Il restauro come recupero critico del passato, affermazione di identità e risorsa per il futuro

Pier Domenico Laghi - Dirigente Settore Cultura della Provincia di Ravenna

A distanza di due anni torniamo sul tema del restauro. Il precedente approfondimento affrontava la molteplicità delle prospettive del restauro in provincia di Ravenna e spaziava dalle esperienze formative alla ricerca, dai laboratori alle applicazioni; in questo numero, a partire da una riflessione sull’importanza del restauro, ci occupiamo di fornire esempi dei molteplici interventi svolti sui beni culturali del nostro territorio.
Riprendiamo l’argomento restauro con l’intento di raggiungere due obiettivi in particolare: il primo è consolidare, rendere diffuso l’attuale concetto di restauro “cioè di un intervento finalizzato non a rifare, ricostruire, sostituire ma soprattutto a prevenire dal degrado - sia attraverso interventi straordinari di recupero sia con più semplici operazioni di conservazione - mantenendo per quanto possibile i caratteri originali di un bene culturale” (Giuliana Algeri); ci piace richiamare che la prevenzione del degrado nella nostra regione ha trovato un importante strumento applicativo, di sostegno ai musei, nel progetto “MUSA – Rete regionale intermuseale per la gestione a distanza della conservazione dei beni artistici”. Il secondo obiettivo è dare conto della molteplicità delle collaborazioni e delle tipologie di intervento sulle quali sono impegnati l’IBACN della Regione Emilia-Romagna ed i musei del Sistema Museale Provinciale.
In questo quadro condividiamo pienamente l’affermazione che “ogni intervento di restauro - pur nel rispetto delle caratteristiche dell’oggetto restaurato - può esplicitare tutte le sue potenzialità, che vanno appunto dal recupero critico del passato alla possibilità di divenire risorsa economica per il futuro, rimanendo in ogni caso testimonianza vitale dell’identità culturale di una comunità, di una città, di un’intera nazione” (Giuliana Algeri). Nelle attività di restauro, specie se di sistema, c’è tutto il potenziale per attivare, anche a livello locale, un circuito virtuoso che metta in sinergia aspetti artistici e culturali, scientifici e di ricerca applicata, economici e di valorizzazione: in una contingenza, o almeno speriamo che sia tale, di risorse pubbliche limitate per il settore dei beni e delle attività culturali è sicuramente una leva per guardare con minori preoccupazioni il futuro.
L’inizio dell’anno è anche tempo di Piani museali; la Provincia di Ravenna ha appena proposto alla Regione Emilia-Romagna ed all’IBACN il programma degli interventi per il 2006, anno che chiude il ciclo triennale 2004-2006. È tempo di programmi, quindi, ma anche di riflessioni: a questo è dedicato l’intervento di Eloisa Gennaro che traccia le linee di azione del triennio che si chiude; da queste troviamo conferma che il Piano museale provinciale può effettivamente essere strumento di programmazione e di crescita, specie quando occorre fare tesoro delle limitate risorse disponibili. Per non appesantire l’intervento sono riportati solo alcuni dati che tracciano le linee di intervento per gli anni 2000-2006: chi voglia approfondire l’argomento, con dati alla mano, può fare riferimento al portale della Provincia di Ravenna, nella sezione “Cultura” (http://portale.provincia.ra.it/provincia/).
Per quanto riguarda il programma 2006 il taglio delle risorse e i vincoli di finanza pubblica ci hanno costretto a tenere una linea difensiva: al consolidamento delle risorse rese disponibili dalla Provincia negli anni precedenti non è stato possibile accompagnare un analogo intervento regionale. Speriamo di aver solamente rallentato il cammino e di aver mantenuto la rotta.

Editoriale - pag. 3 [2006 - N.25]

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