Il Museo della Collezione Monticelli

Marionette, burattini, copioni e scenografie. Un altro museo è entrato a far parte del Sistema Museale della Provincia di Ravenna, che arriva così a mettere in rete 35 musei del territorio

Eloisa Gennaro - Responsabile U. O. Beni Culturali della Provincia di Ravenna

Il Museo della Collezione Monticelli – attualmente ospitato all’interno della sede del Teatro del Drago di Ravenna - è un’interessantissima raccolta di marionette, burattini, scenografie, copioni manoscritti e altro materiale che, a partire dal 1840, viene trasmessa di padre in figlio ed ampliata nell’ambito della storica compagnia teatrale della Famiglia Monticelli, di origine lombarda ma residente a Ravenna dalla metà del secolo scorso
Questo piccolo museo specialistico non nasce – come normalmente succede – grazie all’hobby di un collezionista bensì si distingue per essere composto da una raccolta ‘viva’, ovvero formatasi e conservata in quanto protagonista degli spettacoli portati in scena da ben cinque generazioni della famiglia Monticelli dalla metà dell’Ottocento fino ad oggi, a partire da Ariodante - nato a Cremona nel 1826 - famoso scenografo e marionettista, capostipite della compagnia.
La raccolta rappresenta un significativo tassello di storia del teatro e di storia dell’arte, a testimonianza sia della creatività artistica che dell’abilità artigiana, punto d’incontro tra la grande tradizione del teatro e quella delle compagnie girovaghe di spettacolo. Si contano numerosissimi burattini, oltre 50 marionette, più di 150 scenografie (alcune delle quali realizzate da noti pittori), molti copioni manoscritti e tanto altro materiale di tournée quali locandine, lettere, bandi, permessi, contratti e così via. Di notevole interesse sono i pezzi in legno e cartapesta, senza dimenticare la recente acquisizione di una serie di maschere tradizionali emiliane, come Fagiolino, Sandrone e Dottor Balanzone, che risalgono ai primi anni dell’Ottocento.
Si tratta dunque di un museo che espone una collezione non cristallizzata nel passato bensì dinamica, in continua evoluzione, in grado di ingrandirsi, di modificarsi e di proporsi al pubblico in maniera sempre innovativa, attraverso le visite guidate che sottolineano l’intreccio esistente tra i singoli pezzi esposti, i laboratori di costruzione di pupazzi e materiali di scena, gli spettacoli di burattini tradizionali emiliano-romagnoli, i corsi sul teatro di figura.
A partire dal 1979, anno di fondazione della compagnia del Teatro del Drago da parte di Andrea e Mauro Monticelli, l’ultima generazione di famiglia si è impegnata a promuovere la collezione curando una costante attività espositiva, pensata in una duplice direzione: da un lato percorrere la mappa dei principali appuntamenti nell’ambito del Teatro di Figura internazionale; dall’altro, testimoniare la volontà in ambito locale di valorizzare un patrimonio storico, artistico e culturale come fatto di pubblico interesse, ritenendo fondamentale l’attività professionale di una famiglia d’arte storica legata alla vita stessa di Ravenna e dell’Emilia Romagna. A tale proposito vengono organizzate alcune piccole ma significative mostre temporanee dislocate sul territorio – grazie anche alla collaborazione del Sistema Museale Provinciale - di cui l’ultima in ordine di tempo, dal suggestivo titolo Il Teatro dei sogni, è stata presentata nel mese di novembre 2004 presso le sale del primo piano del Museo Civico “San Rocco” di Fusignano.
Una raccolta, dunque, in grado di assumere molteplici forme e percorsi: gli oggetti esposti, diversamente intrecciati e messi in relazione (scenografia, copione, burattino, marionetta), possono far luce su di un pezzo di storia del teatro. Affinché sia pienamente fruito tutto il numeroso materiale che compone la Collezione Monticelli, il Teatro del Drago si sta adoperando per individuare a Ravenna una sede museale più adeguata alle esigenze e potenzialità di una raccolta ‘viva’, che risponda all’ambizione di creare un rapporto profondo e dinamico col suo pubblico.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 15 [2004 - N.21]

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