Le brossure del Cardello

Il restauro conservativo della biblioteca di Alfredo Oriani alla casa museo Cardello

Dante Bolognesi, Carlotta Zanasi - Direttore della Fondazione Casa Oriani, Laboratorio Post-Scriptum di Bologna

Nella monastica stanzetta al primo piano del Cardello sono conservati, sulla scrivania e nei quattro singolari scaffali pensili, i 630 volumi che costituivano la personale biblioteca di Alfredo Oriani (1855-1909).
Come ha scritto Ennio Dirani, la sezione più ricca della biblioteca è quella letteraria, con i maggiori classici italiani, da Dante al Carducci, e i grandi narratori europei dell’Ottocento. Segue poi la sezione storica, con opere di Carlo Botta, Cesare Cantù, Giuseppe Ferrari, L.C. Farini, Taine, Michelet, Renan, Mommsen, e la sezione filosofica, dominata dalle opere di Hegel, in italiano e in francese; infine, quella politico-sociologica, molto ricca, con classici quali Machiavelli, Locke, Montesquieu ed i maggiori dell’Ottocento, tra i quali il più rappresentato è Proudhon.
Le complesse vicende del Cardello, soprattutto durante la seconda guerra mondiale, hanno fatto sì che molti dei volumi siano in uno cattivo stato di conservazione. Grazie al finanziamento dell’Istituto regionale per i Beni culturali, negli scorsi anni è stato avviato un primo intervento di restauro che è stato affidato alla ditta Post-Scriptum di Bologna: gli interventi di restauro conservativo dei volumi in brossura sono stati svolti in diverse sessioni di lavoro,tra il 1997 e il 2003.
Il termine “brossura” deriva dal francese brochure e indica un tipo di legatura rustica senza supporti di cucitura, con coperta in cartone o cartoncino incollata direttamente al dorso del volume.
Tale tipologia di volume nasce probabilmente in Inghilterra verso la metà del sec XVII e si diffonde nel sec XVIII e XIX con l’aumento della richiesta di carta dovuta alla ripresa dell’editoria e alla diffusione dei periodici. Per quanto riguarda la fabbricazione della carta, i passi significativi per la sua industrializzazione si svolgono a metà dell’Ottocento con l’inizio dell’uso della cellulosa derivata dal legno e non più dagli stacci di canapa e cotone. I volumi in brossura sono quindi particolarmente delicati sia per le caratteristiche tecniche prima citate che per la bassa qualità della carta a pasta legno spesso acida, a causa della presenza della lignina, e quindi maggiormente soggetta a un degrado chimico-fisico. Le carte dei volumi tra otto-novecento sono spesso caratterizzate dalla loro perdita di elasticità,imbrunite o sbiancate, macchiate dal foxing, rigide o feltrose a seconda del tipo di degrado che hanno subito.
Il restauro delle brossure custodite nel Cardello è stato quindi complesso e articolato: le carte e le copertine dei volumi, tutte in cartoncino leggero, erano fortemente imbrunite e indebolite a causa del processo di ossidazione, i dorsi nella maggior parte dei casi erano in frammenti attaccati al corpo del libro o totalmente mancanti. Alcuni volumi erano scuciti e l’indorsatura fortemente indebolita tanto che alcune pagine erano mancanti; in tal caso la mancanza è stata segnalata inserendo fogli di carta giapponese bianca. I volumi sono stati tutti collazionati (controllo della numerazione delle carte) e scuciti cercando di recuperare scrupolosamente i frammenti delle coperte attaccati sul dorso; per agevolare l’operazione i dorsi sono stati velati con velo giapponese e colla Tylose MH 300 prima della scucitura. Le carte sono state pulite inizialmente a secco con pennelli a setole morbide e gomma wishab, poi per via acquosa con acqua demineralizzata e deacidificate con una soluzione semisatura di idrossido di calcio. Alla soluzione deacidificante è stata aggiunta una percentuale di Tylose MH 300 per ricollare le carte. Dopo l’asciugatura su appositi essiccatoi le carte e le coperte sono state restaurate e rinforzate con carta e velo giapponese, i frammenti dei dorsi sono stati ricomposti e integrati con carta giapponese leggermente colorata seguendo il tono del colore delle coperte. Strappi e indebolimenti sulle pagine sono stati risarciti con veline molto sottili e trasparenti e le lacune sono state integrate con carta giapponese di adeguata grammatura. I volumi sono stati poi ricuciti con filo di cotone, rispettando la struttura della cucitura originale,e indorsati con due strati di carta giapponese. Infine sono state rimontate le coperte attaccando i dorsi delle copertine al volume, con struttura a tubo in carta.

Speciale restauri - pag. 10 [2006 - N.25]

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