Ceramica: cos'è, come si fa, come si conserva

Il progetto di aprire una sala didattica sulle tecniche ceramiche renderà più completa la lettura delle collezioni del MIC di Faenza

Anna Maria Lega - Coordinatrice Sezione Restauro del MIC di Faenza

Il progetto di una sala didattica sulle tecniche ceramiche al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza si ispira a quella che è una peculiarità del museo stesso e cioè la varietà delle collezioni raccolte. Nessun altro museo di ceramica in Italia può vantare di testimoniare, attraverso le sue raccolte, la storia e la cultura della ceramica nei cinque continenti dall’antichità fino ai giorni nostri. Visitando il museo, seguendo il percorso dalle civiltà precolombiane, all’antichità classica, all’Islam, alle produzioni italiane dal Basso Medio Evo all’Ottocento fino alle testimonianze di arte contemporanea e design, è possibile anche avere l’immagine del livello tecnologico delle differenti culture, stupire dell’abilità dei vasai greci che in monocottura riuscivano ad alternare fasi ossidanti e riducenti, o della perizia dei ceramisti egiziani che utilizzavano la sabbia e non l’argilla per fare ceramica, scoprire quale moltiplicarsi di possibilità cromatiche abbia portato, dal Settecento in poi, il supporto che la chimica da allora in poi ha dato alla produzione ceramica. È importante dunque conoscere gli elementi fondamentali delle tecniche ceramiche per visitare il museo? Certamente queste conoscenze permettono di disporre di uno strumento importante per una lettura più completa. Le possibilità espressive del materiale ceramico sono fortemente condizionate dalla tecnologia, dalla disponibilità, a seconda dei tempi e dei luoghi, di determinate materie prime, dalla scelta di una particolare tecnica di foggiatura o dal sistema di cottura adottato. Non è raro, nello studio di una produzione ceramica, scoprire una correlazione tra le fasi di un’evoluzione stilistica e quelle dell’innovazione tecnologica. La sala didattica sulle tecniche ceramiche che, nel progetto definitivo, sarà la prima ad accogliere il visitatore nel percorso che il museo sta predisponendo, si articolerà su tre argomenti: che cos’è la ceramica, come si fa la ceramica, la conservazione della ceramica. Perché il visitatore possa capire meglio certi aspetti della materia, imparare a distinguere una porcellana da un grès o da una terraglia, riconoscere una decorazione per decalcomania da una a pennello o per serigrafia, uno smalto da un ingobbio, ecc... si predisporrà una serie di campioni rappresentativi delle varie tipologie ceramiche che il visitatore potrà prendere in mano, toccare, confrontare con gli esemplari “storici” in vetrina. Per spiegare alcuni dei tanti metodi di fare ceramica, per alcune tipologie sarà mostrato l’iter tecnologico attraverso l’esposizione della sequenza dalle materie prime, ai semilavorati, al prodotto finito. Una serie di modellini di alcune tipologie di forni per ceramica potrà far capire l’evoluzione dei sistemi cottura e il loro uso presso diverse culture. Filmati e prodotti multimediali saranno uno strumento indispensabile a disposizione del pubblico che potrà, a seconda del livello di curiosità, esplorare l’universo delle tecniche ceramiche. Una ultima parte sarà dedicata invece alla conservazione della ceramica, con lo scopo di illustrare cosa succede alla ceramica nel tempo e come si può restaurarla, sia attraverso esempi di antichi restauri che di interventi realizzati dal Laboratorio del Museo.

Speciale didattica museale - pag. 12 [2002 - N.15]

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