Il secolo d'oro della maiolica

Al MIC di Faenza è aperta, fino al 31 dicembre, la mostra sulla ceramica italiana dei secoli XV-XVI proveniente dal Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo

Iolanda Silvestrini - Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza

Al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza è possibile visitare fino al 31 dicembre la mostra Il Secolo d'Oro della Maiolica. Ceramica italiana dei secoli XV-XVI dalla raccolta del Museo Statale dell'Ermitage: un'occasione unica sotto molti punti di vista. Le centoventicinque opere in esposizione tornano per la prima volta in Italia, dopo che il gusto e la passione per l'arte dei collezionisti ottocenteschi le ha portate al museo di San Pietroburgo. La mostra spropone quindi anche come occasione per celebrare la capitale culturale russa che quest'anno festeggia i trecento anni della sua fondazione. Sono maioliche bellissime quelle che tornano a Faenza, nel centro più importante di produzione della ceramica, conservando intatte la lucentezza e la freschezza dei colori, come se fossero state appena decorate. Portano con sé tutta la vitalità del periodo artistico in cui sono state create, il Rinascimento, che è anche il momento storico in cui ceramica e arte alta si sono avvicinate di più, si sono mescolate. Riportano anche le storie della politica, del costume, della mitologia, della religione, in una forma di arte applicata nello stato di grazia del suo secolo d'oro. Secolo d'oro che ha riflesso il suo splendore nei principali centri di produzione dell'Italia centrale, da Faenza a Castelli, Deruta, Urbino, Castel Durante (oggi Urbania), Pesaro, Rimini, Ferrara, Gubbio, disegnando quasi un'unità geografica nuova, che trova la sua coerenza proprio nelle preziose maioliche istoriate rinascimentali, in cui paesaggi, figure, storie tratte dalla mitologia e dalla Bibbia si avvicinano molto ai modelli pittorici dei grandi maestri del Rinascimento, da Mantegna a Raffaello, in un'ideale unione creativa e artistica. Gli artisti che hanno realizzato le coppe, i piatti, i vasi in mostra a Faenza riunivano in una sola figura l'abilità del pittore e la maestria dell'artigiano. Le raffigurazioni sontuose, che su di noi esercitano il fascino maggiore, dovevano fare sempre i conti con la foggia e la destinazione d'uso degli oggetti nei quali si inserivano. Oggetti che avevano forme e destinazioni eterogenee e molto particolari: accanto ai piatti e alle coppe più tradizionali troviamo vasi da farmacia, destinati a contenere infusi di "cento tipi di violette", calamai dalle forme plastiche a tutto tondo, "guttatoi" o porta liquori con le forme di Bacco, a custodire le essenze e gli elisir preziosi, rinfrescatoi per le fiasche. Questo insieme di caratteristiche ha attirato l'attenzione di tre importanti collezionisti russi, A.P. Basilewsky, M.P. Botkin, A.L. Stigliz, che tra Otto e Novecento hanno dato corpo alla preziosa collezione dell'Ermitage. La mostra delle ceramiche rinascimentali dell'Ermitage consente anche di ripercorrere la storia della formazione di uno dei più grandi musei d'Europa: la storia della collezione delle maioliche italiane dell'Ermitage è inseparabile infatti da quella del museo. Le ceramiche erano parte integrante degli oggetti preziosi che adornavano le sale del Palazzo d'Inverno e delle altre residenze dello Zar prima che l'Ermitage diventasse museo statale. La catalogazione delle opere e la ricostruzione del percorso che le ha portate prima a San Pietroburgo, e oggi in mostra, è un'impresa ardua e in parte ancora incompleta, nonostante il lavoro congiunto di studiosi russi e italiani per produrre un catalogo della maiolica italiana. E non è un caso che proprio il museo faentino rappresenti un luogo privilegiato, in questo senso, perché fu proprio il suo fondatore Gaetano Ballardini a iniziare un'opera di catalogazione della maiolica italiana datata che ha posto le basi per un importante rapporto tra il museo dell'Ermitage e quello di Faenza: rapporto sfociato in una corrispondenza epistolare che non si è mai interrotta e in questa mostra, che oltre a esporre pezzi rari e di eccezionale importanza artistica, rappresenta dunque anche un nuovo inizio per una stagione di studio della maiolica. Questo evento si presenta sotto il doppio profilo di appuntamento fondamentale per gli intenditori del genere e di occasione unica per i semplici appassionati che vogliono accostarsi a questa arte affascinante, colta nel momento del suo massimo splendore. Del suo secolo d'oro, appunto. La mostra è corredata da un catalogo edito e distribuito da Mondadori Electa, contenente il saggio di Carmen Ravanelli Guidotti, conservatore del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, e delle esperte scientifiche del Museo Nazionale dell'Ermitage Nina Biryukova ed Elena Ivanova.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 17 [2003 - N.18]

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