I fumetti al museo. Il museo a fumetti

Una “mysteriosa” storia a fumetti coinvolge alcuni musei del Sistema Museale della Provincia di Ravenna

Massimo Marcucci - Massimo Marcucci

Quando si parla di fumetto si fa spesso confusione. Il vocabolo stesso, involontariamente, la favorisce, avendo più di un significato: fumetto è la nuvoletta che esce dalla bocca dei personaggi disegnati, è la storia realizzata mediante disegni e dialoghi contenuti nelle nuvolette, è l’albo cartaceo, è l’opera narrativa o cinematografica di contenuto banale, superficiale. Sovente però gli si attribuisce un significato che non ha: quello di genere narrativo.
Sulla scorta di tale convinzione, nelle librerie come nelle biblioteche gli viene riservato un angolo più o meno grande, alla stregua della narrativa poliziesca, di quella rosa o di quella fantascientifica. Ed è così che sullo stesso scaffale si trovano le avventure di Asterix e quelle di Corto Maltese, quelle dei Peanuts e quelle di Tex, il cui unico punto di contatto è il linguaggio con il quale quelle storie sono raccontate. Già, il linguaggio. Perché il fumetto non è un genere ma un linguaggio vero e proprio, che possiede una propria grammatica e propri esclusivi codici d’espressione. Non a caso uno dei più grandi autori di comics d’oltreoceano, Will Eisner, ha coniato per il fumetto la definizione di arte sequenziale mentre Hugo Pratt lo definiva letteratura disegnata.
È proprio da queste considerazioni che si è partiti quando si è pensato di realizzare un prodotto diverso, in termini di approccio e proposizione, rispetto a quelli già esistenti (la guida Andar per musei, la collana di monografie dedicate ai musei del Sistema, la stessa rivista Museo in-forma); un prodotto nato per promuovere dal punto di vista conoscitivo i musei appartenenti al Sistema Museale della provincia di Ravenna e avvicinare a questa realtà il pubblico più giovane. Compito strategico della Provincia è infatti quello di favorire la fruizione del patrimonio culturale del proprio territorio da parte di un pubblico sempre più ampio e differenziato.
Per far ciò si è pensato di produrre un’opera di fiction a fumetti che incuriosisse il lettore grazie alla storia narrata, ma, al contempo, veicolasse, senza troppa evidenza e pedanteria, informazioni sui musei coinvolti e solleticasse la curiosità del lettore per spingerlo a visitarli. L’ideazione dell’albo e la sua progettazione sono partite dalla constatazione della minore attenzione riservata alla realtà museale locale da parte dell’Università e degli Istituti scolastici superiori presenti sul territorio provinciale, rispetto all’oramai consolidato trend che vede le scuole elementari e medie inferiori inserire la visita al museo come parte integrante dell’attività curriculare.
Lo scopo dichiarato è quello di avvicinare un pubblico d’età compresa fra i 15 e i 25 anni all’istituzione museale, che spesso viene da questi avvertita come sinonimo di polvere e noia, nella convinzione che se guardata con diversa attenzione possa divenire un importante momento di apprendimento e stimolo culturale anche al di là dell’ambito strettamente scolastico o accademico.
La scelta del fumetto non è stata fatta perché lo si consideri un linguaggio semplice e quindi più adatto ad un pubblico poco avvezzo alla lettura, ma perché è un linguaggio verso il quale il pubblico giovanile dimostra minor diffidenza rispetto ad altri e perché grazie ad uno dei due codici che lo compongono – quello iconico – ha permesso non solo di raccontare a parole ma anche di presentare visivamente i musei. Particolare attenzione infatti è stata posta sia alla corrispondenza storica e alla storia sia a quella grafica, chiedendo al disegnatore di essere molto accurato nel riportare sulle tavole i vari ambienti dei musei, gli allestimenti e gli oggetti conservati, ed addirittura il volto dei direttori o del personale dei musei stessi.
Si è voluto inoltre mostrare molteplici momenti della vita dei musei, cogliendo i direttori e il personale intenti in attività di didattica con le scuole, di allestimento di mostre temporanee, di catalogazione, di ricerca scientifica, di cura dell’esposizione permanente, di restauro ecc. per evidenziare come all’interno di queste realtà siano peculiari non solo i beni esposti, ma anche i laboratori didattici e di restauro, i depositi e gli archivi, gli spazi di informazione e i cataloghi informatizzati.
Il progetto realizzato dalla Provincia di Ravenna si inserisce nel solco di quanto già da anni altre Amministrazioni hanno attuato, ovvero comunicare e fare cultura attraverso il fumetto. Non è un caso che spesso in tali iniziative sia stato con successo utilizzato come testimonial il professor Martin Mystère, personaggio che, grazie alla sua omniscente cultura e alle sue storie cariche di mistero, è presente da vent’anni nelle edicole.
Ed è proprio ricalcando le tracce del genere “mysterioso” che la storia scritta a quattro mani da Massimo Marcucci e Gianni Barbieri e disegnata da Riccardo Crosa – il tutto sotto la supervisione di Eloisa Gennaro, responsabile del progetto – vede Caterina Valenti e Marco Donati, una studentessa e un assistente della Facoltà di Conservazione dei beni culturali a Ravenna, coinvolti in una vicenda che, iniziata ai tempi di Dante, intersecherà varie epoche storiche, sconfinerà nel giallo e nell’esoterismo, vedrà coinvolte la setta dei Fedeli d’amore e quella degli Accoltellatori di Ravenna e metterà a repentaglio la vita di un eccentrico studioso locale sulle tracce di un oggetto di grande potere.
L’albo prevede, oltre alla storia di 64 tavole, una sezione di approfondimento nella quale da una parte si dà conto al lettore di quanto nel racconto sia frutto della fantasia degli sceneggiatori e di quanto corrisponda a verità, e dall’altra si parla dei sette musei appartenenti al Sistema Musale Provinciale, veri “protagonisti” della storia.
Infine, una mostra didattica rivelerà attraverso l’esposizione delle tavole originali disegnate da Riccardo Crosa, delle pagine della sceneggiatura e di altro materiale il dietro le quinte di questo progetto. La mostra aprirà i battenti a Ravenna nel mese di ottobre e sarà poi ospitata da alcuni musei del territorio, per finire in esposizione permanente presso il Laboratorio Provinciale per la Didattica Museale.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare dal mese di settembre il sito del Sistema Museale (www.sistemamusei.ra.it) oppure telefonare al n. 0544.35142.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 17 [2004 - N.20]

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