Pietro Bubani da Bagnacavallo

Il centro Le Cappuccine dedica una mostra al grande medico, botanico e patriota

Giuseppe Masetti - Direttore del Centro Culturale "Le Cappuccine" di Bagnacavallo

Giusto duecento anni fa, il 1° ottobre 1806, nasceva a Bagnacavallo Pietro Bubani, un’importante figura di botanico dell’Ottocento italiano, ancor più noto all’estero, in Spagna e nel Midi francese, per le sue ricerche sulla flora dei Pirenei.
Nel 1829 si laureò giovanissimo in medicina a Bologna, ma le sue passioni si volsero ben presto alle scienze naturali, ai classici latini, alla musica, lasciandolo però “molto amante delle donne e per niente amico della pretaglia”.
Ben presto partecipò infatti ai moti risorgimentali del 1831 presso Argenta e inseguito dalla polizia austriaca trovò riparo prima a Firenze, poi a Lucca, in Corsica ed infine in Francia a Montpellier.
È in quell’Università che il professor Felix Miguel Dunal, apprezzando le sue osservazioni critiche nei confronti delle classificazioni di Linneo ancora in uso nelle accademie botaniche, convinse l’ardito romagnolo ad esplorare per ben 26 anni tutta la vegetazione dei Pirenei, dal Mediterraneo all’Atlantico. Così Bubani indagò dapprima il versante francese, poi quello spagnolo, legandosi profondamente a quella regione che gli sembrò a lungo un “Paradiso terrestre, perché facili i monti, ameni i luoghi e bellissime le donne”.
Rischiando la vita in più di un’occasione egli riuscì a classificar oltre 2.800 specie botaniche scrivendo quasi 3.000 pagine in latino, corredate da osservazioni inedite e rigorose, più volte ricontrollate durante gli 11 anni trascorsi prima della revisione necessaria per la stesura definitiva.
La sua Flora Pyrenaea è un’opera immensa, completa e sistematica, che per la prima volta nella storia abbraccia compiutamente la vegetazione di quella estesa regione. Ma i suoi meriti non si limitano alla vastità dei campioni esaminati: irriverente come in politica e in società, Bubani prese spesso posizione contro il modo asettico e rituale di classificare le piante secondo la tradizione libresca, preferendo invece il “sistema naturale” per il quale si inserivano nelle schede tutte le notizie accessorie, reperite con l’osservazione diretta, utili a descrivere l’ambiente vitale riscontrato in natura.
Lui, che scriveva e leggeva benissimo in latino, con la deferenza per i classici che lo aveva portato in gioventù alla compilazione della Flora Virgiliana, propendeva per un metodo positivista anche nella sua disciplina e sosteneva che non bastava più assemblare testi accademici al chiuso degli studioli. Occorreva invece servire la scienza moderna con la dovuta disponibilità verso le nuove scoperte e le revisioni disciplinari. Fu la sua ostinata determinazione all’analisi sul campo che gli fece rilevare la presenza nei Pirenei centrali di una pianta fino ad allora ignota in Europa, cui diede subito il nome di Dioscorea Pyrenaea Bubani, il giorno 15 luglio del 1845.
Rigoroso, intransigente, polemico anche verso fratelli e concittadini, fece ritorno in Romagna nel 1847, fiducioso nell’amnistia concessa dal papa Pio IX, per riprendere poi la via dei Pirenei nel 1850, deciso a completare, con le sue 20 spedizioni, il grande Erbario lasciato poi in donazione all’Istituto Botanico di Genova.
Passò a Bagnacavallo i suoi ultimi decenni, fra studi approfonditi, l’irrisione dei concittadini e continue tensioni familiari, fino al 12 agosto 1888, quando morì quasi cieco, cadendo banalmente dal balcone del suo palazzo. Il colto esploratore che aveva sfidato polizie reazionarie e cime pirenaiche finiva i suoi giorni sulla via di casa, lasciando una sola diletta figlia che gli sopravvisse appena due anni.
Gli ultimi eredi della sua famiglia, il ramo faentino dei Laderchi e dei Brunetti, oggi residenti a Bologna – dove è sepolto Bubani – hanno disposto il lascito al Comune di Bagnacavallo di interessanti documenti che, insieme alle centinaia di lettere reperite nelle principali biblioteche e musei italiani, saranno utilizzati nelle iniziative che, a partire da settembre, ricorderanno il bicentenario di Bubani, durante la festa di San Michele. Insieme all’IBACN il Centro Culturale “Le Cappuccine” sta infatti preparando per l’autunno una mostra sulla figura del grande botanico che dall’anno prossimo sarà resa itinerante presso i Musei di Scienze Naturali di questa regione.

Personaggi - pag. 15 [2006 - N.25]

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