Luigi Maria Malkowski

Il ricordo di un intellettuale colto e discreto che si distingueva non solo per la profonda preparazione ma anche per la disponibilità, la cortesia, la sensibilità

Franco Gàbici - Capo Reparto delle Attività scientifiche e museali del Comune di Ravenna

"Sembra che la natura si prenda piacere di rapirci nel più bello della loro carriera quegli uomini, che ella ha caricato di favori". Questa considerazione di Giacomo Leopardi si adatta benissimo per ricordare il dottor Luigi Malkowski, vice bibliotecario della Classense, a Ravenna, prematuramente scomparso nel dicembre scorso all'età di cinquant'anni. Entrato in Classense nel 1983, fu subito in sintonia con l'austerità del luogo. Uomo discreto, profondamente colto, dimostrò sempre grande disponibilità verso chiunque bussasse alla sua porta per chiedergli qualsiasi tipo di informazione. Ed erano in molti a cercarlo, perché nel suo vocabolario personale non esisteva il "no". Dopo aver frequentato il Liceo classico Galvani di Bologna, si laureò in filosofia, ma coltivò sempre interessi letterari, Dante e Pascoli in particolare. In Classense curava soprattutto l'importante sezione delle acquisizioni, un compito che ha sempre svolto con grande scrupolo e con quella cognizione di causa che gli veniva da un robusto impianto culturale di fondo, che lo portava a non escludere dalle sue attenzioni nessuna disciplina. Studioso di Dante, trovò la sua giusta collocazione come segretario dell'"Opera di Dante" e in questa veste ha sempre organizzato le Letture dantesche curando anche le manifestazioni del settembre dantesco. La morte prematura gli ha impedito di portare a compimento la catalogazione dei materiali del Museo dantesco, un progetto al quale stava lavorando da tempo. Per l'editore Fara, inoltre, aveva scritto nel 1994 la prefazione alla ristampa anastatica di un volume di Paolo Costa che raccoglie Vita di Dante e Della elocuzione. Fra i suoi lavori ricordiamo gli articoli La biblioteca come officina editoriale, Manara Valgimigli ritrovato e Le memorie di Dante pubblicate su riviste e la monografia Il crocifisso ligneo della chiesa del Suffragio a Cervia. Fu attivo anche come vice presidente della Società di studi ravennati. Malkowski ha sempre lavorato in quel clima di discrezione che ha caratterizzato la sua vita, i cui ritmi sembravano scanditi su un tempo interiore che non andava quasi mai d'accordo con i ritmi moderni. Per questo amava Santi Muratori e Manara Valgimigli, dei quali ricordava spesso episodi che illuminavano i tratti del loro carattere. Li considerava vicini perché sentiva di appartenere alla stessa latitudine culturale. E di Santi Muratori continuava ad aggiornare lo "schedario", il grande monumento che ha lasciato in eredità Muratori e che richiederebbe oggi una figura istituzionale per continuare il suo importantissimo aggiornamento in maniera metodica per evitare lacune ed omissioni, ma soprattutto per garantire una continuità a quel personalissimo modo di scrivere la storia locale avviato dal Muratori stesso. La chiesa gremita nel giorno dei funerali ha dato la misura della stima e dell'affetto della città per un operatore culturale che forse non è stato valorizzato come avrebbe meritato. Ma il dottor Malkowski non si è mai preoccupato di propagandare se stesso, preferendo al clamore e all'apparire la stima vera degli amici. Ci resta il ricordo di una persona seria, scrupolosa, sempre sorridente. Luigi era una persona pulita e senza ombre e queste affermazioni non sono indotte dalle solite indulgenze che fanno sempre capolino quando si ricorda una persona che non è più. Luigi era veramente così e per questo il suo ricordo e il rimpianto di non averlo più ci accompagneranno sempre.

Personaggi - pag. 16 [2004 - N.19]

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