Giacometti: dalla mostra ai laboratori didattici

Far partire i ragazzi dall’osservazione delle opere per arrivare a creative espressioni individuali

Silvia Stoppa - Sezione didattica MAR

“Non era più la forma esteriore delle cose a interessarmi, ma quel che di affettivo io provavo nella mia vita. (…) Non si trattava più di presentare una figura esteriormente somigliante, ma di vivere, e di realizzare solamente quel che mi aveva coinvolto affettivamente, o che desideravo.”
(Alberto Giacometti, Scritti)

Come portare l’arte di Alberto Giacometti tra i banchi di scuola? Come riuscire ad avvicinare all’universo complesso e misterioso di uno dei grandi protagonisti del Novecento, bambini e ragazzi di tutte le età? È dalle riflessioni stesse dell’artista, trascritte nei suoi taccuini in forma di appunti e commenti alle opere cui lavorava, che nasce e prende corpo l’idea fondante dei progetti didattici pensati per la grande mostra antologica organizzata dal Museo d’Arte della Città di Ravenna (aperta fino al 20 febbraio 2005). Per tutta la vita Giacometti disegna, dipinge, scolpisce figure: che si tratti di persone incrociate casualmente per strada o di amici e parenti carissimi (la madre, il fratello Diego, la moglie Annette), la sua unica e costante preoccupazione è quella di riuscire a dare forma all’identità, superando il dato meramente esteriore e fisionomico per raggiungere ed esprimere la verità interiore di ognuno.
L’osservazione diretta delle opere presenti in mostra, selezionate a seconda delle diverse fasce d’età, costituisce la base fondamentale su cui viene impostato un percorso di approfondimento delle principali tematiche affrontate dall’artista, con particolare riferimento al genere del ritratto e dell’autoritratto. Il confronto con le opere prepara e introduce il momento laboratoriale, durante il quale bambini e ragazzi possono tradurre le sollecitazioni ricevute in elaborazioni individuali e sperimentare in prima persona la rappresentazione di un soggetto a loro scelta, affettivamente significativo (un amico, un membro della famiglia, un compagno di scuola…), cercando di superare lo stereotipo della verosimiglianza. Lo scopo di questo tipo di approccio è quello di stimolare nei bambini e nei ragazzi un diverso sguardo nei confronti della realtà che li circonda, uno sguardo in grado di andare oltre il livello della pura apparenza e di cogliere, nelle persone che vivono loro accanto, quelle caratteristiche e specificità che le rendono uniche, inconfondibili, speciali. “In una cultura simbolica e complessa come la nostra, all’identità non basta il corpo della persona. Fra me e l’altro da me occorre, per il mio riconoscimento, una serie di comportamenti, di gesti, di oggetti capaci di rappresentarmi, e rispetto ai quali io e gli altri possiamo mettere in scena il processo di relazione all’interno del quale le identità si costruiscono, si descrivono, si consolidano.” (M. Dallari, L’esperienza pedagogica dell’arte).
I ritratti eseguiti in laboratorio, infatti, realizzati con la tecnica del collages, del filo di ferro e della creta (in ossequio all’ideale estetico di Giacometti), non intendono rimanere fedeli alla semplice evidenza esteriore delle persone rappresentate ma di queste riescono a raccontare con sorprendente e divertita precisione, con ironia e profondità, aspetti del carattere, manie, abitudini e persino difetti. Per arrivare a questo ogni bambino, ogni ragazzo, a seconda dell’età e della relativa capacità di consapevolezza e di riflessione, può scegliere di fare ricorso a diverse tipologie di linguaggio, narrativo, metaforico o simbolico, così come proposto dalle opere in mostra e dagli esempi di altri grandi artisti contemporanei che, in modi diversi, si sono accostati alla rappresentazione della figura umana prescindendo dal dato visivo e lasciando spazio alla libertà espressiva e al gusto per la provocazione.
L’esperienza del laboratorio è aperta a tutte le scuole - da quella dell’infanzia alla secondaria superiore - e, in particolari giornate, alle famiglie. Per informazioni e prenotazioni: Museo d’Arte della Città di Ravenna – Sezione didattica; tel. 0544.482042 - 482760 - 482765.

Esperienze di didattica museale - pag. 18 [2004 - N.21]

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