponibili presso il Museo Civico Archeologico di Milano, documentano la presenza e la consistenza dei ripostigli monetali, lo studio dei quali è imprescindibile per chi si interessi non solo di numismatica, ma anche della meno settoriale indagine economica e storica dell’Italia in epoca romana e medioevale. Le banche dati delle collezioni numismatiche, comunque, oltre ad essere archivi di consultazione sia per i visitatori occasionali sia per gli studenti e gli studiosi, sono anche strumenti (ora divenuti fondamentali) per una corretta gestione e catalogazione degli esemplari, nonché per la tutela e per il controllo del Bene Culturale inteso come “moneta”.
Possiamo solo sperare che in futuro simili iniziative trovino un consenso e un sostegno sempre più ampio, anche dal punto di vista dell’investimento economico necessario alla loro realizzazione. Gli strumenti virtuali consentirebbero facilmente l’attuazione di mostre dedicate alla storia della moneta antica non solo italiana o europea, ma anche medio-orientale e asiatica, il che permetterebbe di illustrare e di ricordare a tutti che la lunga storia fra Oriente e Occidente non è fatta solo di guerre, ma pure di millenarie relazioni economiche e culturali che i popoli più svariati intrattennero lungo la Via della Seta.

La pagina della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell'Università di Bologna - pag. 6 [2006 - N.27]

[indietro]